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L’accompagnamento PIN per DOCUS? Un’opportunità da sfruttare al meglio!

27 Maggio 2021 ore 08:38

Francesca e Fabrizio sono i fondatori di DOCUS, studio di Comunicazione Visiva e Azioni Documentarie nato grazie all’avviso PIN. Il progetto si basa sull’utilizzo di metodologie partecipative e sulla capacità di rendere il lavoro insieme un’esperienza e un’occasione per lo scambio di competenze. La comunicazione visiva in DOCUS è innanzitutto impegno alla relazione: grazie all’incontro e alla collaborazione con più professionisti affianca la realizzazione di progetti visivi alla ricerca di azioni a sostegno di valori culturali, coinvolgendo i committenti.

Oggi Francesca e Fabrizio sono in attesa degli esiti di valutazione del bando NIDI. Nonostante la loro giovane età offrono consulenze per altre start up per “Sprint Factory”, un incubatore all’interno del programma della Regione Puglia “Estrazione dei Talenti”, coordinato da The Hub Bari. Inoltre hanno da poco concluso un percorso di formazione per portare la metodologia Agile all’interno della loro azienda.

Chiacchierando con loro abbiamo potuto constatare come una delle forme di accompagnamento messe in campo da Regione Puglia e Arti per supportare lo sviluppo imprenditoriale dei vincitori PIN sia stato strategico per la crescita delle loro competenze e per imprimere una direzione più efficace al proprio progetto. Le loro parole ci aprono ad una visione particolare sull’utilizzo dei gettoni e sulle tante potenzialità che questo strumento possiede.

Francesca e Fabrizio ci spiegano come abbiano sfruttato al meglio questa opportunità per la crescita della propria impresa. Innanzitutto si sono posti l’obiettivo di scegliere tra i professionisti in elenco figure caratterizzate da competenze ed esperienze mancanti nel team, con in comune tra loro solo il background nell’ambito della co-progettazione. Hanno pensato di utilizzare a vantaggio del progetto il fatto che si trattasse di esperti che non erano in contatto l’uno con l’altro, non conoscendosi, con l’obiettivo di metterli a lavorare come una squadra. Il fine che si sono posti è stato di discutere DOCUS da tutte le angolature possibili, coordinando strategie ed interventi, per arrivare ad una visione organica ed una roadmap integrata e coesa.

Abbiamo provato a spingere al massimo l’opportunità che ci è stata data attraverso i gettoni! Il nostro intento era far sì che DOCUS fosse visto da più punti di vista contemporaneamente.” ci hanno detto: da qui la scelta, molto inusuale, di procedere ad una richiesta di quattro gettoni insieme, diversi per oggetto dell’incarico, tipologia di professionista e finalità della consulenza: redazione di un piano marketing analitico e strategico, elaborazione di politiche di pricing legata al pricing, alla definizione degli strumenti commerciali; analisi e revisione del business model e al supporto al team interno nel lavoro di riscrittura del modello di business; analisi di strumenti e strategie per impostare una Brand Identity coerenti al linguaggio della realtà aziendale, attraverso ricerca ad ampio raggio di supporti comunicativi, on e off line; definizione del proprio “tone of voice”, content strategy per l’auto-narrazione.

Determinante il sistema di coordinamento e organizzazione delle consulenze, in cui il ruolo di Francesca e Fabrizio è stato cruciale.

Dopo una prima fase individualizzata, attraverso un colloquio coi singoli professionisti per spiegare bene le esigenze e impostare uno specifico set up per ognuno, il team ha organizzato due giornate di full immersion in cui i consulenti, tutti insieme, sono stati coinvolti: grazie alla facilitazione di un design thinker, collaboratore esterno con competenza nell’ambito di processi partecipativi, ogni professionista ha apportato nella discussione di gruppo la propria visione su DOCUS. In questa occasione i quattro hanno avuto modo di lavorare come se fossero un unico team.

Di seguito hanno organizzato una seconda fase “verticale” con ognuno dei consulenti per raccordare i feedback in maniera concreta e fare sì che venissero coerentemente prodotti gli specifici output conclusivi.

Per chiudere l’esperienza di supporto tramite i quattro gettoni, condividendo i risultati raggiunti, Francesca e Fabrizio hanno organizzato a gennaio 2019 una giornata di co-progettazione in aperta campagna.

https://vimeo.com/

L’evento dal titolo “Cocodè” ha permesso ad ogni consulente di raccontare il lavoro svolto per DOCUS. L’iniziativa, con collaboratori e clienti, ha permesso di aprire momenti di confronto e discussione e di generare un vero e proprio networking tra i presenti. Una giornata di condivisione informale che ha permesso a Francesca e Fabrizio di partecipare coordinando i vari interventi e facendo da “collante” in questa esperienza di aggregazione.

 

L’evento ha avuto un tale riscontro positivo che, raccontano, vorrebbero ripeterlo al più presto. La strada tracciata dall’esperienza di accompagnamento PIN è servita per gettare le basi ad un modo nuovo e tutto personale di vivere il rapporto con i clienti e con i collaboratori.

 

Ribadiscono come proprio per questo i gettoni sono stati per loro qualcosa di valore: ha permesso loro di investire in risorse umane e acquisire all’interno del gruppo di lavoro competenze e know how che mancavano.

 

Il lavorare tutti insieme ha avuto un impatto decisivo sullo sviluppo di DOCUS perché solo così hanno potuto ottenere una visione olistica e cumulativa sulla loro impresa, facilitando l’innescarsi di una situazione capacitante. Il dover gestire e coordinare i quattro professionisti tutti insieme li ha posti in una condizione di lavoro stimolante in cui hanno dovuto essere molto concentrati. L’impatto sulle competenze del gruppo è stato perciò importante, perché a loro è toccato gestire e mettere insieme i feedback sulla base degli input ricevuti dai consulenti. Sono stati sempre loro i protagonisti di questo percorso.

 

Se avessimo scelto di utilizzare un gettone alla volta questo ci avrebbe costretti ad entrare nel merito, per poi uscirne, creando continue fratture. In questo modo invece siamo stati ‘costretti’ a concentrarci dall’inizio alla fine, dando anche noi il meglio.”. Quando gli chiediamo cosa consigliano ai vincitori PIN che si apprestano ad utilizzare questa forma di accompagnamento sono molto chiari: “bisogna sempre porsi in atteggiamento attivo durante le ore di consulenza. Non bisogna aspettarsi che il professionista risolva un problema, bisogna mettersi in condizione di attività, fare domande, lavorare per acquisire una grammatica comune.

Quest’ultimo è un ulteriore aspetto che sottolineano: l’aver imparato grazie a questi momenti come si dialoga con consulenti e collaboratori, quale linguaggio bisogna adoperare per rendere chiari gli obiettivi del progetto, trasmettendoli in modo efficace. “Quanto più tempo vivi la consulenza in maniera attiva tanto più impari la grammatica, il linguaggio con cui dialogare. Non è come essere passivi e ricevere alla fine della consulenza un semplice file! Bisogna vivere questo momento con presenza, non come se si trattasse di un’azione che si demanda a qualcun altro. Il professionista invia degli input ma poi bisogna sporcarsi le mani, fare una revisione! Solo grazie ad un atteggiamento di questo tipo nascono riflessioni diverse e momenti di condivisione esponenziale.”.

I benefici di questa esperienza sono stati molteplici sia per loro che per gli stessi consulenti.

Con loro collaborano ancora tutt’oggi su altri progetti, mentre i consulenti hanno potuto utilizzare i risultati raggiunti come mock up per i successivi clienti.

Inoltre questa esperienza gli ha consentito di prototipare su un importante cliente – Apuliasoft, un’azienda virtuosa pugliese – tutto il percorso di apprendimento, attraverso la ciclicità con cui tuttora gestiscono il proprio lavoro: formazione, analisi, prototipazione, validazione e design.

Per Francesca e Fabrizio è stata utile anche per aprirli su un nuovo mindset, su nuove logiche.

Insomma la loro testimonianza permette di capire in profondità l’efficacia di questa forma di supporto, che se ben gestita e veicolata, può rappresentare un’occasione unica e preziosissima di crescita e sviluppo.

Copertina del post Scambiarsi esperienze: strategie per il B2B

Scambiarsi esperienze: strategie per il B2B

18 Maggio 2021 ore 09:41

Il mondo del B2B e le strategie per presentare la propria impresa al meglio sono stati i temi centrali di due incontri di networking, il 29 aprile e il 6 maggio, dedicati alla comunità PIN.

Nel corso di questi anni abbiamo avuto modo di constatare come nonostante i diversi ambiti d’intervento e la varietà dei progetti, come minimo comune multiplo c’erano le domande: “Come posso relazionarmi con un’azienda? Come posso prepararmi al meglio prima di incontrare un potenziale cliente? Cosa fare dopo aver incontrato un potenziale investitore?”.

Sul tema è possibile trovare innumerevole letteratura, ma l’approccio che ha contraddistinto la misura PIN nel corso del tempo è sempre stato quello del Learning by doing ovvero imparare facendo.

Se la capacità di interagire con aziende, la propensione alle relazioni, la dinamicità nel proporsi in molti casi sono doti che rientrano anche nella sfera personale del singolo, negli anni abbiamo avuto modo di constatare come l’esperienza sia la migliore arma per imparare come confrontarsi con il mondo pubblico/privato.

Sulla scorta di questo insegnamento, i due eventi sono stati incentrati sul presupposto che il miglior modo di aggiungere qualcosa al bagaglio formativo, è quello di farsi raccontare il “Come si fa? Che cosa fare?” da chi questo percorso l’ha già fatto, da chi nell’inesperienza ha commesso degli errori ma che da quelli stessi errori ha saputo trarre insegnamento.

Per questo la novità del duplice appuntamento è stata il coinvolgimento di un gruppo di PIN “senior” (Pin Bike, Sagelio, Puglia Taste & Culture, OpenPost), chiamati a raccontarsi e a condividere esperienze e competenze nel settore. Quattro progetti tra loro profondamente diversi ma accomunati da una sorta di “anzianità” guadagnata dalla chiusura, già da diversi anni, delle attività PIN e dalla continuità dell’operato imprenditoriale costellato di successi e affermazione dei propri prodotti/servizi non solo in ambito regionale ma anche internazionale. I membri dei team hanno condotto la discussione durante il primo incontro e, come veri e propri mentori, hanno suggerito metodi, strategie, accortezze per presentare al meglio l’idea progettuale e il proprio prodotto/servizio. I PIN partecipanti hanno potuto interagire aprendo la discussione a ulteriori spunti.

A sottolineare l’importanza di prepararsi ad un incontro, conoscere l’interlocutore e i suoi bisogni, suggerendo strategie di comunicazione, non solo verbale, e possibili strumenti di supporto per coinvolgere il potenziale partner, sono state Donatella e Annamaria di Puglia Taste & Culture. A ciò si aggiunge la necessaria e preventiva SWOT Analisi, con un focus sugli obiettivi che si intende raggiungere, sulle strategie per “rompere il ghiaccio”, sull’importanza dell’ascolto e la costruzione di un dialogo fatto anche di domande e interesse verso l’interlocutore, dando valore alla trattativa. Nella convinzione che sia necessario anticipare il cambiamento prima di subirlo, hanno incoraggiato i presenti a coltivare il rapporto con il potenziale cliente nel tempo.

Esperienze enogastronomiche con il team di Puglia Taste and Culture

 

L’intervento di Angelo e Gabriele di Openpost è stato dedicato alla capacità di incrementare le pubbliche relazioni e mantenere la rete di contatti. Decisivo il ruolo del team e di valori come affidabilità e competenza, ma anche la tenacia e la capacità di crederci sempre, anche quando non si viene ascoltati o il contatto non sembra portare risultati immediati. La sfida è quella di riuscire a presentarsi in pochissimi minuti, focalizzandosi sugli aspetti più concreti e interessanti per l’interlocutore.

Gabriele, Alberto e Angelo di OpenPost

 

Nico di Pin Bike ha focalizzato l’attenzione sulla passione, la spinta più importante che deve essere percepibile anche nel dialogo con un eventuale partner. Decisiva è la voglia di imparare e mettersi in gioco, superando ogni tipo di timidezza, presentandosi in modo semplice e diretto, puntando a migliorarsi nel public speaking. Ha sottolineato come tutti i percorsi siano esperienza e che si impara a essere imprenditori sul campo, cercando sempre il confronto, ricordandosi di chi si conosce nel tempo, anche se di fronte c’è qualcuno che punta a demolire l’idea.

Nico e Davide di Pin Bike

 

Puntare sulla “faccia tosta”, provare e riprovare, fidelizzare creando innanzitutto rapporti umani, sono stati i primi spunti emersi dall’intervento di Giancarlo e Luca di Sagelio. La presentazione deve essere effettuata con calma e serietà, mirando inizialmente ai colloqui più “facili”, senza puntare tutto su un unico cliente, perché ogni incontro è un tassello di esperienza che si aggiunge e diventa spunto ed esempio per quelli successivi. Strategico è avere un sito web impeccabile, perché è lo specchio di ogni azienda, ma anche usare tutti i canali promozionali per valorizzare il proprio operato.

Giorgio, Luca, Giancarlo, Greta di Sagelio

 

Durante il secondo appuntamento i partecipanti, tra cui diversi neo vincitori, hanno potuto mettersi alla prova e, utilizzando le nozioni teoriche e i suggerimenti trasmessi al primo incontro, sperimentare la presentazione del proprio progetto. Una sorta di pitch che poi è stato oggetto di ulteriori osservazioni, riflessioni, consigli da parte dei senior, in un confronto ricco di stimoli.

 

L’evento può dirsi una forma di accompagnamento perfetta perché ad esserne protagonisti, in veste di guide, sono stati gli stessi PIN. Un dialogo alla pari che ha mostrato come l’esperienza sul campo, dal basso, fatta anche di errori, di insuccessi e perché no figuracce, possa essere messa a sistema e diventare “patrimonio” comune.

Copertina del post Sostenere l’imprenditorialità: PIN best practice nel servizio di Euro

Sostenere l’imprenditorialità: PIN best practice nel servizio di Euronews

06 Maggio 2021 ore 12:35
Cosa vuol dire sostenere l’imprenditorialità?

Con questa domanda inizia il servizio di Euronews English su PIN – Pugliesi Innovativi selezionata come best practice per l’utilizzo del Fondo Sociale Europeo.

Al minuto 1:44 del servizio andato in onda ieri sera sull’emittente ufficiale dell’European Commission, si parla proprio di giovani storie di successo a testimonianza di tutta la Comunità PIN Giovani: Adam’s Hand di Lecce e Tolò della provincia di Foggia, due imprese innovative molto diverse tra loro, ma che grazie al bando PIN hanno avuto la possibilità di realizzare le loro idee eccezionali e così fare impresa.
All’immagine il video integrale del servizio “Real Economy” focalizzato sulla transizione digitale e sul cambiamento che ne consegue nel mondo del lavoro.

L'Ue si prepara al "dopo pandemia"

Per l’articolo, invece, clicca qui.

Copertina del post La strada verso il futuro di Rubik

La strada verso il futuro di Rubik

03 Maggio 2021 ore 09:21

Nella sezione “Vincitori” loro sono gli ideatori e componenti del progetto “Pleis” e i fondatori della Rubik Srls: ma dal giugno 2017 (quando sono partiti) ad oggi, Gianni Inguscio, Roberto Cuppone e Roberto Costantini hanno fatto tantissima strada. Parlano la lingua dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione, hanno uno sguardo attento al presente ma anche al futuro. Ci hanno raccontato le loro sfide e le loro conquiste, tracciando l’evoluzione del proprio percorso, destinato a tante, ulteriori novità. Non resta che continuare a seguirli e osservare ciò che hanno in serbo per il mercato nei prossimi mesi, intercettando i futuri passi delle loro idee.

 

Come si è evoluta la Rubik dalla chiusura del progetto nato con l’avviso PIN ad oggi?

Dai primi passi con PIN, ad oggi, di strada ne abbiamo fatta davvero tanta. Siamo ben consapevoli di essere solo all’inizio della nostra maratona, per carità, ma se stoppiamo un secondo la corsa per riprendere fiato e ci guardiamo indietro, possiamo dire di essere molto orgogliosi di quanto fatto. In questi anni abbiamo consolidato la struttura interna, siamo diventati una Startup Innovativa, abbiamo cambiato ufficio, aumentato costantemente il fatturato, conquistato clienti in tutta Italia, lanciato nostri prodotti, partecipato a fiere, iniziato ad affacciarci all’estero e perché no… superato pandemie!
Continuando la metafora, PIN ci ha fornito le scarpe giuste per poter correre, dato una bella spinta e l’incoraggiamento che cercavamo per iniziare a muovere velocemente le gambe.

 

Quali sono i prodotti a cui state attualmente lavorando?

Fin dalla nascita “Rubik” è stata idealmente divisa in due aree di lavoro: l’area digital dedicata ai servizi digitali per i nostri clienti (app, siti web, e-commerce, gestionali, web marketing) e l’area innovation dedicata ai nostri prodotti interni e che crediamo fortemente ci possano garantire le migliori prospettive di crescita e di scalabilità.

Insieme a “Pleis“, quindi, il circuito di informazioni turistiche geolocalizzate con cui abbiamo partecipato a PIN, attualmente portiamo avanti altri prodotti completamente ideati, realizzati e gestiti dal nostro team.

SeeYouFood” prima di tutto, pensato per il settore della ristorazione e del delivery: partita come una “semplice” app per la gestione degli ordini food ora si è evoluto al punto di essere un touchpoint digitale unico fra ristoratore e cliente, inglobando una serie incredibile di funzionalità a disposizione dei ristoratori sotto forma di app personalizzate: dalla gestione degli ordini web al take away, dalla prenotazione dei tavoli ai menu contacless, dal self ordering alle funzionalità di engagement e gamification, dal crosseling alla gestione dei fattorini. E tanto tanto altro. Un progetto portato avanti con i ragazzi di 3M Lab (un’altra piccola grande realtà del nostro territorio) e che, grazie e per colpa della pandemia, ha spiccato il volo in questi mesi.

RisarcimentoViaggi” poi, è un altro progetto a cui teniamo e in cui crediamo tantissimo: si tratta di una piattaforma web che permette ai viaggiatori vittime di disagi aerei (ritardi, cancellazioni, problemi con i bagagli, vacanze rovinate, ecc.) di ricevere i risarcimenti previsti dalla legge tramite assistenza legale gratuita, grazie alla partnership fra Rubik e un team legale esperto nel settore. Una squadra che in questi anni ha risarcito centinaia di passeggeri!

Infine vi presentiamo brevemente “Citygram“, con cui abbiamo vinto il bando TecnoNIDI della Regione Puglia. Progetto pensato per le comunità digitali: amministrazioni, territori, città che decidono di dotarsi degli strumenti tecnologici (app e piattaforme web) adatti a digitalizzare servizi e informazioni cittadine. Una sorta di evoluzione di “Pleis”, per le comunità cittadine invece che turistiche.

Il team Rubik insieme a Gianluca Monaco (3M Lab) nella sede di Galatone (Le)

 

Oltre PIN c’è stata qualche altra opportunità/agevolazione che ha permesso lo sviluppo della vostra impresa?

Si certo. Come anticipato, abbiamo vinto il bando TecnoNIDI, la misura della Regione Puglia per i progetti ad alto contenuto innovativo. Un’ulteriore occasione di crescita per noi. Contemporaneamente abbiamo cercato di allargare la rete di contatti business intorno a Rubik, cercando nuovi partner tecnologici con cui interagire, nuovi professionisti con cui collaborare, nuovi ambienti con cui confrontarsi. Passo dopo passo siamo arrivati a Milano, direttamente nell’hub dell’innovazione “LeVillage” by Crèdit Agricole. Un ecosistema che sostiene startup e aziende grazie alla sinergia tra grandi corporate, giovani imprese e, appunto, Crèdit Agricole.
Da quel momento abbiamo iniziato a guardare, per così dire, al di là del nostro naso.

L’hub dell’innovazione LeVillage By Crèdit Agricole di Milano

 

Cosa vuol dire per voi “mettere radici in Puglia”, pur formandosi altrove, e decidere di seminare qui la vostra idea, per poi restare e sviluppare la vostra azienda?

Siamo un gruppo di ragazzi che ha deciso di dare qualcosa al proprio territorio, facendo impresa dove siamo nati, ovvero nel Salento.
Alcuni di noi hanno studiato fuori, la maggior parte dei nostri clienti sono sparsi per l’Italia, ci confrontiamo quotidianamente con players “lontani” geograficamente, ma le nostre radici sono qui, nel “profondo Sud”. E qui vogliamo che sia anche il nostro futuro.
Perché ci crediamo, perché apparteniamo a questo territorio. Con tutti i limiti che conosciamo e che affrontiamo. Ma è anche questa una bella sfida.

 

Quanto è stato decisiva per voi la scelta di diversificare l’offerta di prodotti?

Fondamentale, potremmo dire. Non siamo “legati” al destino di un singolo prodotto ma portiamo avanti tutti i progetti con lo stesso entusiasmo, cercando poi (come è giusto che sia) le vere risposte nel mercato. L’esempio più significativo di questa strategia è rappresentato dall’ultimo incredibile anno che tutti noi abbiamo vissuto.
L’emergenza epidemiologica, oltre che stravolgere le nostre vite, ha inevitabilmente rallentato i nostri progetti a stampo turistico ma ha dato un’incredibile spinta a soluzioni digitali divenute imprescindibili, come “SeeYouFood”, che risolve problemi divenuti giganti in tempo di pandemia. Un prodotto che è dovuto crescere in fretta, passando da una giovane idea appena affacciata nel mercato ad un prodotto utilizzato da oltre 150 ristoratori in tutta Italia.

 

Come si fa a capire di avere l’intuizione giusta rispetto all’ideazione o allo sviluppo di un nuovo prodotto/progetto?

Il mercato, come dicevamo. La risposta è sempre il mercato. Puoi avere l’idea migliore del mondo, o credere di averla, ma solo il confronto con le persone e con i clienti ti dirà se la strada davanti a te è quella giusta.

 

Chi sono i vostri clienti e come si guadagna la loro fiducia?

Non esiste un profilo unico di clienti proprio perché, per fortuna, i servizi digitali sono ormai fondamentali per ogni realtà e categoria professionale. Aziende, attività commerciali, imprenditori, pubbliche amministrazioni, associazioni. Sparse in tutta Italia, specialmente nel Centro-Nord. Ma siamo felici di aver lavorato anche a qualche progetto estero: in particolare Londra, Malta, Parigi, Svizzera e Serbia.

 

La maggior parte della vostra clientela è ubicata nel Centro-Nord. Ritenete che in Puglia ci sia margine di contribuire alla crescita della comunità in termini di educazione alle tecnologie digitali con un ritorno anche per aziende come la vostra?

Si, crediamo fortemente nel nostro territorio. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo con convinzione. Ci rendiamo quotidianamente conto che la strada per renderlo veramente competitivo sia ancora lunga. Limiti dovuti probabilmente al tessuto economico, forse alla disponibilità di investimenti, o alla ricerca di opportunità o la giusta mentalità ancora da forgiare. Probabilmente un po’ di tutto questo. Ma le risorse umane, le persone, sono la vera ricchezza di questo territorio e crediamo che abbiano solo bisogno di trovare le giuste possibilità. E l’educazione digitale è senza dubbio una di queste.

 

Siete una delle imprese giovanili per le quali il Covid e la pandemia non hanno rappresentato una crisi ma un’opportunità. Ma basta solo trovarsi “col prodotto giusto nel momento giusto”, o serve anche altro?

Con “SeeYouFood”, di cui abbiamo parlato, ci siamo sicuramente trovati al posto giusto nel momento giusto. La pandemia ha accelerato in modo incredibile e inaspettato l’importanza percepita e reale del prodotto nel mercato. Ma questa “spinta”, da sola, non basta. Siamo stati fortunati prima, ma bravi poi a gestire quest’onda d’urto, lavorando di più, lavorando meglio, riorganizzando un team di persone che non era ancora pronto a guidare una macchina così veloce. E oggi eccoci qui, pronti a spingere sull’acceleratore ancora un po’. Un bel po’!

SeeYouFood, il touchpoint digitale unico fra ristoratore e cliente

 

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Su cosa punterete per sviluppare ulteriormente il vostro business?

Testa sulle spalle, sempre, ma anche sguardo rivolto al futuro. Sappiamo che puntare sui prodotti, quelli giusti, è la strada da seguire. Per questo vogliamo concentrarci sui progetti di punta e farli crescere fino a quando saranno pronti per camminare con le proprie gambe, formando team di lavoro e strutture dedicate.
E questo processo è già in atto. Nel medio-lungo periodo, invece, puntiamo a varcare i confini nazionali confrontandoci con un mercato che attualmente conosciamo poco ma che siamo sicuri di poter affrontare. Con la testa sempre sulle spalle, lo sguardo in avanti… ma le radici ben salde nel nostro Salento!