L’importanza delle radici e il viaggio di Raiz Italiana
Hanno fatto un percorso attraverso il mondo, con un’idea che ha col tempo ottenuto l’attenzione di prestigiose istituzioni nazionali e internazionali. Sono partiti nell’ottobre del 2017 con il progetto vincitore PIN “Raiz italiana”. Oggi hanno arricchito la loro offerta e si sono trasformati in un interlocutore cruciale in Italia per i viaggi delle radici. La loro storia può essere di ispirazione per le giovani imprese che hanno idee innovative e tanta voglia di mettersi in gioco. Scopriamo il loro percorso e cosa hanno in serbo per i prossimi mesi.
Vi occupate principalmente di organizzare itinerari delle radici. Come avete vissuto il lungo lockdown causato dalla pandemia da Covid-19 e come avete superato quel difficile momento?
Nei mesi precedenti la pandemia avevamo realizzato una missione in America Latina e, grazie al sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie (DGIT) del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), avevamo organizzato una serie di eventi in Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia e Paraguay che ci avevano dato molta visibilità sia sui social che sulla stampa nazionale di suddetti Paesi. In Argentina, in particolare, insieme a Pugliapromozione, Enit Buenos Aires, il Gobierno de la ciudad de Buenos Aires, l’associazione Puglia-Buenos Aires e altre istituzioni italiane, avevamo organizzato una serie di eventi dedicati alla Puglia che avevano visto la partecipazione anche dell’Orchestra popolare della Notte della Taranta. Inoltre, per il programma televisivo argentino “El Resto del Mundo” avevamo partecipato al viaggio delle radici della famosa attrice Emilia Attias che ci aveva permesso di far conoscere il nostro progetto al vasto pubblico latinoamericano. Per tutte queste ragioni, dal mese di novembre 2019 al mese di marzo 2020 avevamo ricevuto centinaia di richieste da parte di italodiscendenti che volevano organizzare il proprio viaggio delle radici in Italia e avevamo iniziato a programmare le diverse esperienze ma, con l’arrivo della pandemia da Covid-19, tutti i viaggi sono stati cancellati e la nostra attività si è ridotta notevolmente. Nonostante questo, gli italiani all’estero hanno continuato a scriverci perché hanno approfittato del tempo in casa per rintracciare informazioni utili alla ricerca delle proprie origini familiari. Quindi la nostra attività di supporto, anche attraverso il reperimento di documenti utili alla ricostruzione della storia degli antenati, non si è mai fermata.
Abbiamo anche realizzato una serie di incontri online chiamati “Raiz Incontra”, insieme al socio di Raiz Italiana e operatore culturale italo-argentino Maxi Manzo. A questi incontri hanno partecipato alcuni personaggi famosi, artisti, esponenti della collettività italiana tra cui Donato De Santis, cavaliere delle Repubblica Italiana, giudice nel programma MasterChef Argentina e personaggio iconico della collettività italiana di Buenos Aires che da sempre sostiene il progetto di Raiz Italiana.
Di seguito riportiamo il link al nostro blog con alcune riflessioni scritte nel periodo della pandemia: https://www.raizitaliana.it/turismo-delle-radici-e-scenari-post-covid19/?lang=it
Di recente avete presentato il secondo volume della “Guida alle radici italiane”: come è nata questa idea e come avete fatto a realizzarla?
Abbiamo utilizzato il periodo delle restrizioni per la pandemia anche per realizzare il secondo volume della “Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati” che include le regioni Sicilia, Calabria, Molise e Lombardia.
Il primo volume era stato pubblicato a settembre 2019 e includeva le regioni Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna. Questa è un’idea nata dalla collaborazione con la DGIT del MAECI nell’ambito del tavolo tecnico sul turismo delle radici, istituito nel 2018 e di cui siamo stati i fondatori insieme a suddetto ente. Il progetto è stato da loro finanziato e ha visto il coinvolgimento di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e delle regioni di cui si parla nei volumi. L’idea è quella di completare la collana, per questo in autunno ci metteremo a lavoro per i prossimi volumi. I due prodotti editoriali, nelle tre versioni italiano/inglese, italiano/spagnolo, italiano/portoghese possono essere scaricati al seguente link: https://www.raizitaliana.it/guida-alle-radici-italiane-v2/?lang=it.
In tutto il vostro percorso quali sono stati i momenti cruciali per lo sviluppo della vostra idea e della vostra impresa?
Sicuramente l’incontro con la DGIT del MAECI, per tutte le attività elencate precedentemente, è stata fondamentale e per noi motivo di grande orgoglio. Quando abbiamo incontrato per la prima volta il Direttore Generale Luigi Maria Vigliali, erano i giorni in cui stavamo per firmare l’atto di impegno con la Regione Puglia per il progetto PIN e ancora non potevamo immaginare cosa sarebbe successo nei mesi e negli anni a venire, ma l’interesse dimostrato da parte di un rappresentante di un’istituzione nazionale ci ha dato molto entusiasmo e la possibilità di credere che la nostra idea poteva essere vincente. Una persona che ci ha guidati in questo percorso di collaborazione con in MAECI, è stato il capufficio dell’Ufficio I della stessa direzione, il consigliere Giovanni Maria De Vita, fermo sostenitore dell’importanza dei viaggi delle radici per continuare a mantenere un legame con le comunità italiane all’estero e per la valorizzazione dei nostri borghi.
Quale è stata l’attività che vi ha dato maggiori soddisfazioni e che vi ha permesso di rendere riconoscibile il vostro progetto nel panorama internazionale?
Le attività più importanti sono quelle già elencate, quindi la realizzazione della Guida alle radici italiane, la missione di America Latina nel 2019, la partecipazione al viaggio di Emilia Attias attraverso il programma “El Resto del Mundo”, la rassegna di incontri online chiamati “Raiz Incontra”. Inoltre, nel 2018 abbiamo partecipato al bando “Educational tour” di Pugliapromozione e abbiamo avuto la possibilità di portare in Puglia un altro famoso attore italo-argentino, Mike Amigorena le cui origini sono a Bisceglie, città in cui nacque suo nonno. Un’altra iniziativa che ci ha dato molta visibilità è stata la pubblicazione di un articolo su di noi nel quotidiano “El País”, nel mese di ottobre 2019 ed è risultato l’articolo più letto della settimana in Uruguay. Da quel giorno sono arrivate centinaia di mail da parte di uruguaiani che volevano scoprire le proprie radici. Siamo stati invitati diverse volte al programma RAI “L’Italia con voi” trasmesso in tutto il mondo per gli italiani all’estero e abbiamo avuto la possibilità di parlare del nostro progetto in diversi contesti: convegni, fiere internazionali (tra cui Bit Milano, FIT Argentina e Expo Viajes Uruguay), programmi radio e stampa. Infine, abbiamo scritto di Raiz Italiana per il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, la pubblicazione più importante e riconosciuta tra chi studia la mobilità italiana e le comunità italiane all’estero.
Che esperienza avete avuto con le istituzioni pubbliche? È stato complesso instaurare un dialogo?
Nel nostro percorso siamo stati molto fortunati perché abbiamo sempre avuto il pieno sostegno da parte delle istituzioni che vedono nel turismo delle radici un’idea innovativa per far rivivere i piccoli borghi. A partire dalla Regione Puglia, poi ENIT Buenos Aires con la sua direttrice Veronica Morello che ci ha accompagnati fin dalla nascita della nostra idea e che ci ha sempre sostenuto attraverso la promozione delle nostre attività, e ancora la DGIT del MAECI di cui abbiamo già parlato e, infine, le regioni presenti nei due volumi della guida.
Come avete ampliato la vostra rete e la vostra offerta di servizi?
Se il progetto era partito con l’idea di offrire supporto ai discendenti italiani nel loro percorso di scoperta delle origini familiari e nell’organizzazione del viaggio delle radici in Italia, oggi alla nostra mission si è aggiunta la collaborazione con le istituzioni per la creazione di un prodotto turistico delle radici nei diversi territori italiani. A questo proposito, abbiamo partecipato all’istituzione di un master sul turismo delle radici con l’Università della Calabria e, oltre a curare l’offerta formativa insieme ai docenti del comitato scientifico e al Direttore del master, il prof. Tullio Romita, ci stiamo occupando della formazione degli studenti con un modulo dal titolo “Organizzare itinerari e viaggi delle radici”.
Avete instaurato collaborazioni con altri vincitori PIN?
Abbiamo mantenuto una collaborazione costante con Daria Toriello e Roberto Mazzarago di ImaginApulia, soprattutto per la realizzazione dei video di Raiz Italiana inclusi nel progetto della Guida e abbiamo altri progetti che speriamo di poter portare avanti.
Cosa consigliereste alle start up che adesso stanno avviando la propria attività? Quali sono le qualità che non devono mancare e quali sono le strategie vincenti per sviluppare la propria impresa?
Sicuramente consigliamo di lavorare molto sul networking: con i progetti PIN, con altre imprese e istituzioni. Consigliamo anche di seguire la attività e le iniziative che mette a disposizione lo Staff di PIN e che per noi in molti casi sono state fondamentali anche per confrontarci con altre realtà.
Infine, consigliamo di credere in quello che fanno e di perseverare: il progetto PIN è come una piccola pianta che per crescere ha bisogno di tanta cura, passione e pazienza. Gli ostacoli possono esserci, ma questi permettono di crescere meglio e di avere radici più forti. Buona fortuna a tutti!