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BTM Taranto: non solo B2B ma anche nuove connessioni, energia positiva e ispirazione!

09 Maggio 2022 ore 13:00

I progetti del settore turistico sono tornati finalmente a vivere occasioni di crescita imprenditoriale e a misurarsi con eventi fieristici in presenza. Dal 6 all’8 aprile nove start up (Alveare da Favola, Brio s.r.l.s., Duomondo, Habari – nessuno è straniero, ImaginApulia, ISA, PLACEnPEOPLE, Trawellit, Vianda.it) sono state protagoniste alla BTM di Taranto tra B2B, partecipazione ai workshop in programma, visite ad imprese presenti in propri stand e alle diverse aree tematiche espositive, incontri istituzionali.

Il racconto di questa esperienza si avvia alle 9,30 del 6 aprile: la sala espositiva è ancora silenziosa, c’è chi sta completando gli ultimi ritocchi nell’allestimento del proprio stand, chi finalmente ha terminato e si concede una pausa caffè, chi dà un’ultima occhiata alla propria agenda. Con le imprese coinvolte abbiamo percorso il corridoio che ci separava dall’area start up in religioso silenzio, come chi, dopo aver tanto lavorato e pensato ad un progetto, vuole godersi appieno il momento della “rivelazione”, quello in cui tutto ciò che finora è stato solo disegnato nella testa si trasforma in realtà. Ed ecco lo spazio per i vincitori PIN partecipanti manifestarsi in tutta la sua colorata energia: una parete valorizzata dai nomi delle giovani imprese, arricchiti dalla descrizione e dal logo, distribuiti nei tre ambiti “Ospitalità”, “Servizi” e il nuovo “Prodotti per il turismo”, che, in un’ottica di ampliamento e inclusione ha dato spazio, sull’onda degli ultimi trend, a forme creative e artigianali in grado di raccontare la destinazione Puglia. Così l’area start up, ubicata nello stand di Pugliapromozione, pensata e realizzata proprio grazie alla collaborazione con l’agenzia regionale del turismo, si è popolata dei suoi protagonisti, pronti a viversi tre giorni dedicati al turismo, dopo due anni di forzato stop causato dalla pandemia da Covid-19.

La parola d’ordine di questa esperienza è stata soprattutto “rete”: con gli altri professionisti presenti, ma soprattutto tra gli stessi PIN partecipanti, che in più momenti si sono ritrovati a condividere lo spazio dello stand, trasformatosi in “punto di aggregazione importante per le giovani start-up pugliesi” (Daria e Roberto, Imaginapulia), cogliendo l’occasione per conoscersi meglio, per “creare connessioni” (Vito e Martina, Duomondo) e confrontarsi su strategie e difficoltà del mercato. Al termine dell’esperienza è stato riconosciuto anche l’aspetto formativo della presenza in fiera, perché ha consentito di mettere alla prova le proprie “capacità di interazione e dialogo” (Daniela, Isa Artigiane) e di “migliorare nella presentazione dell’azienda” (Sara e Piergiorgio, Vianda.it). In questi tre giorni, riassumono Marta e Nicola di Brio, “si sono attivate e quindi generate nuove energie, collaborazioni e intersezioni utili per il prosieguo delle nostre (e altrui) attività”.

Il dialogo si è poi arricchito del confronto continuo con lo staff di Pugliapromozione e, durante il pomeriggio del secondo giorno di BTM, con gli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Gianfranco Lopane, che durante una proficua sosta presso lo stand hanno voluto conoscere tutte le start up presenti e ascoltare dalla voce dei referenti riflessioni e suggerimenti, instaurando un interessante scambio di idee e visioni sul futuro.

Tra le tante attività svolte anche la partecipazione dei progetti degli ambiti “Ospitalità” e “Servizi” all’area B2B si è rilevata molto utile, in quanto questa esperienza, che ha permesso l’interazione con numerosi buyer nazionali e internazionali, ha consentito di “prendere coscienza del ‘sentiment’ degli operatori professionisti e prendere più consapevolezza delle nostre potenzialità” (Bianca ed Enza, Trawellit), di “sviluppare nuove idee di business” (Martina e Vito, Duomondo) e, per chi non aveva mai affrontato occasioni di B2B di questo tipo, lavorare sulla “capacità di esprimere informazioni essenziali in breve tempo” (Vicky, Alveare da Favola).

Il 7 aprile, dalle 16,00 alle 17,00 presso la Sala Conferenze si è inoltre tenuto, grazie alla collaborazione con Pugliapromozione, il panel dal titolo “Startup turistiche alla conquista del mercato e di clienti strategici: tre casi studio tra le imprese avviate nell’ambito dell’avviso PIN Pugliesi Innovativi” che ha permesso di ascoltare le esperienze di ImaginApulia, Sagelio e Raiz Italiana in merito alle strategie adottate per acquisire i primi clienti. Greta Sbrana di Sagelio ha ripercorso, anche attraverso i numeri, lo sviluppo imprenditoriale del progetto e ha condiviso le modalità di acquisizione di uno dei primi clienti, il Canne Bianche Lifestyle Hotel, rappresentato da Gianvito Mangano, che ha agito strategicamente da traino per quelli successivi.

Daria Toriello e Roberto Mazzarago di Imaginapulia hanno raccontato le più significative attività svolte, anche con l’ausilio di video e immagini, e rimarcato l’importanza del fare rete “dal basso” in quanto proprio all’interno della comunità PIN hanno acquisito il loro primo cliente, Raiz Italiana, in occasione della partecipazione a Buy Puglia del 2018 (all’interno delle azioni di Accompagnamento PIN). Grazie a questo primo cliente hanno potuto poi entrare in rapporto con il Ministero degli Affari Esteri. Quest’ultimo è stato invece il primo cliente di Raiz Italiana, come ha raccontato Marina Gabrieli. Dalle successive parole del Consigliere d’Ambasciata Giovanni Maria De Vita della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è emerso il lato più sensibile e attento dell’istituzione, non palazzo chiuso in sé stesso, ma struttura aperta alle nuove proposte, al confronto anche con realtà imprenditoriali giovani e predisposta al supporto di progetti innovativi come Raiz Italiana.

Al termine del panel col pubblico presente si è subito instaurato un dialogo e un confronto serrato che ha generato un momento di networking ricco di spunti condivisi e di scambi di idee, proseguito poi presso l’area start up.

Il team di Raiz Italiana con lo staff PIN e il Consigliere d’Ambasciata Giovanni Maria De Vita

Ascoltare da alcuni dei partecipanti a BTM in modo diretto le impressioni su questi tre giorni ci aiuta a comprendere l’efficacia della partecipazione a contesti fieristici e di networking settoriale. Dovendo riassumere l’esperienza vissuta in una parola emergono: “Proattiva” (Trawellit), “Ricca” (Duomondo), “Generativa” (Brio), “Educante” (Alveare da Favola), “Irrinunciabile” (PlacenPeople), “Energizzante” (Habari), “Confronto” (Isa Artigiane), “Ripartenza” (ImaginApulia), “Networking” (Vianda.it).

Il team di Trawellit in particolare ha vissuto questa esperienza molto positivamente, con una grande voglia di tornare in fiera: “Ci siamo lanciate a capofitto nelle relazioni ed è stata molto piacevole anche l’atmosfera creatasi con gli altri PIN”. A conclusione dei tre giorni Brio porta a casa “emozioni positive e ottimismo: un buon segnale prima di concentrarci appieno sulla stagione imminente”. ImaginApulia sottolinea invece che la partecipazione alla fiera è sempre “un modo per confrontarsi con sé stessi, affinare le tecniche di vendita e la propria capacità di relazione con il pubblico”. Per Sara e Piergiorgio di Vianda.it è stato significativo tornare a casa guadagnando un approccio positivo al cambiamento imposto dalla pandemia: “avevamo bisogno di segnali che facessero ben sperare in una ripresa e abbiamo potuto constatare che tanti operatori si dicono fiduciosi e sono aperti nel trovare degli aspetti positivi in questo grande cambiamento che ha comportato il Coronavirus”.

Tutti terminano quindi l’esperienza con un bagaglio di nuove competenze e conoscenze, contatti, relazioni, idee e spunti per la propria attività. Alcuni progetti PIN stanno lavorando per concretizzare collaborazioni tra loro, altri stanno ricontattando in questi giorni i buyer incontrati, nella speranza che si traducano in accordi stabili, altri ancora sono già a lavoro per la stipula di nuovi contratti e partnership. Infine qualcuno, come Dario di PlacenPeople, racconta con soddisfazione che gli incontri con i nuovi partner in fiera si sono già tradotti in primi acquisti.

Forza ragazzi, che questa sia solo la prima tappa di una stagione piena di nuove soddisfazioni!

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Evviva la Sartoria militante! In visita da StigmaLab

23 Marzo 2022 ore 17:51

Ci sono posti in cui senti subito che c’è un’atmosfera particolarmente interessante. Di solito sono luoghi in cui è facile incontrarsi e confrontarsi, in cui liberamente viene facile ragionare insieme su questioni che appassionano.
La passione – ecco se dovessimo scegliere una parola per iniziare a raccontare una delle ultime visite che abbiamo realizzato come Staff sceglieremmo proprio questa, passione. Perché ascoltando Francesca, Mariagrazia, Fausta e Giada che ci raccontano di come è nata questa loro piccola ma ambiziosa impresa, capiamo subito che non hanno scelto certo la neutralità rispetto alle tematiche che affrontano nella propria quotidianità. E che proprio da questo impegno sono partite per costruire la propria impresa.


Ma in concreto, di cosa si occupano?
Volendo trovare una sintesi che racconti che cos’è Stigma lab, crediamo che una definizione possibile sia quella di “laboratorio di sartoria militante” in cui, attraverso la creazione di capi di abbigliamento, toppe, e oggetti artistici si prova a svecchiare categorie legate al genere e alla sessualità. Felpe, t-shirt, borse, ma anche serigrafie, quadri e foto e altri oggetti d’arte danno forma a messaggi concreti, diretti e di lotta agli stereotipi e alle classificazioni. Stigma lab è la concretizzazione di un percorso che le sue promotrici hanno iniziato da tempo, scegliendo di avere un ruolo attivo nella propria città. Ciascuna porta con sè quindi questo bagaglio di competenze che includono non solo quelle legate alla sartoria, ma alla creazione di eventi culturali, ai linguaggi artistici, alle sperimentazioni tecniche, contribuendo a rendere gli spazi dello store un posto non solo deputato alla vendita ma anche, e soprattutto, ad essere territorio di incontro/scontro e proposta culturale.

Con PIN, Stigma lab è diventato infatti non solo un marchio di moda ma anche un luogo fisico in cui poter condividere un approccio artistico, in cui sentirsi libere e liberi di sperimentare, in cui creare connessioni con altre realtà del territorio. Perché la vera battaglia culturale la si fa allargando il campo, stringendo alleanze, facendo diventare patrimonio comune il proprio impegno e la propria militanza.

Probabilmente questo che viviamo non è più tempo di rinchiudersi all’interno di steccati ideologici, di costruire barriere difensive per proteggersi, ma ad emergere è la necessità di aprire e aprirsi e, anche attraverso la moda, contaminare la comunità. Francesca e le altre lo fanno con un sorriso schietto, con la consapevolezza che si tratta di un percorso complicato, che ci sono ancora molti sacrifici da fare, e che aprire uno spazio significa anche imparare a destreggiarsi tra bollette, tasse, permessi, rapporti di vicinato, e tante altre incombenze. Il timore di non riuscire fa parte del gioco, e se si riesce ad accettarlo diventa una componente importante, uno stimolo a fare meglio il proprio percorso e a non sprecare un’occasione preziosa. La consapevolezza è di avere accettato una sfida complessa, perché quello che c’è da fare è anche strutturare un’azienda che dia supporto a questo impegno.


Oltre che sulle proprie capacità un elemento su cui poter contare, e che sembra non mancare, è la rete dei propri contatti già strutturati e la capacità/necessità di connetterli tra loro. E la rete intorno a Stigma lab rappresenta un vero punto di forza e una marcia in più: durante la visita abbiamo avuto l’occasione di poter incontrare Selena di Atelier Verderame e Doriana e Anna di Intrecci di Puglia, che hanno già avviato una collaborazione. La stessa Fausta, al nostro arrivo, era impegnata con la personalizzazione dei grembiuli per un’altra impresa PIN appena avviata, il Bistrot Biboù di Giulia e Sofia.


Che la comunità PIN fosse già particolarmente attenta e impegnata sul fronte del contrasto alle disparità di genere e alla lotta agli stereotipi d’altra parte lo avevamo potuto constatare già durante un incontro di networking organizzato a febbraio 2022 e dedicato proprio ai temi della diversità e dell’inclusione. Un’occasione partecipata in cui le diverse realtà imprenditoriali avevano potuto condividere strategie, opportunità ma anche criticità che stanno emergendo dal loro lavoro di sensibilizzazione.

Se poi dovessimo aggiungere un’altra parola all’impressione che abbiamo avuto andando da StigmaLab, penseremmo a “respirare”, inteso come necessità di allargare gli orizzonti, di includere senza omologare, di dare aria e cittadinanza a tutte e tutti. Il respiro che accompagna la sensazione di entrare in un mondo libero, un mondo che può e deve essere più leggero. Di quella leggerezza che provoca salutari starnuti e che Calvino descrive così poeticamente nel’incipit del suo Marcovaldo: “Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre”

E se, arrivati a questo punto, la domanda continua ad essere: ma è possibile provare ad abbattere gli stereotipi e le consuetudini con una toppa cucita sulla felpa o con una t-shirt indecorosa?
La risposta, almeno per noi e per le ragazze di Stigma lab, è, decisamente, .

Copertina del post Al via una nuova stagione di Networking: il primo incontro è dedicato a Div

Al via una nuova stagione di Networking: il primo incontro è dedicato a Diversità & Inclusione!

11 Febbraio 2022 ore 13:34

Venerdì 4 febbraio abbiamo inaugurato una nuova stagione di incontri di Networking, con il primo evento online dedicato a Diversità ed Inclusione. Tantissime realtà vincitrici PIN dedicano il proprio lavoro quotidiano all’abbattimento delle disuguaglianze e di qualsiasi barriera sociale. Durante l’incontro è stato fin da subito chiaro che il tema dell’inclusività è molto caro alla Comunità PIN.

All’evento hanno partecipato: ELEOS, progetto che si occupa di riabilitazione ed inserimento sociale attraverso la pratica del teatro; Degenereassociazione culturale che si occupa di sensibilizzazione sulle tematiche di genere; WondeRadioweb radio realizzata da persone ipovedenti, cieche e normovedenti; First Person Viewstart up innovativa che attraverso l’utilizzo di droni permette a turisti e cittadini con disabilità di visitare, con l’ausilio della realtà aumentata, luoghi altrimenti inaccessibili; Abbigliamento e contenuti per la sessualitàlinea di abbigliamento e contenuti social/multimediali sulla sessualità curati da esperti e professionisti; Stigma LABlaboratorio artigianale ed artistico con particolare attenzione verso le tematiche LGBTQA+; Different State, brand di moda sociale ed inclusiva; In carriera!associazione che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva; don’tBEEScared – staisenzAPEnsieri, progetto di apicoltura didattica urbana, che di recente ha sviluppato percorsi dedicati ad extracomunitari e persone con disabilità; SanaSanaun’app ideata per ordinare piatti veg a domicilio.

L’incontro è cominciato con la presentazione di alcuni bandi indetti dall’Unione Europea per enti che si occupano, per l’appunto, di diversità ed inclusione, considerata la convinzione condivisa da tutti i partecipanti che la gestione economica di progetti sociali comporta spesso delle difficoltà aggiuntive.

Dopo una prima parte dedicata alle presentazioni di ogni partecipante, è stato chiaro che molti progetti vincitori svolgono attività tra loro complementari che potrebbero essere notevolmente arricchite dal confronto e dalla collaborazione con altre realtà simili. Un esempio è rappresentato da Stigma LAB e Different State, entrambi progetti dedicati all’abbigliamento inclusivo e all’attivismo.

Il dibattito è stato maggiormente arricchito dalla condivisione delle problematiche riscontrate da ognuno dei vincitori nel proprio cammino di avviamento e di sviluppo: dagli ostacoli dovuti alla burocrazia troppo complessa alle difficoltà incontrate nel rapportarsi con le istituzioni a diversi livelli, dalle problematiche relazionali con le famiglie di persone con disabilità alla complessità legata alla gestione dei rapporti umani che qualsiasi impresa dedita al sociale incontra.

È stato bello notare però come ognuno dei presenti con le proprie peculiarità sia riuscito a trovare soluzioni proprie per risolvere le problematiche emerse, condividendole con i presenti e riportando agli altri anche messaggi di speranza. Come è facile immaginare, una soluzione comune e sempre vincente è quella di ampliare il più possibile la propria rete di collaborazioni, cercando di instaurare co-progettazioni fruttuose con le comunità di riferimento e con le pubbliche amministrazioni locali.

L’incontro ha rinnovato nei partecipanti la convinzione di far parte di una comunità attenta ai temi di inclusione di genere, orientamento sessuale ed etnia, facendo emergere collaborazioni che siamo sicuri in futuro saranno fondamentali per lo sviluppo di ogni progetto.

I prossimi incontri di Networking sono già stati inseriti in calendario: scoprite tutte le tappe e raggiungeteci per una chiacchierata!

Copertina del post Snap, ovvero come affrontare l’ultimo miglio con il mezzo giusto!

Snap, ovvero come affrontare l’ultimo miglio con il mezzo giusto!

21 Gennaio 2022 ore 15:38

Avete mai sentito parlare di ultimo miglio?
Probabilmente il primo riferimento per alcuni sarà cinematografico (state pensando al celebre “Il miglio verde”?) o piuttosto sportivo o magari legato al mondo delle regate.
In questo caso però la risposta ha a che fare con i processi aziendali, con la logistica e, secondo molti analisti, su questo aspetto si condensa un fattore a volte determinante in termini non solo economici, ma anche di impatto ambientale. Stando alle definizioni dunque, per ultimo miglio si intende la parte finale del percorso che una determinata merce compie da un hub logistico alla sua destinazione ultima, passaggio che spesso è quello meno efficiente perché genera alti costi e spreco di risorse.

Se collegate questa definizione all’esplosione del commercio online (e quindi a tutta la catena distributiva) e al fatto che dal momento in cui ordiniamo qualcosa online ci aspettiamo che, a poco prezzo, quello che acquistiamo giunga a noi nel minor tempo possibile, si capisce bene come il tema sia di assoluta attualità. Come migliorare quindi questo fondamentale passaggio? Spesso le idee più interessanti sono quelle che, al di là di aspetti tecnici complessi, offrono risposte semplici a problemi che impattano non solo sull’organizzazione aziendale ma capaci di generare ricadute interessanti anche sul cliente finale e sulla comunità in generale.

Francesco e Sergio, che con PIN hanno fondato la Snap s.r.l., hanno prototipato la loro personale risposta, frutto di un lungo processo di studio, che ha trovato una sua forma: un quadriciclo a pedalata assistita capace di coniugare una city car con una e-bike cargo a pedalata assistita, Snap appunto. Un veicolo da trasporto capace di percorrere 60 km senza ricariche e che grazie ad un ampio bagagliaio può efficacemente essere utilizzato per percorrere quell’ultimo miglio del trasporto di merci in sicurezza, abbattendo ogni tipo di problema legato alla mobilità urbana, come inquinamento, costi, traffico, tempo e sicurezza. La conformazione è pensata per muoversi agilmente e silenziosamente nel traffico, nelle ZTL e aree ciclabili comprese, consentendo spostamenti rapidi e a costi bassi.

La visione dei creatori, il designer Sergio D’argento e l’ingegnere Francesco Passarella, è poter conquistare le città del futuro con un’autovettura dal peso contenuto. In tema di sostenibilità ambientale il veicolo è stato poi progettato per ridurre la quantità di inquinanti presenti nelle città, grazie alle sue componenti sicure, silenziose ed elettriche.

Come ci racconta Francesco infatti: “L’idea è nata perché mi sono reso conto di quanto la mobilità urbana stesse diventando sempre più importante per ridurre l’inquinamento e, soprattutto, che non ci fosse ancora un veicolo capace di soddisfare queste richieste ecologiche, garantendo al contempo la sicurezza in caso di impatto e la protezione dagli eventi atmosferici. Il percorso nel settore automotive, maturato da entrambi presso grandi aziende automobilistiche, ci ha permesso di sviluppare forti competenze e analizzare non solo le esigenze degli utenti ma anche dell’attuale mercato, che incentiva giustamente una vita urbana sostenibile”.

Le caratteristiche vincenti di SNAP sono la riduzione delle emissioni di CO2, il peso contenuto, l’eliminazione dei costi del carburante e, nella versione da 0,25kW, l’assenza di targa e di relativi costi associati. Francesco e Sergio hanno delineato un mezzo che ben combina tecnologia ed ecologia per le sue peculiarità che superano il modello delle e-bike a pedalata assistita, finora condizionato dall’impossibilità di proteggere gli occupanti e le merci dagli agenti atmosferici, oltre che da palesi limiti di sicurezza esistenti nell’interazione tra una comune bicicletta e il traffico urbano.

E quando si chiede ai due di definire con una parola chiave la loro impresa, è Francesco a rispondere così: “Non c’è alcun bisogno di scegliere una parola che rappresenti la nostra azienda, se non il nome stesso: ‘snap!’, lo schiocco delle dita. E questo nome ha un senso ben preciso per noi, che vogliamo palesare sin da subito, agli occhi di chi ci vorrà scegliere, il suo significato, ovvero la facilità, pari a uno schiocco delle dita, con cui è possibile ripensare la mobilità urbana e diffondere le nostre idee anche al di fuori del contesto territoriale in cui viviamo”.

Attualmente il veicolo è operativo per essere testato presso un’azienda vinicola, le Cantine Coppi di Turi, che ha saputo offrire l’occasione per mettere alla prova questo veicolo con l’intento di trasformare gli sforzi dell’azienda in soluzioni semplici, ecologiche e migliori di quelle presenti. Perché, come racconta ancora Francesco “Snap ha molti punti di forza e ci riferiamo alle peculiarità innovative e sostenibili del nostro veicolo: leggero, agile nel traffico, semplice e  ̶  tenendo a mente le parole di Henry Ford ‘quello che non c’è non si rompe’ – dotato di pochi pezzi. L’unica criticità è l’attuale carenza normativa europea e nazionale specifica per le cargo bike a quattro ruote. Infatti al momento la normativa di riferimento per le e-bike, la EN15194, non prevede in maniera esplicita veicoli che siano riconducibili ad e-bike, a più di due ruote. Inoltre il limite di potenza di 250W è leggermente limitante nel caso di un veicolo cargo a pedalata assistita”.

E il futuro? Dopo questa fase di test sul campo, l’obiettivo su cui lavora la Snap s.r.l. è quello di esportare il progetto, riuscire ad avviare la produzione e la commercializzazione, perché a giugno prossimo è infatti previsto l’avvio della prevendita dei veicoli. In bocca al lupo, ragazzi!

 

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Posted by SNAP on Friday, December 17, 2021