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Maraki FoodLab: il cibo è buona storia!

13 Maggio 2022 ore 09:54

Chi li segue attraverso i loro account social, sa bene che Valentina e Andrea Pietrocola, sorella e fratello e soci in affari, sono sempre impegnatissimi, tra creazione di contenuti digitali, viaggi, incontri di lavoro e relazioni con aziende e testimonial del variegato mondo dell’agroalimentare italiano. A fronte di questa varietà di impegni però c’è una costante, ed è la classica domanda: “Ma quindi, esattamente, voi che lavoro fate?“,
di solito è Andrea a rispondere:
– Non sono uno chef/cuoco
– Non sono in pasticcere
– Non sono un ristoratore
SONO un imprenditore e mi occupo di comunicazione per le aziende agro-alimentari.

Più chiaro di così non si può!

 

Abbiamo deciso di farci raccontare di più direttamente da loro, e l’occasione è stata l’inaugurazione di Maraki FoodLab, uno spazio a Foggia al cui allestimento hanno dedicato molte settimane di lavoro, fondamentale per aggiungere quel tocco di professionalità alle proposte di Maraki. Andrea e Valentina hanno quindi utilizzato l’occasione di un bando come PIN come strumento per dare forza e struttura ad attività che erano partite già da tempo.

Partiamo quindi dalla fine: Ci raccontate cos’è un foodlab? Che tipo di attività vengono realizzate e cosa, nello specifico, caratterizza il Foodlab targato Maraki?

Il Foodlab è uno spazio in cui il cibo e la comunicazione sono protagonisti a 360 gradi, il tutto in una dimensione domestica: infatti Maraki è un appartamento che nasce al 5 piano in pieno centro a Foggia. Al suo interno si ha la possibilità di scoprire il food utilizzando tutti e 5 i sensi e in maniera trasversale, sia come consumatore che come azienda. Sono in programmazione corsi di cucina base, corsi di food photography, presentazioni di libri di cucina e corsi di food marketing applicato alle aziende o ai creator. Inoltre c’è la possibilità di gustare cene realizzate da grandi Chef partecipando alle nostre MasterLab: laboratori di cucina in cui i 12 partecipanti hanno la possibilità di osservare e carpire i segreti di 6 chef di fama nazionale che prepareranno per loro un menù da 4 portate. L’idea è quella di dar a Foggia la possibilità di gustare un piatto stellato come se fossimo a Roma, Modena o Milano. È inoltre possibile prenotare il foodlab per serate Home restaurant condividendo il tavolo con altri commensali. Per le aziende invece il foodlab è uno spazio a disposizione in città per incontrare buyer, far riunioni private o permettere ai loro clienti di aver un punto “dispensa” nel cuore della città a pochi passi dal centro: ciò sarà possibile diventando partner del lab. Infine, il foodlab sarà anche set di una trasmissione televisiva condotta da lacucinadelfuorisede e luogo in cui creeremo i contenuti digitali per le aziende di food & beverage di cui curiamo la comunicazione

Ci raccontate come siete arrivati a questo risultato?

Crediamo in questo progetto dal 2016! Prima con la Cucina del Fuorisede e le nostre ricette con low budget da far in poco tempo e poi con i nostri primi eventi , che riscuotendo subito successo (Athenaeum tour e Le Social Dinner), ci hanno permesso di pensare in grande e di ideare un luogo in cui far convergere tutte le nostre conoscenze e connessioni, sempre unite dal fil rouge del cibo.
Andrea è laureando in architettura, gli manca solo la laurea: sua infatti è la progettazione degli interni del foodlab e l’ideazione di uno spazio dinamico in stile industrial chic. Lui è la mente creativa e edonistica di tutti i progetti. Determinato, volitivo e tenace è davvero difficile dirgli di NO, specie quando realizza i brief da presentare ai clienti.
Poi c’è Valentina laureata in lettere prima e in comunicazione e marketing poi, con la passione per la scrittura e dalla forte emotività per tutto ciò che riguarda il rapporto fra cibo e memoria: ha infatti conseguito anche un Master in Nutrizione Culinaria e ad oggi insegna alla Facoltà di Agraria Storia dell’alimentazione e del Cibo!
Le nostre forze razionali ed emotive si sono ben amalgamate, forse anche mescolate da sangue fraterno! Così abbiamo iniziato sin da subito a proporci alle prime aziende di food per realizzare loro dapprima ricette, poi calendari e infine eventi e progetti costruiti ad hoc in base alle esigenze del prodotto. E’ stato un passaggio veloce, ma naturale e l’aver frequentato per diversi anni fiere, corsi e associazioni di blogger e creator digitali ci ha permesso di allargare la nostra rete di conoscenze e di aumentare le nostre competenze tecniche in materia.

Il fatto di aver aperto a Foggia il vostro foodlab aggiunge qualcosa in più al progetto? Può rappresentare una sfida ulteriore il confronto con il vostro territorio?

Il fatto di aver aperto il foodlab a Foggia ha in sé punti di forza e di debolezza. Sì, abbiamo fatto un’analisi swot prima di capire quanto fosse giusto o sbagliato aprire a Foggia! Diciamo che Foggia è una città che sa darti tanto, ma anche toglierti tanto. La nostra sfida infatti sarà proprio quella di farci amare dalla città con costanza, così da far conoscere al meglio la bellezza e l’utilità del nostro progetto, che fra l’altro punta anche a voler far conoscere Foggia, le sue tradizioni e la sua storia, a livello nazionale.
Inoltre proprio la novità del foodlab è un qualcosa che difficilmente avrebbe attecchito nelle grandi città in cui si è visto ormai di tutto. Ecco perché l’aver deciso di aprire il Foodlab qui ha come motivazione, anche il voler sorprendere la città con qualcosa di nuovo, creativo e a disposizione di tutti. E poi è il luogo da cui siamo partiti, e sebbene fuori sede e con gli occhi da viaggiatori del mondo, sarà sempre il posto in cui vorremo e vogliamo tornare.

Come immaginate si evolverà la vostra azienda?

Credo che un po’ come successo per le nostre esperienze precedenti la nostra azienda troverà di volta in volta stimoli nuovi per andar avanti. Come infatti hai potuto vedere dalla prima domanda, noi non amiamo definirci in un’unica parola. Maraki foodlab non è solo home restaurant, non è solo corsi, non è solo MasterLab, non è solo sede di contenuti digitali per la Cucina del fuori sede, non è solo Dispensa per le Aziende Partners. Quindi l’augurio che faccio alla mia azienda è di esser sempre una fucina di idee creative e mai banali anno dopo anno.

Che cosa consigliereste a chi ha un’idea e vuole provare a dargli concretezza, lanciandosi in una propria impresa?

Il consiglio principale è di darsi tempo! Far impresa implica studio, passione, curiosità, ma anche attesa. Spesso sento di persone che decidono di mollare di punto in bianco perché non vedono risultati. In una impresa i risultati si raggiungono a medio lungo termine quindi bisogna crederci e bisogna aspettare. Logicamente questo discorso vale per idee di business e aziende che hanno un business plan sostenibile. In caso contrario il consiglio è di rivedere il business plan e gli obiettivi prefissati così che possano esser “smart”, magari l’errore è tutto lì! In una azienda gli obiettivi non sono sogni!

E per concludere, sempre per dare qualche ulteriore informazione a chi vuole intraprendere un percorso di auto-impresa, mi raccontate un errore che avete fatto e che vi ha insegnato qualcosa di utile e una situazione che invece vi ha sorpreso positivamente nel vostro percorso?

Penso che l’errore che abbiamo fatto insieme sia stato nella realizzazione del nostro primo evento Social Dinner o meglio nel non aver saputo gestir al meglio l’organizzazione del tutto. L’inesperienza ha infatti fatto notare tutte le lacune dell’evento e la lunghezza dell’evento stesso, che nel corso della serata aveva perso mordente.
Dopo la serata pensavamo che qualcosa nel format non andasse bene, quindi ci siamo presi del tempo per pensare cosa eliminare e cosa creare di nuovo per far funzionare un format che mettesse in comune il social eating, le aziende e gli addetti alla comunicazione.
Abbiamo annotato su un foglio tutte le criticità della prima social dinner e abbiamo messo su carta nuove idee: il risultato? Un format di successo che è arrivato persino al TG2!
Anche in questo caso, nonostante a parlare sia io, Valentina, credo che la situazione che più ci ha sorpreso positivamente nel corso di questi anni sia stato l’uscita del nostro blog e della nostra idea di ricette amarcord per i fuorisede sul settimanale 7 del Corriere della Sera.
L’antefatto è che da sempre il mio papà acquistava questo giornale, che in casa mia era quindi come una sorta di istituzione da sfogliare nel tempo libero. La vita poi ha voluto che il Corriere mandasse un suo fotografo e una sua giornalista per far a me e ad Andrea una intervista nella nostra cucina di casa. Credo che quel giorno e il giorno in cui ho visto le nostre facce e il nostro progetto stampato su carta, sul Corriere della Sera, siano stati 2 dei giorni più belli della vita professionale mia e di Andrea.

 

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