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Different State: la diversità è una risorsa

28 Settembre 2022 ore 14:06

Erika, Carlo e Tore nel mese di luglio 2021 hanno dato vita ad un’impresa e ad un nuovo marchio di abbigliamento: Different State. I loro capi unici sono pensati per raccontare l’inclusione e la diversità in tutte le sue accezioni. Abbiamo voluto farci raccontare lo sviluppo della loro idea, i risultati raggiunti, gli ostacoli incontrati e gli obiettivi per il futuro.

Il vostro brand veicola messaggi a favore dell’inclusione e della diversità, intesa come risorsa da valorizzare. Come è nata la vostra idea? Cosa vi ha ispirato e cosa tuttora vi ispira?

L’idea nasce da Carlo: ha la vitiligine sin da piccolo e ciò è sempre stato motivo d’insulto.

“Sembri una mucca”, “Hai preso il sole con gli occhiali”, “Ti sei lavato con la candeggina”. Frasi insopportabili. Non ha mai potuto piangerci sopra, perché viviamo in una società in cui l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Siamo tutti esseri imperfetti per costituzione, ma la nostra fragilità è una risorsa, non una debolezza. Così abbiamo dato vita a Different State, con l’obiettivo di valorizzare la diversità: in una società sempre più consapevole e attenta ai diritti di tutte le categorie sociali, emerge il bisogno di rispettare e vedere celebrate tutte le sfumature di diversità, per abolire pregiudizi e discriminazione.

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Come sono suddivise le competenze e i ruoli all’interno del vostro team?

Carlo è il responsabile commerciale: public relation, commerciale, gestione economica, marketing offline, front-man.

Tore è l’ideatore creativo: font, grafica, sito e-commerce, sponsorizzate Meta (Facebook e Instagram).

Erika è rappresentante legale, responsabile commerciale e Social media Manager: social, rapporti influencer, rapporti fornitore/designer.

Cerchiamo comunque di collaborare e aiutarci per svolgere al meglio tutte le mansioni.

 

Dall’avvio della vostra impresa ad oggi quali ostacoli avete riscontrato e che strategie avete adottato per superarli?

Il mondo della moda è al giorno d’oggi complicato sotto tanti aspetti. Per la produzione abbiamo riscontrato un aumento dei costi e un rallentamento della produzione stessa dovuto alla mancanza di tessuti in Italia in seguito alla pandemia e alla guerra. Siamo stati costretti ad adattarci: la prima capsule l’abbiamo realizzata stampando su capi già predefiniti.

Alla seconda capsule, invece, abbiamo dedicato più mesi per riuscire nel nostro intento: produrre da zero il capo con l’aiuto di un designer. Questo ha avuto come conseguenza uno svantaggio sulle vendite: se solitamente una collezione viene presentata a marzo, noi siamo riusciti a presentarla online solamente a maggio, con conseguente ritardo del piano influencer.

Per l’aspetto commerciale abbiamo adottato un piano marketing che prevedeva: sponsorizzazioni social; influencer che spiegassero la nostra mission indossando un nostro capo; una collaborazione con un’agenzia di modelle imperfette e conseguente pubblicazione di comunicato stampa; l’attivazione di un sito e-commerce per la vendita online. Tutto questo però ha generato poche vendite. È difficile emergere fra i troppi brand presenti sul mercato. Ma non molliamo: per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con loro un rapporto di lavoro. Questo permetterà a noi di avere visibilità non solo online ma anche fisica (nei negozi).

Ultimo ostacolo, ma non meno importante: la registrazione del marchio. Abbiamo ricevuto due contestazioni!

Che tipo di collaborazioni professionali avete instaurato e quali sono risultate vincenti per lo sviluppo della vostra azienda?

La prima importante collaborazione è stata con Imperfetta Project, un’agenzia di modelle imperfette: abbiamo realizzato una capsule per diffondere un messaggio comune sulla diversità.

La seconda importante collaborazione è stata con un designer con cui abbiamo lavorato per la seconda capsule: ci ha insegnato come un’idea può diventare realtà. Grazie a lui saremo in grado di sviluppare la prossima capsule.

Inoltre, siamo in procinto di collaborare con una componente di un progetto vincitore dell’avviso PIN conosciuta al Web Marketing Festival per la realizzazione di alcuni disegni.

 

Come sta reagendo il pubblico alla condivisione dei messaggi legati al vostro brand?

In maniera abbastanza positiva. Essendo però un tema abbastanza “delicato” spesso alcune frasi vengono interpretate male e si sfocia in attacchi sui social di veri e propri haters! È successo anche in seguito alla pubblicazione del video in cui Carlo raccontava degli insulti subiti e della sua sofferenza repressa perché si sa (come dicevamo prima) che l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Quali sono le strategie di vendita che finora avete adottato? Cambieranno in futuro?

Come spiegato in precedenza abbiamo adottato un piano marketing. Per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con gli stessi un rapporto di lavoro!

Quindi l’obiettivo è far vendere il nostro brand nei negozi.

 

Lo scorso giugno avete partecipato al Web Marketing Festival. Quanto è stata importante questa esperienza? State pianificando la partecipazione ad altri eventi?

È stata una bella esperienza, durante la quale abbiamo imparato diverse novità sul mondo del marketing e recuperato diversi contatti con cui ci siamo interfacciati. Con alcuni ancora siamo in relazione. Un evento giovanile, dinamico e pieno di energia positiva. La cosa che più ci ha sorpreso è stata la facilità con cui si è creata coesione nel gruppo di noi giovani imprenditori. Sarà per la territorialità e il calore pugliese, sarà perché siamo giovani e desiderosi di conoscenze, ma grazie a questa missione imprenditoriale sono nate diverse amicizie. Aver regalato la maglietta del nostro brand ad Irama durante il concerto, può rientrare nelle cose inaspettate?! Sotto gli occhi di tutto il main stage siamo stati ringraziati in diretta dal cantante avendolo a pochi centimetri da noi!

A cosa state lavorando? Come si evolverà “Different state” nei prossimi mesi?

Stiamo lavorando contemporaneamente per l’uscita di drop (capi limitati ed unici) per i mesi invernali con messaggi sempre inclusivi, in attesa di rimetterci in sesto e presentare la nuova capsule estiva a gennaio. Includeremo nuove tematiche oltre alla vitiligine e al mondo LGBT e non vediamo l’ora!!!

 

Copertina del post Tra Market e Fiere, i consigli di Officine Amaro per cogliere al meglio que

Tra Market e Fiere, i consigli di Officine Amaro per cogliere al meglio queste opportunità

01 Agosto 2022 ore 14:01

Estate non è solo sinonimo di vacanze, bagni e relax al mare o serate in giro. I mesi estivi sono spesso anche occasione per chi ha una produzione artigianale di partecipare ad eventi in cui esporre e vendere i propri lavori, incontrando quindi direttamente i propri clienti, ma anche opportunità per stabilire connessioni ad esempio con le realtà che organizzano l’evento e che potrebbero determinare ulteriori possibilità future. Incontri in cui non solo vendere ma anche fare un prezioso networking per aumentare la propria visibilità e allargare la propria rete di partner.

Nel lavoro di accompagnamento da sempre cerchiamo di facilitare lo scambio e di dare valore alle esperienze di ciascun giovane imprenditore o imprenditrice, perché quello che si impara facendo ha non solo un grande valore per chi lo fa, ma rappresenta un patrimonio di conoscenza che sarebbe un peccato non riuscire a condividere. Così per avere qualche consiglio su come gestire al meglio queste situazioni, abbiamo chiesto a Marilisa e Roberto di Officine Amaro, di condividere con noi qualche suggerimento su come gestire al meglio le fasi successive all’invito ad un mercato o un evento. Si tratta quindi di apprendimenti che derivano direttamente dalla loro esperienza sia come laboratorio sia come punto vendita dedicato a opere di legatoria e stampe realizzate con tecniche incisorie – tipografiche.

Ecco dunque cosa ci raccomandano!

“Grazie innanzitutto per questa opportunità di racconto, perché ci da l’occasione di condividere con altri giovani imprenditori le nostre esperienze. Partiamo innanzitutto dal fatto che pur essendo una realtà inaugurata da poco tempo, stiamo riscontrando dei buoni risultati in termini di diffusione del nostro marchio. Le pratiche che trattiamo sono abbastanza apprezzate e riceviamo complimenti, e inviti a partecipare ad eventi anche fuori dalla Puglia. Le proposte che riceviamo naturalmente non vengono tutte da sole, ma sono il frutto di precedenti contatti, derivano ad esempio dalla presenza a serate a tema, a eventi organizzati da altri, occasioni di networking in cui condividere il proprio approccio al proprio lavoro: è fondamentale seguire sempre in modo costante il flusso del vostro settore – mercato mirando ad un livello alto e competitivo. Quando presentiamo il nostro progetto siamo molto attenti a curare ogni dettaglio per far emergere l’identità del nostro brand nei temi e nei prodotti che realizziamo. Da non sottovalutare, almeno per i primi periodi, l’opportunità di presentare e far conoscere la propria realtà sfruttando tutti i mezzi a disposizione, addirittura una sola esperienza potrebbe aprire altri inviti o richieste!

 

Gli inviti che abbiamo ricevuto sono legati alla nostra attività culturale e produttiva legata al mondo editoriale e produzioni indipendenti. Quando riceviamo questi inviti non cercati direttamente ci viene spontaneo seguire determinati ragionamenti e accortezze: essere preparati e conoscere tutto il mondo che circonda il vostro prodotto o tipologia di mercato è il passo fondamentale per capire in che direzione è bene seguire e come è meglio comunicare il vostro progetto.
Prima di inoltrare una mail ad un’azienda per proporre una collaborazione o semplicemente per creare un legame per futuri servizi e acquisti, meglio chiamare telefonicamente di persona e presentarvi spiegando chi siete e una breve info sulla vostra realtà. In questo modo sarete ricordati perché avrete cercato un contatto diretto rispetto all’inoltro di una mail – magari fraintesa come spam.

 

 

Ecco dunque i nostri consigli:

  1. Appena arriva un messaggio o una e-mail con su scritto qualcosa di interessante condividiamo il contenuto tra di noi. La condivisione è molto importante fra colleghi! Da qui inizia il confronto fra i membri per cercare di capire che domande porre prima di rispondere alla e-mail che riguarda l’evento. Rendersi disponibile anche se la decisione non è stata ancora presa. Se il tempo passa può essere d’aiuto inviare una e-mail per confermare la ricezione dell’invito e prendere tempo per fare tutte le valutazioni del caso e poter procedere alla definizione dei dettagli.

  2. Se la decisione presa è quella di non partecipare, è fondamentale rispondere e comunicare, con la maggiore cortesia possibile, la decisione di non aderire all’ eventuale progetto. Pensiamo che sia preferibile spiegare le motivazioni e allo stesso tempo dimostrare di rimanere a disposizione per future collaborazioni.

  3. Se la risposta dovesse essere positiva, quindi si conferma la collaborazione, si avvia la parte dei quesiti da porre a chi organizza: ad esempio, come si svolgerà l’evento? E’ al chiuso o all’aperto? (questo aspetto ad esempio per noi è fondamentale considerando che 80% dei nostri prodotti è composta da carta). Quindi cercare di capire il luogo dove si terrà l’evento è fondamentale, soprattutto se si tratta di un market dove esporre i propri prodotti. Essenziale è chiedere se hanno più sedi o quale potrebbe essere il luogo fisico dove posizionare i prodotti. Porre domande specifiche è solo un punto a vostro favore per un duplice motivo: più si cerca di capire se fa al caso vostro più starete tranquilli, dall’altra parte comprenderanno sicuramente uno spiccato interesse e professionalità. Questo vi aiuterà anche a comprendere meglio la serietà dell’organizzazione e a fare meglio le valutazioni sulla partecipazione effettiva.

  4. Viaggiate leggeri! senza avere troppe valigie o borse a cui pensare, magari inviando i prodotti e le attrezzature tramite un corriere. Mettere tutto in uno scatolone facilita il viaggio e nel caso in cui vi accorgiate di aver dimenticato qualcosa, potrete sempre aggiungerla poi al vostro bagaglio. A questo proposito, potrebbe essere molto utile scrivere una lista e fare una foto al vostro scatolone con tutto il materiale dentro, anche perché la foto potrebbe servirvi per verificare che sia tutto al proprio posto.

  5. Potrebbe essere strategica la scelta del posizionamento all’interno del market o della fiera, sempre se questa opzione vi viene data dagli organizzatori. Alle volte scegliere chi poter aver accanto potrebbe rappresentare un beneficio sia per comunicare bene l’idea di business sia per parlare dei propri prodotti e della propria vision. Avere colleghi che praticano in maniera differente il macro tema della fiera può essere vantaggioso, creando una sinergia fra i vari spazi espositivi attraverso una vera e propria concorrenza costruttiva e positiva.”

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Dalla terra alla tua pelle. La storia di Ekostè

28 Luglio 2022 ore 08:29

La storia di Laura e Monica, fondatrici dell’impresa Ekostè è una sintesi di vari aspetti interessanti, che si intrecciano tra loro: come in altre storie che abbiamo raccontato anche per loro il punto di partenza è determinato da un’esigenza personale, in questo caso un’intolleranza ai componenti della maggior parte dei cosmetici sul mercato, che spinge a studiare una soluzione che offra a se stessa e poi anche ad altre persone un’alternativa. In questi anni proprio l’attenzione alle esigenze di quella che magari è una “nicchia” a cui arrivare con proposte di qualità, ha spinto molte aziende a strutturarsi per venire incontro a quella che si rivela anche un’interessante opportunità commerciale.


Nel caso di Ekostè infatti il lavoro di queste intraprendenti ragazze di San Severo si inserisce in un mercato che in Italia muove cifre davvero impressionanti. Secondo il Rapporto “Numeri, trend, valori della cosmetica” a cura del Centro Studi di Cosmetica Italia “il totale del fatturato del settore cosmetico in Italia ammonta a 10,64 miliardi di euro, con una crescita annuale rispetto al 2020/21 dell’8,8%. Una tendenza importante che è ancora più marcata del segmento connotazione naturale e sostenibile che si attesta a 1,8 miliardi di euro di fatturato, pari a una quota di mercato del 16%”. Tra l’altro il mercato italiano è, tra quelli europei, uno dei più ampi ed in evoluzione, in cui i consumatori, sempre più consapevoli e tra i quali aumentano esponenzialmente i nativi digitali, chiedono ai produttori di compiere scelte che vanno nella direzione di prodotti realizzati con un’attenzione non di facciata ai temi della sostenibilità. La prospettiva quindi è che aziende, anche piccole, che nascono in questa fase storica e che hanno nel proprio dna una vocazione green, godranno sicuramente di un forte vantaggio competitivo, riuscendo a collocare la propria proposta in maniera forte ed accattivante.

All’interno di questo interessante scenario, abbiamo scelto quindi di raccontarvi le attività di Ekostè, brand di cosmetici creati con i prodotti agricoli della Puglia e la cui compagine è attualmente formata da Laura, naturopata e aroma terapeuta che si occupa della parte strutturale degli agrocosmetici, studiandone la formulazione e la nota aromatica e olfattiva e seguendo la linea produttiva degli oli essenziali e delle materie prime, e Monica che, anche grazie alla sua formazione in campo ambientale, si occupa delle relazioni con enti e partner e di selezionare i fornitori con cui sottoscrivere accordi commerciali. La loro attività è caratterizzata da un altro aspetto particolarmente significativo, e cioè il mettere a valore delle risorse che sono già presenti sul territorio di riferimento, il Gargano, e dargli nuove possibilità di diffusione, facendone gli ingredienti principali dei loro prodotti, in un percorso che va “dalla terra alla pelle”.

Per introdurre la nostra intervista abbiamo chiesto innanzitutto loro di selezionare 5 consigli su come scegliere un cosmetico di qualità, con altrettanti aspetti a cui badare quando si sceglie cosa comprare e che possono aiutarci fare delle scelte più consapevoli e spendere meglio i nostri soldi.

Ecco dunque cosa ci hanno consigliato:

  1. Osservare il modo in cui sono scritti gli ingredienti poiché, se questi sono indicati con la loro nomenclatura botanica in latino significa che non hanno subito processi chimici nella lavorazione; i nomi in inglese indicano invece sostanze sintetizzate chimicamente.

  2. Meglio scegliere di acquistare un cosmetico biologico, il che significa scegliere un cosmetico ecologico, che rispetti l’ambiente e osservi un profilo etico in tutti i suoi aspetti: dal flacone al packaging. Tutto è realizzato con materiali biodegradabili, riciclabili ed eco-compatibili.

  3. Scegliere creme non testate sugli animali e che riportino la dicitura di “dermatologicamente testato” per una garanzia e sicurezza maggiore.

  4. Meglio un prodotto che costa di più ma di cui si può tracciare la filiera e attestare la naturalezza attraverso test e diciture.

  5. Scegliere cosmetici con eccipienti naturali perché sono più assorbibili dalla nostra pelle, in quanto tali. Dove ci sono siliconi o petrolati, oltre ad essere nocivi per la pelle, formano un film idrolipidico che non fa totalmente assorbire la crema e quindi non va in profondità.

 

 

A questo punto, dopo aver preso bene nota dei loro consigli, possiamo partire con l’intervista a Laura e Monica!
Iniziamo scegliendo una parola che, secondo voi, spiega l’essenza di Ekostè.
Ne scegliamo due: BEAUTY FOOD, è questo infatti il concetto che ci piace associare ai nostri agrocosmetici Ekostè in virtù del motto aziendale “se non lo puoi mangiare, non lo puoi spalmare”. Così come siamo sempre più attenti alle etichette del food, attenti ai cibi sani, a km0, da filiera tracciata, così dobbiamo sapere cosa c’è in quel che spalmiamo sulla nostra pelle. Attraverso i prodotti agricoli pugliesi biologici abbiamo la sicurezza e la qualità degli agrocosmetici Ekosté che sono sinonimo di benessere, qualità e bontà.

Dicevamo che la vostra idea nasce da una combinazione di competenze ed esperienze personali. come siete riuscite a combinare insieme questi due aspetti?
L’idea nasce da un sogno e, al tempo stesso, da una esigenza di Laura: gran parte delle creme cosmetiche presenti sul mercato non erano utilizzabili per lei, in quanto le causano eruzioni cutanee, prurito. La causa principale di quella che si può considerare una vera e propria intolleranza è la presenza di agenti di sintesi.
A questo abbiamo aggiunto la voglia smisurata di voler diffondere la bellezza del nostro territorio, la natura, la campagna e la bontà dei prodotti agricoli, che qui si producono e si trasformano, abbiamo pensato di creare degli agrocosmetici: trasformare i prodotti agricoli pugliesi e utilizzarli per fare delle creme da spalmare sulla pelle, per idratarla, per nutrirla, per risvegliare con le profumazioni che scegliamo accuratamente quella memoria olfattiva insita in ognuno di noi.

C’è sempre nelle esperienze di avvio di un’impresa una situazione o un elemento inaspettato capace di sorprendere. è stato così anche per voi?
C’è un evento che ha caratterizzato il percorso di Ekostè, che ha dato un contraccolpo all’impresa ma più dal punto di vista morale, affettivo ed emotivo, mi riferisco al cambiamento della compagine societaria. La collaborazione del gruppo rende i processi di problem-solving più efficienti e veloci. La possibilità di confrontare idee, ricevere feedback e diversi punti di vista fa sì che le soluzioni ai problemi, le alternative, le correzioni vengano individuate e implementate molto più velocemente, ma non sempre è facile e/o immediato trovare i membri del proprio team, non sempre è facile volersi mettere in gioco, confrontarsi, essere allineati per competenze e professionalità, essere disposti all’ascolto.

A questo punto, se vi chiedessimo di scegliere un punto di forza e un aspetto di criticità della vostra attività, quali sarebbero?
Punto di forza: siamo i primi in Puglia a parlare di AGROCOSMETICA, trasformando prodotti agricoli unicamente pugliesi, raccontando e mostrando da dove proviene il cosmetico finale che il consumatore si spalmerà sulla sua pelle attingendo da consorzi ed enti certificati biologici, creando uno storytelling emozionale ed esperienziale.
Criticità: accesso ai canali di distribuzione (qualsiasi tipologia) perchè Ekostè è ancora molto piccola come dimensione aziendale (fatturato, quantitativi prodotti ecc).

Dicevamo anche in premessa che la relazione con il proprio territorio è uno degli aspetti che più vi caratterizza. Secondo voi che tipo di impatto possono avere e stanno già avendo attività come la vostra?
Studi di settore dimostrano che la pelle parla di emozioni, quindi stress, ansia, preoccupazioni si trasformano in eruzioni cutanee, dermatiti atopiche e seborroiche, psoriasi, eczemi ecc.
Trasformare i prodotti agricoli pugliesi che hanno delle qualità nutritive eccellenti renderà i nostri agroprodotti un beauty food dal punto di vista della qualità e creme sensoriali dal punto di vista emozionale. I dati dimostrano che la cosmetica naturale è un mercato in crescita, ed in crescita è il numero dei consumatori attenti all’etichetta, che cercano nei prodotti bio e vegani, sostenibilità e affidabilità. Prodotti che raccontano una storia di sostenibilità, una storia fatta di trasparenza, attenzione al mondo della produzione sin dall’approvvigionamento. Tra l’altro, da ottobre 2021 abbiamo iniziato una collaborazione (ancora in corso) con l’ ATS Tessere Daune, intrecci di donne e storie rurali, la prima rete pugliese di imprese femminili, costituita unicamente da imprenditrici donne, del settore agroalimentare e della trasformazione dei prodotti agricoli. L’obiettivo della rete è promuovere i prodotti, il territorio di Capitanata e della Puglia, attraverso attività di animazione culturale.

E nei prossimi mesi, quali attività vi aspettano?
A settembre, parteciperemo al SANA di Bologna, il principale palcoscenico del biologico e del naturale, e lo faremo con le attività di accompagnamento messe in campo da Arti e Regione Puglia, che ci supporteranno non solo nella copertura . Ci impegneremo nel cercare e sviluppare nuove relazioni commerciali, cercando buyer interessati alla distribuzione dei nostri agrocosmetici di Puglia, ma saremo li anche per analizzare i nuovi trend di mercato, per esempio dal punto di vista del packaging. L’anno scorso abbiamo partecipato al Sana come visitatori e come auditori ai diversi workshop, eravamo li anche nel 2019, è un luogo magico e stimolante per chi opera nel campo del naturale e della cosmetica. Questa volta ci andremo sicuramente con una consapevolezza e forti delle esperienze che derivano dall’impegno quotidiano che mettiamo nel far crescere la nostra azienda.

 

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Networking in progress: l’ultimo incontro di Networking Territoriale a Gallipoli!

03 Marzo 2022 ore 10:34

Martedì 22 febbraio si è svolto un nuovo incontro di Networking Territoriale organizzato dallo Staff PIN a Gallipoli! 

L’incontro è stato ospitato da MudE – Museo delle Esperienze, un bellissimo contenitore culturale dedicato all’arte e al teatro per bambini di tutte le età, che dispone di ampi spazi anche all’aperto, che visto il mal tempo non è stato possibile sfruttare a pieno. 

All’incontro erano presenti Officine Amaro, Passo passo, Mellor’s Studio, LatoBi, Ecomostre, Gis_Hub, Agrinitaly, Macaria, Vianda.it, Salute in Cloud, RENAI, Geosmè, Rematch & reVintage, Pop Up e Boho 21 e come sempre l’evento è stato pieno di importanti spunti di riflessione sia per i vincitori PIN che per lo Staff. 

Dopo un primo momento di presentazione da parte dello Staff è stato il turno dei vincitori PIN presenti: presentarsi e farsi conoscere all’interno della comunità rimane uno dei modi più semplici per stringere collaborazioni e amicizie promettenti e gli incontri di Networking creano sempre la giusta atmosfera!

È stata particolarmente interessante la discussione nata a seguito di una delle testimonianze riguardo le difficoltà incontrate nella gestione di una società che opera nel settore del teatro, dell’arte e della cultura. Difficoltà percepita da diversi vincitori, che però dallo scambio di soluzioni e consigli hanno arricchito il proprio bagaglio di esperienze. 

L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alle libere connessioni: considerata la grande partecipazione, molti dei progetti presenti operavano nello stesso settore e avevano quindi interesse a conoscersi meglio e a confrontare le esperienze. 

Il prossimo incontro di Networking è in programma per la fine di marzo: continuate a seguirci per scoprire la data!