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Officina Chiodo Fisso: dal Carnevale e da Barcellona l’ispirazione per l’officina del futuro made in Puglia!

08 Marzo 2022 ore 08:42

Emanuele Ricchi e Alessio Verdolino hanno avviato nel 2020 Officina Chiodo Fisso, una nuova idea di officina che vuole coniugare le tradizioni del loro territorio, terra di maschere, cartapesta e Carnevale, le innovazioni apprese durante la formazione in giro per l’Europa e la sconfinata passione per la natura in tutte le sue forme, da cui traggono materiali e ispirazione. 

Li abbiamo incontrati per farci raccontare cosa li ha spinti a partecipare a PIN, come è stato portare avanti l’attività dopo la vittoria del bando e come stanno gestendo il follow up a oltre un anno dall’avviamento. 

Quando si varcano le soglie di Officina Chiodo Fisso ci si sente trasportati per un attimo in un mondo magico: sulla sinistra stampanti 3D danno vita a progetti coloratissimi, sugli scaffali si accavallano pezzi di sculture di cartapesta di dimensioni enormi, in ogni dove sbucano animali in ferro a grandezza naturale, le pareti sono ricoperte di schizzi e post-it derivanti da chissà quale brainstorming. 

I due si conoscono a Putignano, città del famoso Carnevale e città natale di entrambi, durante l’estate del 2017, perché tutti e due, per ragioni diverse, si trovano a far parte dello Staff del FAU Festival, un festival cittadino dedicato alla fabbricazione e all’arte urbana. 

In quell’estate Emanuele è già attivo sul territorio con il nome di Officina Chiodo Fisso, dopo aver fatto gavetta nei Capannoni del Carnevale di Putignano, mentre Alessio ha un suo studio di Architettura a Madrid, dove si è trasferito dopo la sua formazione tra Roma e Barcellona: conoscendosi meglio, ci raccontano, hanno capito subito di avere competenze, sogni e abilità complementari. 

Si può dire che per i due sia stato un vero e proprio colpo di fulmine: nei mesi successivi Alessio lascia la Spagna e, tornato in Puglia, assieme a Emanuele realizza un’installazione interattiva per un rinomato festival della loro città: “è stato il nostro primo progetto insieme dalla fase di brainstorming alla realizzazione effettiva, in cui abbiamo potuto unire il background di artigiano di Emanuele con il mio di designer, scoprendo che quell’accoppiata  effettivamente funziona. Da lì il nostro sodalizio è continuato in maniera estremamente naturale nel corso dei mesi, durante i quali, sempre collaborando con altre realtà sul territorio, abbiamo costruito passo dopo passo quello che vedete oggi.”.

Dopo un anno di lavoro insieme però la necessità di avere uno spazio in cui poter dare vita in totale tranquillità e sicurezza alle loro idee è diventata importante e per questo, sotto consiglio di un’amica progettista, decidono di partecipare a PIN. 

“PIN è una grande opportunità, che ognuno di noi due aveva valutato anche individualmente. Bandi come questo offrono un’opportunità anche a chi non dispone di fondi propri, ma solo di idee valide e voglia di mettersi in gioco e di costruirsi una strada, testando le proprie capacità. 

Quando noi siamo partiti lavoravamo con macchinari autocostruiti, prestati o acquistati con le poche finanze di cui disponevamo e ovviamente questo per noi era un limite, in quanto difficilmente riesci a rivolgerti ad un pubblico ampio ed esigente senza le giuste attrezzature.”.

Ma il lavoro fatto negli anni, la formazione e il background variegato di entrambi li hanno aiutati: soprattutto nella fase di definizione del progetto tutti e due avevano le idee chiare sul futuro che si immaginavano e questo ha permesso loro di sfruttare al meglio le opportunità messe a disposizione dal bando. 

L’avviso PIN ci ha permesso di far evolvere un investimento che noi già avevamo avviato: abbiamo usato ogni centesimo dei 30mila euro ricevuti per spingerci sempre un passo più avanti, affittando lo spazio che oggi ci ospita e potendo coinvolgere una serie di professionisti che ci ha guidato nel nostro percorso.”. 

Alessio: “Sono tanti gli aspetti del bando PIN che riteniamo particolarmente interessanti: sicuramente il modello del Canvas PIN, che ti costringe a lavorare per obiettivi a breve, medio e lungo termine, ci ha permesso di capire come organizzare le varie fasi del lavoro ed è un modello che adesso stiamo provando ad applicare di anno in anno.”.

Emanuele: “Ma anche l’idea che il finanziamento non sia erogato tutto nello stesso momento, ti spinge a lavorare con maggiore precisione finanziaria e amministrativa, cosa che per noi è stata fondamentale per questo primo anno di attività. Grazie ai gettoni dell’accompagnamento poi, abbiamo potuto avvalerci dell’aiuto di professionalità esterne che ci hanno guidato e supportato nello sviluppo di impresa: nel nostro caso è stato fondamentale coinvolgere un ingegnere per la sicurezza che ci ha aiutato nella transizione da associazione ad azienda.”. 

Parlando con loro è impossibile non notare quanto siano fieri e convinti del percorso che hanno intrapreso come azienda e delle potenzialità del loro progetto. 

Provenendo da ambiti di formazione molto diversi, il loro è un approccio innovativo verso il processo creativo: non si pongono limiti nell’utilizzo di materiali e i progetti realizzati sono la dimostrazione della loro poliedricità, in quanto spaziano negli ambiti più diversi. 

Oltre a dedicarsi all’ideazione e realizzazione di oggetti artistici il duo di Officina Chiodo Fisso collabora con diversi festival culturali del territorio del sud-est barese, per i quali realizza installazioni site specific, e ha realizzato alcuni progetti di rigenerazione Urbana sia a Putignano che in altri paesi del circondario.

Nonostante abbiano avviato l’impresa nel pieno della pandemia sono riusciti a mantenere attivi i contatti creati durante gli anni precedenti di impegno in associazioni e di gavetta nei capannoni del Carnevale e questo ha permesso loro di continuare a lavorare, seppur in forma ridotta, anche quando il resto del mondo si è fermato. 

Quando gli chiediamo cosa hanno in cantiere quasi all’unisono ci rispondono che il più grande interrogativo di questi mesi è testare e provare a lavorare materiali più conformi alla loro idea di sostenibilità: “È dalla fine dello scorso anno che ci interroghiamo sul tema della sostenibilità dei materiali che lavoriamo e sicuramente questo sarà un tema che porteremo con noi per lungo tempo: quest’anno vogliamo testare nuovi materiali a basso impatto ambientale provando a portare nel nostro ambiente artistico e culturale prodotti innovativi ma anche una nuova consapevolezza.”. 

Ma non è tutto: come ci dicono loro stessi, infatti, sin dall’inizio hanno deciso che avrebbero mantenuto alto il grado di sperimentazione e innovazione dei progetti e per fare ciò l’unica via è partecipare a bandi regionali, nazionali ed europei. Ed è proprio così che sono nati due dei progetti che li tengono occupati ora ma anche per i prossimi mesi: il primo in collaborazione con l’APS Venti di Scambio di Conversano, si chiama “CAOS – Cittadinanza Attiva Open Source” ed è un progetto molto ambizioso che punta ad aprire a Conversano un punto Precious Plastic, ovvero un laboratorio di raccolta e trasformazione della plastica, e a concretizzare all’interno della stessa sede uno spazio in cui realizzare laboratori legati all’autoimprenditorialità, alla progettazione europea e al design sostenibile; il secondo progetto invece è in collaborazione con il comune di Capurso per la riqualificazione di un antico edificio ecclesiastico che verrà trasformato in un museo. 

Tra le attività in cantiere spiccano anche diversi laboratori avviati con progetti di PCTO con gli istituti scolastici o con le associazioni del territorio, come iMake, associazione culturale che gestisce l’ex Macello, con la quale già lo scorso anno hanno realizzato un laboratorio che spaziava tra gli ambiti del design, dell’ecosostenibilità e della progettazione condivisa e che aveva come obiettivo finale la realizzazione di arredi esterni per l’ex Macello di Putignano, di Conversano e di Corfù. Durante il laboratorio assieme ai partecipanti si sono attraversate le varie fasi della progettazione, fino alla creazione finale del prodotto in ceramica che è stato realizzato grazie alla collaborazione con Marco Rocco, celebre ceramista di Grottaglie. 

 

Tra i progetti a lungo termine un posto speciale è riservato al Carnevale: rimane infatti la voglia di continuare a partecipare al Carnevale sperimentando nuove forme di progettazione che siano in grado di coinvolgere la comunità a più livelli e nuovi modi di vivere la cartapesta, sempre con un occhio puntato alla sostenibilità. 

Tra tutti i lavori di cui si occuperanno nel 2022 ci sono progetti cominciati negli anni precedenti, durante la militanza in associazione e questa è la dimostrazione che “se riesci ad avere una visione chiara di ciò che ti interessa e di ciò che vuoi fare, prima o poi i risultati e i riconoscimenti arrivano.”

 

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In visita da…. Mr.Sciocco: un racconto di sfide al sapore di cioccolato

28 Febbraio 2022 ore 11:10

Marianna e Stefano hanno vinto l’avviso PIN nel luglio 2020 con il progetto LatoBi, quando il mondo intero era da pochi mesi sconvolto dalla pandemia dovuta al Covid-19, e insieme hanno fondato la Mr.Sciocco srl.

Siamo andati a trovarli nel laboratorio in cui, a maggio 2021, ha visto la luce la prima tavoletta in Italia intesa come alternativa 100% vegetale al cioccolato bianco e certificata “Lactose&Milk Free” (marchio di riferimento per le persone che soffrono di allergie e intolleranze al lattosio e alle proteine del latte).

Dall’avvio il team intorno a Marianna e Stefano si è ampliato, includendo anche Chiara e Valeria Greco, rispettivamente Social Media Manager e Responsabile Marketing. Figure esterne che i fondatori di Mr.Sciocco hanno voluto coinvolgere affinché apportassero valore aggiunto al progetto e dessero un contributo in termini di competenze strategiche per lo sviluppo dell’impresa. La prima cosa che Stefano infatti sottolinea è l’importanza del team e dell’accordo di collaborazione stipulato con queste risorse esterne che si evolverà in futuro con il loro ingresso ufficiale in società.

In tal senso è stato cruciale utilizzare in modo appropriato e lungimirante anche i gettoni dell’accompagnamento PIN: grazie alla possibilità di conoscere la professionalità di Valeria nell’ambito della prima consulenza strategica, durante la quale la professionista si è entusiasmata del prodotto, è nata una passione comune per il progetto che ha fatto diventare la consulente una collaboratrice in campo marketing. Anche i restanti gettoni adoperati durante lo svolgimento delle attività progettuali hanno costituito una base per successive, e ancora presenti, collaborazioni. L’avvocato Elio Enrico Palumbieri con la sua consulenza in diritto agroalimentare è tuttora un punto di riferimento per Stefano e Marianna, che ad ogni dubbio in tale ambito si rivolgono al professionista, certi del suo supporto. Con il fotografo Fabio Ingegno, la cui consulenza strategica ha permesso di rimodulare l’immagine aziendale e del prodotto, si è innescata una collaborazione che a breve sfocerà nella realizzazione di una nuova campagna fotografica dedicata alla tavoletta. Infine lo studio dell’avvocato Maria Rita Cassone è risultato decisivo per la consulenza in ambito di registrazione del marchio, ad oggi registrato sul territorio italiano. Tuttora l’affiancamento prosegue per la registrazione a livello europeo, con l’utilizzo di un voucher all’interno dell’iniziativa SME Fund (lanciata dall’European Union Intellectual Property Office – EUIPO), e con la valutazione sull’opportunità ulteriore di una registrazione del marchio a livello internazionale.

Stefano ci tiene a sottolineare che l’aver incluso nuovi collaboratori “ha migliorato il nostro team: siamo partiti in 2 io e Marianna e adesso siamo in 5, tutti con studi e competenze diversi alle spalle!”. Poi a fine 2021, grazie alla collaborazione con l’Istituto di Istruzione Secondaria “Polo Tecnico del Mediterraneo” di Santa Cesarea Terme, si aggiunge uno stagista che svolge presso Mr. Sciocco un tirocinio di 150 ore e che a breve continuerà il suo percorso professionale come parte del team in affiancamento al responsabile di produzione.

Le acquisizioni di risorse a supporto dell’azienda non finiscono qui, perché Marianna e Stefano stanno portando avanti una collaborazione con il CNR di Lecce per un progetto legato al bando “RIPARTI: assegni di RIcerca per riPARTire con le Imprese” (attivato da Regione Puglia e rivolto a Università, Enti Pubblici di Ricerca e imprese pugliesi) di cui stanno aspettando l’esito: il progetto prevede l’emissione di un assegno di ricerca della durata di 18 mesi con attività da svolgere tra università e azienda.

Di recente hanno anche stipulato una convenzione con l’Università degli Studi di Bari per accogliere una laureanda magistrale in Scienze della Nutrizione per la Salute Umana, per svolgere 550 ore di tirocinio che confluiranno nel lavoro di stesura della tesi di laurea.

Stefano e Marianna raccontano questi aspetti con l’orgoglio di chi ha una visione aziendale aperta e dinamica, nella convinzione che ogni apporto di studi o professionale sia un’opportunità per implementare l’impresa e aprirla a nuovi orizzonti.

Un ulteriore aspetto interessante del loro percorso è rappresentato dalle opportunità che sono stati in grado di cogliere o che a breve si aspettano di avviare. Tappa successiva alla aggiudicazione di PIN è stata la domanda per il bando NIDI di cui a brevissimo dovrebbero conoscere l’esito. 150.000 euro per ampliare la capacità produttiva (attraverso l’acquisto di attrezzature e macchinari) e di confezionamento (attraverso la resa automatizzata) ma anche per l’investimento in fonti di energia rinnovabili, con l’acquisto di pannelli solari, che risponde all’idea di un’azienda sostenibile sotto più aspetti, non solo nel reperimento delle materie prime. Il team di Mr.Sciocco inoltre guarda già al “dopo-NIDI” ipotizzando la presentazione di una domanda per la misura TecnoNidi.

Ad aprile 2021 hanno partecipato al corso di accelerazione di Startup University, come unica azienda del settore food. Protagonisti nella fase 1, nella fase 2 e all’Investor Day che si è tenuto tra ottobre e novembre del 2021, hanno avuto l’occasione di presentare Mr.Sciocco e ricevere feedback positivi. Questa esperienza, ci dicono, ha permesso loro di entrare in contatto con potenziali investitori e li ha portati a decidere di avviare la trasformazione in start up innovativa, in modo da “entrare nel mercato dei capitali, posizionarci velocemente sul mercato attuale e farci riconoscere come brand”.

Tra le collaborazioni nate durante lo svolgimento del progetto e ancora in corso, sottolineano quella con AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti) e con BionIT Labs, un’altra azienda avviata grazie all’avviso PIN e che si è occupata della stampa 3D del primo prototipo della tavoletta.

La tavoletta vede il suo ingresso ufficiale sul mercato italiano con il lancio dell’e-shop nel settembre 2021. E in merito alle strategie di marketing, Valeria Greco ci spiega come per un prodotto di questo tipo sia stato necessario strutturare un piano di ingresso nel mercato sia online che offline incentrato sul coinvolgimento di influencer, sull’utilizzo di freebie e di codici sconto nelle prime settimane, anche in occasione di alcuni specifici eventi o festività, per avvicinare la platea dei potenziali interessati e per spingere le vendite. A questa prima fase ne è seguita una di campagne di vendita dirette sui social network a cui presto si aggiungerà quella su motori di ricerca come Google. Le strategie messe in campo hanno permesso di assestare le vendite su un numero minimo giornaliero con l’obiettivo di implementarle ulteriormente. Sui canali social, e qui interviene Chiara, si è reso necessario andare oltre la focalizzazione sul prodotto e coinvolgere il pubblico attraverso infografiche, quiz, approfondimenti tematici: “Puntiamo alla descrizione di ciò che facciamo, chi siamo, perché siamo diversi da altri”. Queste strategie hanno permesso di raggiungere una copertura sui contenuti social di 1 milione di persone. “Adesso puntiamo ad attivare le recensioni del prodotto su Google, ad ottimizzare il sito internet e a delineare una strategia specifica per blog e newsletter attraverso nuovi contenuti e articoli”.

Se affrontiamo l’argomento dell’ampliamento di mercato Stefano e Marianna ci raccontano che dopo l’ingresso sul mercato italiano, ora stanno portando avanti lo studio del mercato estero, in particolare di quello UK, e delle specifiche richieste che ogni paese avanza in ambito etichettatura e certificazione. “La spinta a guardare alle opportunità dei mercati esteri è partita da un corso gratuito che abbiamo frequentato, organizzato dall’Agenzia ICE e dedicato all’import/export. Si è trattata di un’esperienza molto interessante e utilissima che ci ha permesso di entrare in contatto con docenti molto preparati, professori universitari o professionalità con background importanti nel mondo aziendale”. In quel contesto inoltre hanno scoperto un’azienda che si occupa di consulenza nell’ambito etichettatura con cui sono rimasti in contatto. Insomma dalle loro riflessioni ci sembra che davvero ogni occasione sia sempre preziosa per prendere contatti, innescare collaborazioni, incrementare conoscenze e confronti.

Un altro aspetto importante del progetto è stata l’acquisizione della certificazione Lactose&Milk Free a cui adesso stanno valutando di aggiungere la certificazione per il Senza Glutine.

Gli chiediamo cosa si sentono di consigliare ad altri vincitori PIN del settore food o in generale ad altri giovani imprenditori e Stefano racchiude tutto in pochi punti: Team: ricerca di professionisti che possano sposare il progetto e portare valore. Velocità di esecuzione: non aver paura di uscire allo scoperto con le proprie idee. Fare rete: appena si ha un dubbio, il segreto per quanto banale, è chiedere! Perché ti fa scoprire nuove soluzioni, nuovi mondi. Chiedere a chi ha già vissuto quel momento, a chi è più esperto di te e può darti consigli utili per risparmiare tempo!”. E qui Marianna aggiunge: Fare rete è quello che PIN ci ha insegnato…tutti gli strumenti che quest’opportunità ci ha fornito sono stati utilissimi”.

Marco poi sottolinea che è essenziale mettere al centro le richieste del mercato, ascoltare il mercato, “un’idea deve sempre risolvere un problema, se non lo fa non c’è innovazione” e difatti per la forma della tavoletta hanno testato questo aspetto: “ci eravamo fatti tutti un’idea di quella che per noi poteva essere la forma migliore ma appena abbiamo chiesto al pubblico, la risposta è stata del tutto diversa da quello che ci aspettavamo. Per questo mai fossilizzarsi su un’idea, ma pensarla in modo elastico, cucirla su misura e adattarla al mondo circostante e ai suoi bisogni.”

Questa chiacchierata ci ha fatto conoscere i tanti passi a volte decisivi di Mr.Sciocco. La sua ricetta non è poi così segreta: tra gli ingredienti anche voi potreste percepire tutta la passione, la dedizione, la forza di volontà, di questo genuino e intraprendente team pugliese! Non resta che assaggiare la loro tavoletta LatoBi.

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Cargo|tech|ture³ a Dubai: il racconto di un’esperienza unica

24 Febbraio 2022 ore 16:30

Claudia Melissa e Giuliano hanno vinto l’avviso PIN con Cargo|tech|ture³, progetto dedicato alla pianificazione di soluzioni architettoniche innovative ed ecosostenibili, che prevedono l’utilizzo di container marittimi usati e la creazione di nuovi luoghi di fruizione turistica del territorio rurale e del patrimonio culturale enogastronomico. Hanno vissuto un’esperienza di confronto e crescita che ha segnato positivamente il loro percorso e che con questo racconto hanno voluto condividere con la comunità PIN, affinché possa essere di ispirazione ed esempio. Leggiamo di seguito la loro diretta testimonianza.

Sentiamo tanto parlare dell’importanza del “fare rete” e partecipare a PIN ci ha permesso di toccare con mano quanto sia vero. Qualche settimana dopo aver saputo di essere vincitori dell’avviso ed in piena fase di scrittura del progetto di dettaglio, abbiamo partecipato ad uno dei pochi eventi in presenza che il Covid ci ha concesso nella “tregua” estiva. In quell’occasione abbiamo avuto modo di parlare con il proprietario di un’agenzia che organizza eventi internazionali e con entusiasmo gli abbiamo raccontato cosa fosse PIN, come permetta di realizzare e promuovere il nostro progetto, quanto vorremmo che possa avere un follow up internazionale. Una chiacchierata e del sano networking insomma! Immaginate la nostra sorpresa quando qualche settimana dopo ci ha contattato dicendoci che stava organizzando in collaborazione con il DCT di Abu Dhabi (Department of Culture and Tourism) una “missione” negli Emirati Arabi per una delegazione di imprenditori che desideravano partecipare ad una serie di incontri B2B con operatori selezionati e networking in concomitanza con Expo 2020. Se lo desideravamo potevamo far parte della delegazione, organizzare un evento tutto nostro ad Abu Dhabi in una location da sogno, nonché visitare per 2 giorni Expo come ospiti del DCT. Davvero un’occasione da prendere al volo!

Abbiamo iniziato a fare il conto alla rovescia e a “correre” per arrivare pronti, siamo diventati l’incubo di fornitori e corrieri, pronti a studiare un eventuale piano B per fronteggiare gli immancabili imprevisti. Abbiamo tenuto le dita incrociate ad ogni tampone molecolare pre-partenza ed in aeroporto igienizzato maniacalmente qualsiasi cosa. Una volta atterrati e ricevuto il codice per attivare l’app Al Hosn (un equivalente del nostro Green Pass) abbiamo finalmente abbandonato i cappotti e ci siamo ritrovati all’improvviso nei caldi Emirati Arabi.

Per gli Emirati Arabi Uniti il 2021 è stato un anno speciale e la scelta della settimana in cui è stato organizzato l’evento non è stata casuale: il 2 dicembre è stato infatti celebrato il Giubileo d’oro, ovvero i primi 50 anni della nazione che riunisce i sette emirati di Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. Gli Emirati Arabi Uniti puntano a diventare un “grande laboratorio di innovazione e sperimentazione per il resto del mondo” per questo ci è sembrato il luogo perfetto in cui parlare di Cargo|tech|ture³.

La location scelta per l’evento era la Ball Room dell’hotel West In Abu Dhabi. Dopo la site inspection abbiamo incontrato il referente del DTC e fatto un check del programma che prevedeva la registrazione degli ospiti, un welcome cocktail di networking per rompere il ghiaccio e poi il trasferimento in sala per la parte più importante dell’evento pensato come un interactive forum con la presentazione del progetto all’intera platea, una sessione di Q&A suddivisi in gruppi da 6 e a seguire un gala dinner.

Presentare davanti a un pubblico per la prima volta la nostra idea e come intendiamo realizzarla è stata un’emozione davvero forte, ma ancora più emozionante è stato vedere l’interesse concreto per le nostre soluzioni Cargo|tech|ture³, seppur ancora ad uno stadio di progettazione embrionale. Abbiamo preso contatti con un’azienda che si occupa di logistica e movimentazione container, con architetti e ingegneri interessati a proporre le nostre soluzioni nei loro progetti e con operatori del settore MICE interessati alla possibilità di acquistare o noleggiare Cargo|tech|ture³ come aree servizi/eventi in location fuori dal comune.

Il giorno successivo la delegazione è approdata per la visita guidata ad Expo 2020, che ha per titolo “Connecting minds, creating the future” e i cui spazi sono suddivisi in 3 distretti tematici: OPPORTUNITÀ – liberare il potenziale dei singoli e delle comunità per creare un futuro migliore; MOBILITÀ – sistemi innovativi di logistica, trasporto e comunicazione di persone, beni e idee; SOSTENIBILITÀ – accessibilità e resilienza delle risorse ambientali, energetiche e idriche.

Il focus della nostra visita è stato sulla sostenibilità e per noi è stato particolarmente interessante vedere come i container marittimi siano stati utilizzati in diversi modi: ad esempio i padiglioni della Jamaica e di Djibouti sono stati realizzati con container provenienti da porti di tutto il mondo, oppure nel padiglione Australia sono stati trasformati in food truck.

Ovviamente abbiamo visitato il Padiglione Italia, un’architettura progettata secondo i principi dell’economia circolare che ospita circa 28mila visitatori al giorno, ideata per mettere in scena con creatività e innovazione “la bellezza che unisce le persone”. La copertura del padiglione è costituita da tre scafi di navi a grandezza naturale, mentre il fronte principale dell’edificio è caratterizzato da una facciata multimediale a forma di tenda, realizzata con corde nautiche illuminate da LED, in plastica riciclata. Per produrre le corde è stato usato l’equivalente di circa 2 milioni di bottiglie di plastica. Per realizzare il padiglione pensando alla sostenibilità sono stati utilizzati materiali innovativi come alghe, fondi di caffè, bucce d’arancia e sabbia. La climatizzazione del padiglione avviene con un sistema naturale di mitigazione del clima, un sistema alternativo all’aria condizionata per raffrescare edifici e ambienti urbani in modo sostenibile. Inoltre una coltivazione di microalghe, come ad esempio la spirulina, rende possibile la purificazione dell’aria grazie alla biofissazione dell’anidride carbonica, prodotta dai visitatori.

Abbiamo trovato di grande ispirazione anche il padiglione dell’Olanda, dal nome Biotope, che possiede un sistema integrato per il raccoglimento dell’acqua, la coltivazione e la creazione di energia pulita. La sua tecnologia estrae l’umidità dall’aria del deserto e la usa per irrigare un giardino verticale a forma conica usato per coltivare piante commestibili e persino funghi, grazie alla sua capacità di creare un microclima interno. La struttura fa ricorso a pannelli solari come la principale fonte di energia mentre l’acqua raccolta grazie alla tecnologia di Sun Glacier cade all’interno del cono come una cascata arrivando perfino a generare 800 litri al giorno.

In realtà ogni padiglione che abbiamo visitato meriterebbe una menzione, da quello del Marocco realizzato interamente in terra cruda a quello di Singapore che ricrea una foresta le cui esigenze idriche sono soddisfatte da un sistema di desalinizzazione solare a osmosi inversa. Ma rischieremmo davvero di diventare prolissi!

Abbiamo cercato di far tesoro di ogni spunto e raccolto tantissime informazioni non solo su Expo, ma sugli Emirati in generale che, con le oltre 200 nazionalità che convivono pacificamente nel Paese e contrariamente a quanto alcuni potrebbero pensare, hanno fatto della tolleranza e del dialogo un faro, fil rouge anche della realizzazione del museo Louvre Abu Dhabi e della magnifica Gran Moschea dello Sceicco Zayed.

Prima di ripartire abbiamo voluto dare un ultimo sguardo a Dubai da un altro punto di vista, ovvero dal Burj Khalifa, il “Tetto del Mondo”, che con i suoi 828 metri non è semplicemente un capolavoro d’ingegneria, ma celebra i progressi dell’umanità che punta sempre più in alto.

Adesso siamo tornati qui, in Puglia, carichi, motivati e curiosi di vedere gli sviluppi di questa esperienza, consapevoli che davvero come dice Vinicius de Moraes “la Vita è l’arte dell’incontro”.

Copertina del post Book Boat – Un’impresa che sa di salsedine e vento

Book Boat – Un’impresa che sa di salsedine e vento

20 Luglio 2021 ore 15:15

Unire competenze diverse per provare a fare qualcosa che ci appassiona: spesso le imprese nascono dalla combinazione di questi due ingredienti fondamentali. Se poi ci aggiungiamo la capacità di valorizzare le risorse che il territorio offre e quella di creare dei legami con la propria comunità, i risultati saranno sicuramente soddisfacenti. Molte delle imprese che compongono la comunità PIN prendono avvio infatti dal mettere a disposizione di un territorio il proprio talento e le proprie competenze, per promuovere servizi e prodotti innovativi. La partenza poi è uno dei momenti affascinanti, in cui quell’idea che magari da tempo frullava in testa inizia a diventare qualcosa di concreto. 
In questo articolo ci siamo fatti raccontare dalla voce di Grazia e Alessandro, fondatori della Book Boat sas azienda specializzata in servizi nautici ed educativi, come è nata questa avventura che sa di salsedine e vento, e che ci porta alla scoperta del mare e della costa del Gargano in compagnia di buoni libri.  E se capitate a Vieste quest’estate, non dimenticatevi di cercare in porto “Betta” e salpare con loro!

 

“Sin da quando è iniziato tutto, e quando dico tutto intendo dal giorno in cui abbiamo avviato la nostra pratica online, è partito quello che definiremmo “il fantastico viaggio di un’idea”… se non fossimo stati proprio noi, Grazia e Alessandro ad unirci per presentare questo progetto non sarebbe nata la Book boat. L’idea iniziale infatti è scaturita proprio dall’aver mixato le nostre competenze e dalla necessità di convogliarle sulla stessa rotta. Come unire me, Grazia, da sempre legata al mondo dell’infanzia e appassionata di albi illustrati, e Alessandro con la sua patente nautica conseguita e poi messa da parte?


Inizialmente un’idea che sembrava complessa da realizzare ma ci abbiamo creduto comunque!
Abbiamo creduto alla possibilità di far conoscere il territorio di Vieste mettendo a punto un’escursione che non fosse “la solita escursione”. Salire a bordo di una barca per condividere in famiglia attimi speciali tra le bellezze del Gargano, attività a bordo e le fantastiche storie custodite nel nostro forziere delle meraviglie. Leggere “ammesso” accanto al nostro progetto in quella lista messa online a seguito della valutazione dello Staff Pin è stata la prima vittoria.
I mesi successivi è partita la complicata ricerca della nostra compagna di viaggio d’eccellenza: la barca.
Non è stato semplice, in alcuni momenti ci è sembrato di cercare invano. Ne abbiamo viste tante, nessuna rispecchiava però le nostre aspettative. Tre i mari in cui abbiamo navigato prima di trovare la barca giusta per la Book boat: Adriatico, Ionio e Tirreno.
La prima destinazione è stata Santa Maria di Leuca, abbiamo percorso in una sola giornata il viaggio di andata e ritorno attraversando la nostra lunghissima Puglia, dallo Sperone d’Italia sino alla punta più estrema del tacco dello stivale. Partiti speranzosi … rientrati in giornata consapevoli che era solo l’inizio, la ricerca non si sarebbe conclusa tanto facilmente. Ma non ci siamo scoraggiati.Lei c’era e aspettava solo che noi la raggiungessimo nel mare che bagna l’Arcipelago delle cosiddette “sette sorelle”, le Isole Eolie. Ancora un altro lungo viaggio prima di arrivare da Betta. Abbiamo raggiunto la Sicilia due volte in un mese, per un totale di 2836 km tra terra e mare, per assistere all’esecuzione delle varie fasi della perizia navale. Tanti chilometri, tanti giorni di viaggio ma poca stanchezza perché erano le emozioni a prevalere su tutto.
Esito della perizia? BETTA ERA PERFETTA.

E allora hanno preso il via i contatti con ditte autotrasportatrici perché i suoi 9,40 m di lunghezza e 2,80 m di larghezza necessitavano di un “trasporto eccezionale”. La sera in cui ha fatto ingresso per la prima volta a Vieste pioveva… sarà perché, come solitamente si dice per le spose, “barca bagnata, barca fortunata”? Ce lo auguriamo!  Alessandro faceva strada con la macchina all’autotrasportatore, io e i nostri figli eravamo sul ciglio della strada per accogliere con entusiasmo il nostro destriero. Dopo il tempo necessario per le opere di rimessaggio e personalizzazione in cantiere, finalmente Betta ha iniziato a solcare il nostro mare garganico. Pronta lei e pronti noi dell’equipaggio per regalare emozionanti esperienze!

Come tutta la gente di mare che si rispetti occorreva anche a noi un porto sicuro in cui custodire la nostra collezione di albi illustrati, fornire informazioni sui servizi promossi dalla Book Boat e regalare emozioni ed esperienze anche sulla terra ferma. Non potevamo chiamarlo semplicemente ufficio, meritava un nome degno della nostra fantastica avventura: POSTAZIONE TERRESTRE, ci è sembrato perfetto!


Al suo interno cura e dettagli sono di casa: una fantastica libreria in legno costruita lettera per lettera dalle mani di un artigiano, un ramo portato dal mare, recuperato in una delle mie passeggiate invernali su una delle spiagge sabbiose di Vieste, la macchina da scrivere della mia mamma, una Olivetti Studio 45, che i nativi digitali abituati ad una tastiera utilizzano con curiosità e lentezza. La stessa lentezza che contraddistingue lo scrivere una lettera per noi, abituati ai messaggi WhatsApp, da imbucare nella POSTA DI BETTA perché arrivi davvero al destinatario.
Abbiamo fatto della nostra barca un vero e proprio personaggio e stiamo già procedendo affinché possa entrare a far parte dell’immaginario collettivo dei bambini che avranno il piacere di salirci a bordo diventando con le loro famiglie “amici di Betta”.

 

Durante la nostra prima uscita ci siamo letteralmente emozionati. Non ci sembrava vero, stavamo per fare nella realtà quello che fino ad allora avevamo solo immaginato. Un’emozione che ho cercato di trasmettere ai bambini e ai genitori a bordo esortandoli a credere sempre e comunque nelle loro idee, forza di volontà e determinazione sono ingredienti indispensabili… se poi ci si aggiunge, come nel nostro caso, il benestare della Regione Puglia allora si possono davvero spiegare le vele.
Siamo convinti che il fantastico viaggio della nostra idea, come quando si viaggia di porto in porto, ci porterà di volta in volta a salpare per entusiasmanti nuovi punti di partenza, nuove idee, nuove esperienze da vivere e condividere.”