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Incontri che cambiano la vita!

27 Giugno 2022 ore 11:47

Ci sono incontri che cambiano la vita in meglio. E per quanto possano essere accidentati o semplici i percorsi di ciascun individuo, a chiunque capita prima o poi di incrociare il suo con una persona o un gruppo di persone capaci di aprire una prospettiva diversa alla propria esistenza. A volte il cambiamento generato si dimostra di grande impatto, tanto da segnare un prima e un dopo rispetto a quello che sarebbe potuto succedere e quello che è invece avvenuto. Altre volte i cambiamenti sono apparentemente più lievi, sembrano rimanere nel novero della casualità, dell’accidente. Eppure anche in quel caso, il proprio percorso cambia e porta in territori inaspettati. Le connessioni possibili sono state il tema che ci ha accompagnato nella nostra ultima visita a Foggia ad incontrare alcune imprese giovanili nate con il sostegno della Regione Puglia.

 

Ad aprirci le porte di un capannone alla periferia della città, appena scesi dall’auto è Davide, titolare insieme a Matteo della Da.Ma. srls una falegnameria nata con l’idea di utilizzare dei nuovi materiali nella produzione di mobili su misura.
Alla classica domanda che segue i primi saluti, e cioè il rituale: “ma come vi è venuta l’idea di iniziare questa attività?” è Davide a rispondere, con una storia che colpisce innanzitutto per la sua semplicità. “Ero un ragazzino come tanti, con poca voglia di continuare la scuola e mi dedicavo a vagabondare per la città. Fu un mio zio a propormi di andare a lavorare da lui, in una piccola falegnameria. e così che mi dissi, perché no? facciamo una prova”. Quell’esperimento è durato un po’ di anni, Davide ha imparato un mestiere, ma soprattutto ha scoperto una passione verso un mondo, quello dell’artigianalità fatto di sacrifici ma anche della soddisfazione di vedere i risultati del proprio impegno.
Ad un certo punto però l’azienda di suo zio chiude. Davide non ci sta a mollare quel mondo e quella possibilità di lavoro e insieme a Matteo, un amico capitato anche lui quasi per caso a fare il mestiere di falegname, decide di provarci. Intercettano l’opportunità del bando PIN e si mettono in proprio. Allestiscono un laboratorio, comprano attrezzi e macchinari, e avviano la loro produzione. L’intuizione per avviare la propria impresa è quella di utilizzare un materiale innovativo, la resina epossidica, per ottenere arredi dotati di maggior resistenza e, nel contempo, conferire alla materia trattata nuove forme, colori e venature.

I tempi non sono certamente favorevoli, tra pandemia, aumento generalizzato dei costi, ma oggi, a quasi due anni dalla costituzione, Davide e Matteo ci accolgono in un capannone più grande e ci mostrano uno dei nuovi macchinari appena arrivati. C’è soprattutto orgoglio nello sguardo e nelle parole di Davide e Matteo, la consapevolezza di non essere che ad un nuovo punto di partenza. Il finanziamento per avviare l’impresa è terminato, da qualche mese sono le loro capacità a determinare la riuscita di questa impresa. La sfida dunque va al di là della corretta gestione del finanziamento ricevuto, della documentazione da preparare, perché si trasforma nella possibilità concreta di dare un futuro alle proprie capacità, una prospettiva lavorativa in autonomia. Nella stretta di mano che ci scambiamo alla fine della nostra chiacchierata si condensa tutto l’orgoglio di chi ci sta provando davvero, e che ha fiducia innanzitutto nelle proprie capacità.

Riprendiamo l’auto, e ci dirigiamo verso un’altra periferia di Foggia, ci aspettano per il prossimo appuntamento da Sartoria circolare.
Conosciamo bene la storia di questa azienda avendola accompagnata fin dalla sua ideazione, e sappiamo che, anche in questo caso, ci aspetta il racconto di una storia fatta di incontri fortuiti ma capaci di cambiare la vita delle persone coinvolte.
Ad accoglierci nel suo atelier foggiano c’è Lawrence che, insieme a Costantina, ha messo in piedi una sartoria specializzata nel recupero di scarti di tessuto e nella produzione di borse. La semplicità dell’idea si riflette nello sguardo gentile del suo protagonista principale, artefice delle creazioni, che ha saputo mettere a frutto le proprie abilità sartoriali per un uscire da un percorso di vita tutt’altro che semplice. Partito dalla Nigeria, Lawrence è infatti approdato prima in Sicilia e poi a Borgo Mezzanone condividendo con tanti altri migranti le durissime condizioni di vita di chi cerca un lavoro dignitoso e trova quasi sempre sfruttamento. I percorsi di vita però, per quanto a volte accidentati, lasciano sempre possibilità al cambiamento. E per Lawrence questa occasione è arrivata grazie al supporto di una rete di persone che lo ha sostenuto e incoraggiato a provarci, a tentare di prendere letteralmente in mano il proprio destino.

Cucire può significare legare due lembi di tessuto, ma anche unire persone e origini.

Per creare a volte bisogna avere coraggio, non solo stoffa.

Nasce così Sartoria circolare, con l’acquisto dei macchinari per la cucitura, l’attivazione di uno shop online e l’allestimento di un piccolo laboratorio che poi è diventato anche il punto vendita fisico delle Chicche di Lau.

Lawrence racconta così come è nata la sua impresa: “L’idea del riciclo è nata innanzitutto per tutelare l’ambiente e limitare l’impatto ambientale che certi materiali possono avere. Inoltre, ho scoperto la possibilità di recuperare tantissimi materiali inutilizzati (scarti di tessuti, accessori, cinte, cravatte, sacchi, bottoni, cerniere e tanto altro materiale che andrebbe perso), anche non strettamente collegati all’abbigliamento, trasformandoli in borse artigianali uniche nel loro genere, a volte realizzate anche in unico esemplare e non riproducibili.”
Entrando in questo luogo si viene accolti dai colori di ogni borsa resa unica anche dalla ricerca di quelle stoffe che erano rimaste invendute in qualche magazzino e il cui destino era di diventare un rifiuto. A fare la differenza infatti, oltre alle capacità creative, c’è infatti una grande attenzione alla sostenibilità ambientale: quelle rimanenze che normalmente finirebbero in discarica, diventano materiale prezioso da recuperare e trasformare in borse e accessori.


Quello della sostenibilità e dell’economia circolare è senz’altro un tema che accomuna queste due esperienze imprenditoriali: secondo la definizione dell’Unione Europea, l’Economia circolare è infatti un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.
Entrambe le imprese sono nate dunque applicando questo principio alla propria proposta, prestando particolare attenzione a quelli che sono temi di strettissima attualità: il riciclo, l’upcycling e il recupero della materia prima di scarto che diventano di primaria importanza, anche nel caso della falegnameria di Davide e Matteo infatti l’utilizzo della resina rende anche più agevole la lavorazione del legname di scarto eliminando le imperfezioni insite in esso e fornendo un rivestimento protettivo. Gli arredi prodotti con tale lavorazione durano più a lungo e possono essere personalizzati con delle modalità difficili da applicare nelle lavorazioni più tradizionali del legno.

Anche la chiacchierata con Lawrence è finita, ma abbiamo ancora un po’ di tempo e per non farci mancare nulla e chiudere al meglio questa intensa mattinata foggiana, decidiamo per un ultima visita. Andiamo a trovare Andrea per vedere dal vivo il loro nuovissimo Maraki FoodLab esperienza innovativa di servizi per la comunicazione in ambito food e ristorazione. E se non sapete cos’è un foodlab, potete scoprirlo in questo nostro articolo dedicato all’impresa di Valentina e Andrea, giovani imprenditori con una spiccata vocazione social!

 

 

 

 

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