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La strada verso il futuro di Rubik

03 Maggio 2021 ore 09:21

Nella sezione “Vincitori” loro sono gli ideatori e componenti del progetto “Pleis” e i fondatori della Rubik Srls: ma dal giugno 2017 (quando sono partiti) ad oggi, Gianni Inguscio, Roberto Cuppone e Roberto Costantini hanno fatto tantissima strada. Parlano la lingua dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione, hanno uno sguardo attento al presente ma anche al futuro. Ci hanno raccontato le loro sfide e le loro conquiste, tracciando l’evoluzione del proprio percorso, destinato a tante, ulteriori novità. Non resta che continuare a seguirli e osservare ciò che hanno in serbo per il mercato nei prossimi mesi, intercettando i futuri passi delle loro idee.

 

Come si è evoluta la Rubik dalla chiusura del progetto nato con l’avviso PIN ad oggi?

Dai primi passi con PIN, ad oggi, di strada ne abbiamo fatta davvero tanta. Siamo ben consapevoli di essere solo all’inizio della nostra maratona, per carità, ma se stoppiamo un secondo la corsa per riprendere fiato e ci guardiamo indietro, possiamo dire di essere molto orgogliosi di quanto fatto. In questi anni abbiamo consolidato la struttura interna, siamo diventati una Startup Innovativa, abbiamo cambiato ufficio, aumentato costantemente il fatturato, conquistato clienti in tutta Italia, lanciato nostri prodotti, partecipato a fiere, iniziato ad affacciarci all’estero e perché no… superato pandemie!
Continuando la metafora, PIN ci ha fornito le scarpe giuste per poter correre, dato una bella spinta e l’incoraggiamento che cercavamo per iniziare a muovere velocemente le gambe.

 

Quali sono i prodotti a cui state attualmente lavorando?

Fin dalla nascita “Rubik” è stata idealmente divisa in due aree di lavoro: l’area digital dedicata ai servizi digitali per i nostri clienti (app, siti web, e-commerce, gestionali, web marketing) e l’area innovation dedicata ai nostri prodotti interni e che crediamo fortemente ci possano garantire le migliori prospettive di crescita e di scalabilità.

Insieme a “Pleis“, quindi, il circuito di informazioni turistiche geolocalizzate con cui abbiamo partecipato a PIN, attualmente portiamo avanti altri prodotti completamente ideati, realizzati e gestiti dal nostro team.

SeeYouFood” prima di tutto, pensato per il settore della ristorazione e del delivery: partita come una “semplice” app per la gestione degli ordini food ora si è evoluto al punto di essere un touchpoint digitale unico fra ristoratore e cliente, inglobando una serie incredibile di funzionalità a disposizione dei ristoratori sotto forma di app personalizzate: dalla gestione degli ordini web al take away, dalla prenotazione dei tavoli ai menu contacless, dal self ordering alle funzionalità di engagement e gamification, dal crosseling alla gestione dei fattorini. E tanto tanto altro. Un progetto portato avanti con i ragazzi di 3M Lab (un’altra piccola grande realtà del nostro territorio) e che, grazie e per colpa della pandemia, ha spiccato il volo in questi mesi.

RisarcimentoViaggi” poi, è un altro progetto a cui teniamo e in cui crediamo tantissimo: si tratta di una piattaforma web che permette ai viaggiatori vittime di disagi aerei (ritardi, cancellazioni, problemi con i bagagli, vacanze rovinate, ecc.) di ricevere i risarcimenti previsti dalla legge tramite assistenza legale gratuita, grazie alla partnership fra Rubik e un team legale esperto nel settore. Una squadra che in questi anni ha risarcito centinaia di passeggeri!

Infine vi presentiamo brevemente “Citygram“, con cui abbiamo vinto il bando TecnoNIDI della Regione Puglia. Progetto pensato per le comunità digitali: amministrazioni, territori, città che decidono di dotarsi degli strumenti tecnologici (app e piattaforme web) adatti a digitalizzare servizi e informazioni cittadine. Una sorta di evoluzione di “Pleis”, per le comunità cittadine invece che turistiche.

Il team Rubik insieme a Gianluca Monaco (3M Lab) nella sede di Galatone (Le)

 

Oltre PIN c’è stata qualche altra opportunità/agevolazione che ha permesso lo sviluppo della vostra impresa?

Si certo. Come anticipato, abbiamo vinto il bando TecnoNIDI, la misura della Regione Puglia per i progetti ad alto contenuto innovativo. Un’ulteriore occasione di crescita per noi. Contemporaneamente abbiamo cercato di allargare la rete di contatti business intorno a Rubik, cercando nuovi partner tecnologici con cui interagire, nuovi professionisti con cui collaborare, nuovi ambienti con cui confrontarsi. Passo dopo passo siamo arrivati a Milano, direttamente nell’hub dell’innovazione “LeVillage” by Crèdit Agricole. Un ecosistema che sostiene startup e aziende grazie alla sinergia tra grandi corporate, giovani imprese e, appunto, Crèdit Agricole.
Da quel momento abbiamo iniziato a guardare, per così dire, al di là del nostro naso.

L’hub dell’innovazione LeVillage By Crèdit Agricole di Milano

 

Cosa vuol dire per voi “mettere radici in Puglia”, pur formandosi altrove, e decidere di seminare qui la vostra idea, per poi restare e sviluppare la vostra azienda?

Siamo un gruppo di ragazzi che ha deciso di dare qualcosa al proprio territorio, facendo impresa dove siamo nati, ovvero nel Salento.
Alcuni di noi hanno studiato fuori, la maggior parte dei nostri clienti sono sparsi per l’Italia, ci confrontiamo quotidianamente con players “lontani” geograficamente, ma le nostre radici sono qui, nel “profondo Sud”. E qui vogliamo che sia anche il nostro futuro.
Perché ci crediamo, perché apparteniamo a questo territorio. Con tutti i limiti che conosciamo e che affrontiamo. Ma è anche questa una bella sfida.

 

Quanto è stato decisiva per voi la scelta di diversificare l’offerta di prodotti?

Fondamentale, potremmo dire. Non siamo “legati” al destino di un singolo prodotto ma portiamo avanti tutti i progetti con lo stesso entusiasmo, cercando poi (come è giusto che sia) le vere risposte nel mercato. L’esempio più significativo di questa strategia è rappresentato dall’ultimo incredibile anno che tutti noi abbiamo vissuto.
L’emergenza epidemiologica, oltre che stravolgere le nostre vite, ha inevitabilmente rallentato i nostri progetti a stampo turistico ma ha dato un’incredibile spinta a soluzioni digitali divenute imprescindibili, come “SeeYouFood”, che risolve problemi divenuti giganti in tempo di pandemia. Un prodotto che è dovuto crescere in fretta, passando da una giovane idea appena affacciata nel mercato ad un prodotto utilizzato da oltre 150 ristoratori in tutta Italia.

 

Come si fa a capire di avere l’intuizione giusta rispetto all’ideazione o allo sviluppo di un nuovo prodotto/progetto?

Il mercato, come dicevamo. La risposta è sempre il mercato. Puoi avere l’idea migliore del mondo, o credere di averla, ma solo il confronto con le persone e con i clienti ti dirà se la strada davanti a te è quella giusta.

 

Chi sono i vostri clienti e come si guadagna la loro fiducia?

Non esiste un profilo unico di clienti proprio perché, per fortuna, i servizi digitali sono ormai fondamentali per ogni realtà e categoria professionale. Aziende, attività commerciali, imprenditori, pubbliche amministrazioni, associazioni. Sparse in tutta Italia, specialmente nel Centro-Nord. Ma siamo felici di aver lavorato anche a qualche progetto estero: in particolare Londra, Malta, Parigi, Svizzera e Serbia.

 

La maggior parte della vostra clientela è ubicata nel Centro-Nord. Ritenete che in Puglia ci sia margine di contribuire alla crescita della comunità in termini di educazione alle tecnologie digitali con un ritorno anche per aziende come la vostra?

Si, crediamo fortemente nel nostro territorio. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo con convinzione. Ci rendiamo quotidianamente conto che la strada per renderlo veramente competitivo sia ancora lunga. Limiti dovuti probabilmente al tessuto economico, forse alla disponibilità di investimenti, o alla ricerca di opportunità o la giusta mentalità ancora da forgiare. Probabilmente un po’ di tutto questo. Ma le risorse umane, le persone, sono la vera ricchezza di questo territorio e crediamo che abbiano solo bisogno di trovare le giuste possibilità. E l’educazione digitale è senza dubbio una di queste.

 

Siete una delle imprese giovanili per le quali il Covid e la pandemia non hanno rappresentato una crisi ma un’opportunità. Ma basta solo trovarsi “col prodotto giusto nel momento giusto”, o serve anche altro?

Con “SeeYouFood”, di cui abbiamo parlato, ci siamo sicuramente trovati al posto giusto nel momento giusto. La pandemia ha accelerato in modo incredibile e inaspettato l’importanza percepita e reale del prodotto nel mercato. Ma questa “spinta”, da sola, non basta. Siamo stati fortunati prima, ma bravi poi a gestire quest’onda d’urto, lavorando di più, lavorando meglio, riorganizzando un team di persone che non era ancora pronto a guidare una macchina così veloce. E oggi eccoci qui, pronti a spingere sull’acceleratore ancora un po’. Un bel po’!

SeeYouFood, il touchpoint digitale unico fra ristoratore e cliente

 

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Su cosa punterete per sviluppare ulteriormente il vostro business?

Testa sulle spalle, sempre, ma anche sguardo rivolto al futuro. Sappiamo che puntare sui prodotti, quelli giusti, è la strada da seguire. Per questo vogliamo concentrarci sui progetti di punta e farli crescere fino a quando saranno pronti per camminare con le proprie gambe, formando team di lavoro e strutture dedicate.
E questo processo è già in atto. Nel medio-lungo periodo, invece, puntiamo a varcare i confini nazionali confrontandoci con un mercato che attualmente conosciamo poco ma che siamo sicuri di poter affrontare. Con la testa sempre sulle spalle, lo sguardo in avanti… ma le radici ben salde nel nostro Salento!

 

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Scambio, contaminazione, formazione continua: i pilastri di CO-LABORY

23 Aprile 2021 ore 12:13

Uno spazio di coworking non è solo quattro mura, un pavimento e un soffitto. Può essere fucina di idee e di collaborazioni, una base di partenza per sentirsi cittadini europei, un contenitore per la creatività e l’innovazione, per la sperimentazione e l’applicazione di modelli vincenti. È quello che si percepisce conoscendo Fabiola e Savino di Co-Labory ed entrando anche virtualmente nel loro spazio – nato con PIN 3 anni fa – che oggi prende il volo per direzioni nuove e lontane dalla Puglia, per poi ritornare qui e coltivare il rapporto con il territorio e le sue realtà giovanili.

 

Il vostro spazio per le regole imposte dalla diffusione del Coronavirus è stato ed è tuttora chiuso. A cosa state lavorando durante questo tempo sospeso?

Co-Labory nasceva dal desiderio di creare sul nostro territorio un ecosistema facilitante che attraverso la condivisione di competenze, spazi e strumenti, potesse diventare un luogo di apprendimento continuo, per chi vede nella condivisione un’occasione di crescita.

Sin dalla nostra apertura abbiamo cercato di focalizzarci sulla nostra mission, facendo in modo che il nostro spazio venisse identificato come un luogo di scambio e riattivazione. La situazione attuale, non ha cambiato la nostra visione, ma ci ha costretti a ripensare ad un nuovo modo di condividere e scambiare, che da fisico è diventato virtuale.
Attualmente stiamo sperimentando anche noi la didattica a distanza, grazie ad un percorso di alternanza scuola-lavoro che stiamo realizzando per una scuola del nostro territorio, e siamo impegnati nella gestione di altri progetti in cui siamo coinvolti.

Fabiola e Savino all’interno di Co-Labory

 

Durante il vostro percorso vi siete trasformati da vincitori PIN a vincitori di bandi europei. È stato difficile misurarvi con un diverso modo di progettare? Che consigli dareste a chi ci vuole provare in questo ambito?

Per noi, progettare non è altro che trasferire su un foglio un’idea che ci frulla in testa, e di idee ne abbiamo sempre tante!

Dopo aver vinto il bando PIN, e aver aperto il nostro spazio, è stato naturale andare alla ricerca di nuovi bandi e nuove opportunità che potessero permetterci di continuare a perseguire la nostra mission. Misurarci con un modo differente di progettare, è stato impegnativo, e lo è tutt’ora, ma la dimensione europea non deve spaventare.

Quando abbiamo partecipato al nostro primo incontro di progetto internazionale, eravamo terrorizzati, non conoscevamo bene l’inglese, e non conoscevamo le persone con cui ci saremmo confrontati. Eravamo attorno ad un tavolo con ciprioti, bulgari, greci e scozzesi, il nostro unico supporto era Google Traduttore! Riteniamo che la nostra capacità di farci comprendere con i gesti ci abbia aiutato!

Fortunatamente ora la situazione è migliorata… e ci siamo resi conto di quanto la formazione continua sia importante per perseguire i propri obiettivi.

Quindi il nostro consiglio è: “Se avete una buona idea e riuscite a raccontarla nella maniera più chiara possibile, si riesce anche a vincere bandi europei. E se si conosce l’inglese meglio di noi, è fatta!“.

 

Ci sono azioni messe in campo grazie ai bandi internazionali che più di altre hanno lasciato il segno su Co-Labory e sul territorio?

Il programma che più ci sta a cuore e che ci impegna quotidianamente è sicuramente il programma “Erasmus+“. Ci ha dato la possibilità di sentirci pienamente cittadini europei ed è il luogo ideale per chi come noi è sempre alla ricerca di scambi e contaminazioni. Uno dei progetti che ha lasciato il segno è stato “Digital Wood Artisan”. È stato per noi il primo progetto vinto da Co-Labory, ed è sicuramente quello più importante perché ci ha dato la possibilità di crearci una rete a livello internazionale, ma al tempo stesso ci ha dato la possibilità di consolidare la nostra rete locale, soprattutto con alcuni colleghi PIN. Nella sezione blog del nostro progetto sono presenti tante testimonianze di progetti PIN che hanno deciso di condividere la loro esperienza e avere una vetrina internazionale. Solo per avere un’idea ecco alcuni dei progetti: BottegaunopuntozeroWOOSIC  Falegnameria sociale musicaleLEGNO DI PUGLIA , MesoLab.

Primo Transnational Meeting di un progetto Erasmus presso Co-Labory

 

Entrare in contatto con partner europei cosa vi ha permesso di migliorare nel vostro team o nella vostra strategia imprenditoriale?

Avere degli scambi internazionali ti permette di conoscere e scoprire nuove culture, nuovi modi di approcciarsi al lavoro, nuovi modi di comunicare, e questo inevitabilmente condiziona e modifica il tuo modo di pensare e di agire.

Ci siamo trovati diverse volte dinnanzi a persone molto rigide e poco flessibili, con cui avevamo difficoltà a relazionarci, e altre volte dinnanzi a persone più superficiali. Non è stato facile capire da subito come affrontare determinate situazioni, ma pian piano il continuo processo di scambio, ha fatto sì che maturassimo maggiore esperienza nella gestione delle relazioni sociali e per il nostro lavoro è fondamentale.

Inoltre visitare luoghi di lavoro differenti, ci ha dato l’opportunità di conoscere approcci e pratiche innovative, che potrebbero arricchire il nostro spazio, qualora riuscissimo a mutuarle.

Spesso pensiamo all’innovazione come all’introduzione di qualcosa di nuovo, anche nel team di lavoro. Tuttavia, alcune delle innovazioni più efficaci derivano dal cambiare il modo in cui facciamo qualcosa che stiamo già facendo.

 

Avete da sempre investito nelle relazioni: oggi cosa potete dire di aver acquisito grazie a reti e collaborazioni costruite nel tempo? Quanto in questo ha avuto un ruolo l’avviso PIN?

Per noi le relazioni sociali sono fondamentali, ci aiutano a crescere, a stimolare la nostra creatività, ad innovare i nostri servizi e ci aiutano a rendere il nostro spazio un luogo in grado di accogliere tutti. Il PIN ha avuto per noi un ruolo importantissimo nella costruzione del nostro networking. Sin da subito ci siamo sentiti parte integrante della “Comunità PIN”, e ancora oggi ci sentiamo orgogliosi di farne parte.

Nonostante il nostro spazio non sia di grandi dimensioni, in questi anni è stato in grado di accogliere tante persone, seppur per brevi periodi, e al suo interno sono nate collaborazioni vincenti.

Scambiare e costruire reti non sono cose semplici da realizzare, possono essere fatte solo se all’interno di un ambiente favorevole, e per noi la comunità PIN è stato questo, un ambiente fertile dove portare la nostra esperienza, con la certezza di trovare tante altre persone mosse dagli stessi buoni propositi con cui condividere nuove idee.

Presentazione di Co-Labory e workshop sulle imprese sociali presso il Liceo De Sanctis di Trani

 

Quali strumenti secondo voi sono indispensabili per favorire la partecipazione e il coinvolgimento nel territorio?

Considerata la nostra esperienza, per favorire la partecipazione e il coinvolgimento del territorio, riteniamo sia necessario scendere in campo e partecipare ad eventi o situazioni che possano favorire lo scambio e la costruzione di reti sociali. Trovare il tempo per partecipare ad eventi promossi da altre organizzazioni, non è superfluo, è vitale. Sicuramente una buona comunicazione attraverso i canali social può aiutare, ma noi preferiamo il contatto umano, e ogni volta che abbiamo partecipato ad eventi simili, abbiamo sempre portato a Co-Labory qualcosa in più.

 

Avete detto spesso che per voi i vincitori PIN sono “di ispirazione”: perché?

I progetti ai quali partecipiamo sono tendenzialmente progetti culturali e sociali, non lavoriamo su bandi che finanziano imprese. La creatività gioca un ruolo importantissimo in tal senso, e spesso le nostre idee nascono dalla curiosità e dal desiderio di mettere in atto iniziative che possano portare un beneficio concreto al nostro territorio. Questa curiosità è alimentata da letture, informazioni su determinate tematiche, ma soprattutto da uno sguardo attento alla realtà che ci circonda. Dal nostro punto di vista la realtà più creativa e dinamica che abbiamo avuto la fortuna di conoscere è proprio la comunità PIN. Per noi PIN è un contenitore inesauribile di idee geniali, nuovi modi di vedere, pensare e fare le cose. Spesso un nuovo progetto candidato nasce da un dettaglio o da un’esigenza particolare che abbiamo ritrovato in un progetto e spesso coinvolgiamo i nostri colleghi in alcune delle attività che realizziamo.

 

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Online l’ultima tornata di Vincitori PIN

22 Aprile 2021 ore 08:37

Dopo qualche settimana di attesa dalla chiusura ufficiale della misura PIN – Pugliesi Innovativi, ecco l’elenco degli ultimi progetti ammessi a finanziamento.

Con Atto Dirigenziale n. 55 del 21/04/2021, sono stati approvati gli esiti dei progetti inoltrati dal primo dicembre 2020 al 12 febbraio 2021

Nelle prossime ore i referenti dei progetti valutati riceveranno una comunicazione contenente l’esito, il punteggio dettagliato e le indicazioni per i successivi step necessari alla realizzazione del progetto. I gruppi non finanziati, invece, riceveranno la comunicazione di esito negativo. I colloqui verranno svolti in modalità digitale.

Se leggete il nome del vostro progetto nell’elenco allegato e non doveste ricevere alcun tipo di comunicazione nei prossimi giorni, non esitate a contattarci attraverso i nostri recapiti.

Un’altra buona notizia c’è: saranno finanziati tutti i progetti meritevoli, ovvero quelli che hanno superato la soglia dei 70 punti, a prescindere dall’ordine di candidatura!

Scarica l’elenco dei progetti qui.

Buon lavoro a tutti i neo Vincitori!

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Ready to enable: rendere possibile, Semplice-mente

15 Aprile 2021 ore 16:34

Non sempre ci rendiamo conto della semplicità con cui svolgiamo alcuni compiti quotidiani, come ad esempio lavarsi i capelli o fare una doccia. Eppure per tante persone, costrette ad esempio a letto da una malattia o che affrontano le difficoltà causate da una disabilità, quella che a noi appare una scontata operazione può rappresentare un ostacolo complesso e difficilissimo da superare. Rimuovere questi ostacoli è il compito, non facile ma di certo molto stimolante, che alcune delle realtà di innovazione sociale nate con PIN si sono date. Tra queste Semplice-mente ha fatto del superamento delle barriere la propria mission, brevettando un sistema lava-capelli pensato proprio per chi è bloccato a letto o costretto su una sedia a rotelle.

Parlare con i fondatori di questa start-up innovativa, offre anche un ulteriore elemento, ed è la modalità con cui Giorgio e Daniele affrontano questa sfida: un costante e genuino entusiasmo sia rispetto al loro percorso imprenditoriale sia rispetto alla relazione con il proprio contesto e con la propria storia. Ed è così che, anche quando ti raccontano di un disastroso “incontro ravvicinato” con un fulmine, non manca il sorriso e la consapevolezza di poter fare affidamento sulle proprie capacità per realizzare la propria mission: progettare prodotti e servizi innovativi, puntando a semplificare la vita delle persone con diverse abilità, con difficoltà motorie o costrette a letto.

La chiusura del periodo di finanziamento PIN ha coinciso per loro con un importante step per la vita di questa azienda: il deposito Europeo del brevetto  progettato nel corso del primo anno di lavoro. Un traguardo che in realtà non rappresenta un punto di arrivo ma un importante passaggio per dare avvio alla fase di commercializzazione del prototipo sviluppato e per dare concretezza alle relazioni commerciali già avviate. Ma la portata della loro azienda va già al di là di questo primo progetto, come ci raccontano Giorgio e Daniele, che hanno ideato e iniziato a proporre una serie di servizi innovativi.

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Da cosa è nata l’idea che avete candidato a Pin? Come siete riusciti a combinare insieme competenze ed esperienze personali?
Molto spesso le situazioni complesse che si affrontano nella vita e le difficoltà vissute direttamente, o dai propri cari, insegnano a riflettere con determinazione sull’opportunità di risolvere quelle complessità attraverso soluzioni semplici.
Nel nostro caso, è andata proprio così. Abbiamo fondato Semplice-Mente avendo nel cuore le nostre nonne e negli occhi le difficoltà vissute quotidianamente da loro e dalle nostre famiglie. In sostanza, mi sono reso conto che mancava un prodotto dedicato alla cura dell’igiene delle persone costrette a letto; il mercato non offre nulla di veramente funzionale a riguardo. Parlandone con Daniele, mio amico fraterno, abbiamo deciso di puntare a risolvere definitivamente questo problema per chi, in futuro, dovrà confrontarsi con situazioni similari a quelle vissute da noi.
Le nostre competenze ed esperienze, accademiche e professionali, sono state un fattore importante per impostare questo lungo e delicato cammino. Nel mio caso specifico, dopo 15 anni di attività “da dipendente”, in Italia ed all’estero, al servizio di multinazionali dei settori automotive (Mazda Italia, Toyota Italia e Toyota Corp. in Giappone), aerospace (Avio Aero General Electric), fashion (Meltin’Pot) e turismo (Borgo Egnazia), ho deciso di dedicarmi anima e corpo a trasformare “l’idea” della nostra start-up “in realtà”. Allo stesso modo, Daniele, con la sua ultra decennale esperienza internazionale in ambito legale, è al mio fianco in ogni fase del nostro progetto.
In sostanza, il nostro obiettivo è quello di mettere a frutto le competenze acquisite negli anni, al fine di far crescere una realtà aziendale (e relativi modelli organizzativi) che propone ai propri Clienti prodotti e servizi innovativi, implementando il meglio che abbiamo potuto cogliere dalle nostre esperienze e, soprattutto, facendolo nella nostra terra d’origine.

Scegliete una parola che, secondo voi, spiega l’essenza di Semplice-Mente e perché?
“Ready to enable!” è il nostro motto che, con un inglese volutamente improprio, punta ad esprimere il concetto di esser “pronti ad abilitare”, ossia rendere possibile qualcosa che oggi non lo è, sia in termini di “prodotti” che “servizi” innovativi.
Quindi, la parola che rappresenta l’essenza di Semplice-Mente, è proprio “abilitare”, rendere possibile…semplicemente.

Che cosa rende unico il vostro dispositivo lava-capelli? 
Semplice-Mente è nata con lo scopo di progettare e realizzare dispositivi innovativi in ambito medicale, puntando a semplificare ed efficientare specifici processi, orientando il proprio focus verso le persone anziane, con difficoltà motorie temporanee o con disabilità permanenti. L’approccio di R&S punta a supportare questi utenti e chi gli è vicino e si occupa quotidianamente della loro assistenza, sia in ambito familiare (privato) che assistenziale (pubblico o privato).
Nel corso dei primi due anni di vita, Semplice-Mente si è concentrata sulla creazione dell’assetto aziendale e sulla R&S dedicata alla progettazione di un dispositivo fondamentale per la cura dell’igiene del capo e dei capelli, in particolare, di persone costrette a letto o in sedia a rotelle.
E’, infatti, nota la necessità di lavare il capo ed i capelli a persone anziane, con disabilità o difficoltà motorie temporanee o permanenti, in una pluralità di contesti pubblici e privati, quali ad esempio, ospedali, case di cura e case di riposo per anziani; questa necessità si pone anche in contesti familiari, nei quali le persone con disabilità sono assistite in casa, oppure le persone con disabilità parziali possono svolgere parte delle loro attività in maniera autonoma.
Il nostro prodotto innovativo punta proprio a risolvere queste problematiche e soddisfare le esigenze di queste categorie d’utenza, e non solo.
Grazie alle sue caratteristiche ed alla sua geometria studiata ad-hoc, il prodotto supera gli attuali limiti, evitando di dover spostare il paziente dal letto (o dalla sedia a rotelle), favorendo la disponibilità di acqua corrente, permettendo sia il lavaggio autonomo (per coloro che muovono le braccia) sia il lavaggio assistito da parte di un solo operatore.
Trattandosi di un dispositivo innovativo, molto diverso e più efficace rispetto a quelli attualmente presenti sul mercato, abbiamo proceduto ad impostare un’importante strategia di tutela della proprietà intellettuale, attraverso il deposito di un DCR (Disegno Comunitario Registrato), il deposito della domanda di brevetto Italiano e dell’estensione Internazionale di quest’ultima.
Parallelamente a queste attività, forti delle nostre precedenti esperienze lavorative, a partire dalla seconda metà del 2020 abbiamo avviato anche una divisione dedicata alla consulenza aziendale (ottimizzazione dei processi, kaizen, project management) ed alla formazione, con particolare orientamento verso le realtà aziendali del nostro territorio.

C’è stato un momento particolare che avete vissuto?
Era il 19 novembre 2019, primo pomeriggio, attorno alle 16. Ero da solo in ufficio, in sede, mentre fuori il cielo iniziava a coprirsi e si udivano i primi tuoni di un temporale in arrivo. Come sempre, in questi casi, mi alzai dalla sedia per disconnettere l’alimentazione elettrica del laptop con il quale stavo lavorando. Solo qualche minuto dopo, un bagliore incredibile, seguito da un rumore sordo, investirono in pieno l’ufficio. Contemporaneamente, parte dell’intonaco schizzò dal muro come fosse una sorta di valanga e, dal solaio, sentii un fracasso, simile al rumore di pietre che cadevano. Ebbene, erano i parapetti del terrazzo…un fulmine aveva appena centrato in pieno il tetto del nostro ufficio. Tecnicamente, ne sono uscito miracolosamente illeso, solo perché si è creata attorno a me la cosiddetta “Gabbia di Faraday”; la potenza inaudita del fulmine, però, ha generato danni enormi, in un solo attimo.
Gli effetti, infatti, hanno causato una lunga scia di problematiche ed impegni che mai avremmo pensato di dover affrontare. Per oltre un mese, siamo stati costretti a rallentare notevolmente il progetto, dedicandoci al 200% a ricostruire, letteralmente, la struttura.
Si tratta di un evento che non racconto quasi mai…quando ci ripenso mi fa ancora effetto, però credo che condividerlo sia di grande insegnamento per ricordare a me stesso ed a chi legge che nulla è scontato.

Qual è un vostro punto di forza? E quale un vostro punto di debolezza?
In una start-up piccola con una grande idea e progetto da gestire, capita spesso di dover far tutto, dal prendere fondamentali decisioni strategiche per il futuro dell’azienda ad effettuare l’ordine per la cancelleria. Adesso stai pianificando lo scheduling delle attività dei prossimi 12 mesi e tra 10 minuti farai le telefonate per una ricerca di mercato. E così via. In questo senso, sicuramente, un punto di forza della nostra realtà è che, sia io che Daniele, abbiamo “fatto la gavetta”. Abbiamo iniziato la nostra carriera con ruoli junior e, anno dopo anno, accumulando esperienza, siamo arrivati fino ad avere ruoli direzionali. Per questo motivo, non ci spaventa né ci demotiva questa “ampiezza del ruolo”, anzi è proprio un nostro punto di forza.
Le criticità sono, ovviamente, quelle di una micro-impresa che si affaccia in un mercato enorme come quello medicale, dominato da colossi con potenze di fuoco persino difficilmente stimabili, sia in termini di risorse economiche che umane.
Infine, un aspetto che potremmo classificare sia come punto di forza che di debolezza, è la nostra scelta di creare Semplice-Mente a Lecce, a “casa nostra”.
Non siamo nella Silicon Valley o nel distretto medicale di Chicago e questo, come si può ben intuire, influenza notevolmente il nostro network, le nostre strategie e la nostra esposizione sul mercato.
Ma siamo nella nostra Terra, la Puglia.
Vogliamo fermamente essere parte del “moto innovativo” che si è avviato nell’ottica dello sviluppo economico del territorio. Il nostro obiettivo, in questo senso, è poter offrire una valida alternativa “all’emigrazione forzata” dei giovani a causa della carenza di lavoro, stringendo partnership con Enti ed Università, rappresentando una scelta che possa presto essere al pari di grandi realtà internazionali. La strada è lunga e ricca di sfide, ma la tenacia, la determinazione e l’amore per la nostra Terra sono altri tre punti di forza che ci caratterizzano fortemente.

Come avete reagito alla situazione attuale? Ci sono cambiamenti/modifiche avete introdotto?
Il Covid19 ha colpito duramente, proprio nel momento in cui le “farfalle di Semplice-Mente” stavano iniziando a schiudere le proprie ali.
Come è facile immaginare, i nostri target customer sono le RSA, i caregivers, gli ospedali pubblici e privati. Nella maggior parte dei casi, le porte di queste strutture sono rimaste chiuse persino alle visite dei parenti dei pazienti.
Avevamo programmato incontri B2B su tematiche commerciali e di testing con diverse realtà, partner e non, ma abbiamo dovuto ricalibrare in corsa la nostra strategia, posticipando buona parte di questi appuntamenti.
Al contempo, però, da parte del segmento B2C (privati) abbiamo riscontrato un positivo interesse, potendo effettuare test in piena sicurezza ed ottenendo un riscontro anche in termini di preordini acquisiti.
Ci rendiamo conto che il nostro prodotto è determinante a tutelare l’igiene dei pazienti, ma in questo periodo storico la sua funzione non si ferma qui. Mai come oggi, infatti, tutelare gli operatori sta diventando un elemento determinante di differenziazione ed il nostro prodotto ha una marcia in più anche in questa direzione.

Chi sono le persone attualmente impegnate nella vostra attività? Quali sono le collaborazioni più significative?
L’approccio “kaizen” ed il pensiero “Lean” sono elementi chiave del DNA di Semplice-Mente. Per questo motivo, nonostante le attività e gli impegni si stiano moltiplicando, stiamo cercando di mantenere una struttura snella, soprattutto in una fase come quella attuale.
Io e Daniele continuiamo a curare in prima persona il core-business, avvalendoci del prezioso contributo di una rinomata Organizzazione di Ricerca e Tecnologia (RTO) del nostro territorio e potendo contare sul supporto di una risorsa che, nel corso del 2020, ha accompagnato la crescita aziendale.
I prossimi mesi saranno determinanti. Semplice-Mente dovrà affrontare importanti investimenti per la produzione del dispositivo e la conseguente proposizione sul mercato; per raggiungere questi obiettivi in maniera strutturata, ci stiamo già preparando alla creazione di un team composto da giovani ingegneri e professionisti, con competenze multiple, con un approccio proattivo e pronti a credere nel nostro progetto almeno quanto ci crediamo noi.