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Tra Market e Fiere, i consigli di Officine Amaro per cogliere al meglio queste opportunità

01 Agosto 2022 ore 14:01

Estate non è solo sinonimo di vacanze, bagni e relax al mare o serate in giro. I mesi estivi sono spesso anche occasione per chi ha una produzione artigianale di partecipare ad eventi in cui esporre e vendere i propri lavori, incontrando quindi direttamente i propri clienti, ma anche opportunità per stabilire connessioni ad esempio con le realtà che organizzano l’evento e che potrebbero determinare ulteriori possibilità future. Incontri in cui non solo vendere ma anche fare un prezioso networking per aumentare la propria visibilità e allargare la propria rete di partner.

Nel lavoro di accompagnamento da sempre cerchiamo di facilitare lo scambio e di dare valore alle esperienze di ciascun giovane imprenditore o imprenditrice, perché quello che si impara facendo ha non solo un grande valore per chi lo fa, ma rappresenta un patrimonio di conoscenza che sarebbe un peccato non riuscire a condividere. Così per avere qualche consiglio su come gestire al meglio queste situazioni, abbiamo chiesto a Marilisa e Roberto di Officine Amaro, di condividere con noi qualche suggerimento su come gestire al meglio le fasi successive all’invito ad un mercato o un evento. Si tratta quindi di apprendimenti che derivano direttamente dalla loro esperienza sia come laboratorio sia come punto vendita dedicato a opere di legatoria e stampe realizzate con tecniche incisorie – tipografiche.

Ecco dunque cosa ci raccomandano!

“Grazie innanzitutto per questa opportunità di racconto, perché ci da l’occasione di condividere con altri giovani imprenditori le nostre esperienze. Partiamo innanzitutto dal fatto che pur essendo una realtà inaugurata da poco tempo, stiamo riscontrando dei buoni risultati in termini di diffusione del nostro marchio. Le pratiche che trattiamo sono abbastanza apprezzate e riceviamo complimenti, e inviti a partecipare ad eventi anche fuori dalla Puglia. Le proposte che riceviamo naturalmente non vengono tutte da sole, ma sono il frutto di precedenti contatti, derivano ad esempio dalla presenza a serate a tema, a eventi organizzati da altri, occasioni di networking in cui condividere il proprio approccio al proprio lavoro: è fondamentale seguire sempre in modo costante il flusso del vostro settore – mercato mirando ad un livello alto e competitivo. Quando presentiamo il nostro progetto siamo molto attenti a curare ogni dettaglio per far emergere l’identità del nostro brand nei temi e nei prodotti che realizziamo. Da non sottovalutare, almeno per i primi periodi, l’opportunità di presentare e far conoscere la propria realtà sfruttando tutti i mezzi a disposizione, addirittura una sola esperienza potrebbe aprire altri inviti o richieste!

 

Gli inviti che abbiamo ricevuto sono legati alla nostra attività culturale e produttiva legata al mondo editoriale e produzioni indipendenti. Quando riceviamo questi inviti non cercati direttamente ci viene spontaneo seguire determinati ragionamenti e accortezze: essere preparati e conoscere tutto il mondo che circonda il vostro prodotto o tipologia di mercato è il passo fondamentale per capire in che direzione è bene seguire e come è meglio comunicare il vostro progetto.
Prima di inoltrare una mail ad un’azienda per proporre una collaborazione o semplicemente per creare un legame per futuri servizi e acquisti, meglio chiamare telefonicamente di persona e presentarvi spiegando chi siete e una breve info sulla vostra realtà. In questo modo sarete ricordati perché avrete cercato un contatto diretto rispetto all’inoltro di una mail – magari fraintesa come spam.

 

 

Ecco dunque i nostri consigli:

  1. Appena arriva un messaggio o una e-mail con su scritto qualcosa di interessante condividiamo il contenuto tra di noi. La condivisione è molto importante fra colleghi! Da qui inizia il confronto fra i membri per cercare di capire che domande porre prima di rispondere alla e-mail che riguarda l’evento. Rendersi disponibile anche se la decisione non è stata ancora presa. Se il tempo passa può essere d’aiuto inviare una e-mail per confermare la ricezione dell’invito e prendere tempo per fare tutte le valutazioni del caso e poter procedere alla definizione dei dettagli.

  2. Se la decisione presa è quella di non partecipare, è fondamentale rispondere e comunicare, con la maggiore cortesia possibile, la decisione di non aderire all’ eventuale progetto. Pensiamo che sia preferibile spiegare le motivazioni e allo stesso tempo dimostrare di rimanere a disposizione per future collaborazioni.

  3. Se la risposta dovesse essere positiva, quindi si conferma la collaborazione, si avvia la parte dei quesiti da porre a chi organizza: ad esempio, come si svolgerà l’evento? E’ al chiuso o all’aperto? (questo aspetto ad esempio per noi è fondamentale considerando che 80% dei nostri prodotti è composta da carta). Quindi cercare di capire il luogo dove si terrà l’evento è fondamentale, soprattutto se si tratta di un market dove esporre i propri prodotti. Essenziale è chiedere se hanno più sedi o quale potrebbe essere il luogo fisico dove posizionare i prodotti. Porre domande specifiche è solo un punto a vostro favore per un duplice motivo: più si cerca di capire se fa al caso vostro più starete tranquilli, dall’altra parte comprenderanno sicuramente uno spiccato interesse e professionalità. Questo vi aiuterà anche a comprendere meglio la serietà dell’organizzazione e a fare meglio le valutazioni sulla partecipazione effettiva.

  4. Viaggiate leggeri! senza avere troppe valigie o borse a cui pensare, magari inviando i prodotti e le attrezzature tramite un corriere. Mettere tutto in uno scatolone facilita il viaggio e nel caso in cui vi accorgiate di aver dimenticato qualcosa, potrete sempre aggiungerla poi al vostro bagaglio. A questo proposito, potrebbe essere molto utile scrivere una lista e fare una foto al vostro scatolone con tutto il materiale dentro, anche perché la foto potrebbe servirvi per verificare che sia tutto al proprio posto.

  5. Potrebbe essere strategica la scelta del posizionamento all’interno del market o della fiera, sempre se questa opzione vi viene data dagli organizzatori. Alle volte scegliere chi poter aver accanto potrebbe rappresentare un beneficio sia per comunicare bene l’idea di business sia per parlare dei propri prodotti e della propria vision. Avere colleghi che praticano in maniera differente il macro tema della fiera può essere vantaggioso, creando una sinergia fra i vari spazi espositivi attraverso una vera e propria concorrenza costruttiva e positiva.”

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Dalla terra alla tua pelle. La storia di Ekostè

28 Luglio 2022 ore 08:29

La storia di Laura e Monica, fondatrici dell’impresa Ekostè è una sintesi di vari aspetti interessanti, che si intrecciano tra loro: come in altre storie che abbiamo raccontato anche per loro il punto di partenza è determinato da un’esigenza personale, in questo caso un’intolleranza ai componenti della maggior parte dei cosmetici sul mercato, che spinge a studiare una soluzione che offra a se stessa e poi anche ad altre persone un’alternativa. In questi anni proprio l’attenzione alle esigenze di quella che magari è una “nicchia” a cui arrivare con proposte di qualità, ha spinto molte aziende a strutturarsi per venire incontro a quella che si rivela anche un’interessante opportunità commerciale.


Nel caso di Ekostè infatti il lavoro di queste intraprendenti ragazze di San Severo si inserisce in un mercato che in Italia muove cifre davvero impressionanti. Secondo il Rapporto “Numeri, trend, valori della cosmetica” a cura del Centro Studi di Cosmetica Italia “il totale del fatturato del settore cosmetico in Italia ammonta a 10,64 miliardi di euro, con una crescita annuale rispetto al 2020/21 dell’8,8%. Una tendenza importante che è ancora più marcata del segmento connotazione naturale e sostenibile che si attesta a 1,8 miliardi di euro di fatturato, pari a una quota di mercato del 16%”. Tra l’altro il mercato italiano è, tra quelli europei, uno dei più ampi ed in evoluzione, in cui i consumatori, sempre più consapevoli e tra i quali aumentano esponenzialmente i nativi digitali, chiedono ai produttori di compiere scelte che vanno nella direzione di prodotti realizzati con un’attenzione non di facciata ai temi della sostenibilità. La prospettiva quindi è che aziende, anche piccole, che nascono in questa fase storica e che hanno nel proprio dna una vocazione green, godranno sicuramente di un forte vantaggio competitivo, riuscendo a collocare la propria proposta in maniera forte ed accattivante.

All’interno di questo interessante scenario, abbiamo scelto quindi di raccontarvi le attività di Ekostè, brand di cosmetici creati con i prodotti agricoli della Puglia e la cui compagine è attualmente formata da Laura, naturopata e aroma terapeuta che si occupa della parte strutturale degli agrocosmetici, studiandone la formulazione e la nota aromatica e olfattiva e seguendo la linea produttiva degli oli essenziali e delle materie prime, e Monica che, anche grazie alla sua formazione in campo ambientale, si occupa delle relazioni con enti e partner e di selezionare i fornitori con cui sottoscrivere accordi commerciali. La loro attività è caratterizzata da un altro aspetto particolarmente significativo, e cioè il mettere a valore delle risorse che sono già presenti sul territorio di riferimento, il Gargano, e dargli nuove possibilità di diffusione, facendone gli ingredienti principali dei loro prodotti, in un percorso che va “dalla terra alla pelle”.

Per introdurre la nostra intervista abbiamo chiesto innanzitutto loro di selezionare 5 consigli su come scegliere un cosmetico di qualità, con altrettanti aspetti a cui badare quando si sceglie cosa comprare e che possono aiutarci fare delle scelte più consapevoli e spendere meglio i nostri soldi.

Ecco dunque cosa ci hanno consigliato:

  1. Osservare il modo in cui sono scritti gli ingredienti poiché, se questi sono indicati con la loro nomenclatura botanica in latino significa che non hanno subito processi chimici nella lavorazione; i nomi in inglese indicano invece sostanze sintetizzate chimicamente.

  2. Meglio scegliere di acquistare un cosmetico biologico, il che significa scegliere un cosmetico ecologico, che rispetti l’ambiente e osservi un profilo etico in tutti i suoi aspetti: dal flacone al packaging. Tutto è realizzato con materiali biodegradabili, riciclabili ed eco-compatibili.

  3. Scegliere creme non testate sugli animali e che riportino la dicitura di “dermatologicamente testato” per una garanzia e sicurezza maggiore.

  4. Meglio un prodotto che costa di più ma di cui si può tracciare la filiera e attestare la naturalezza attraverso test e diciture.

  5. Scegliere cosmetici con eccipienti naturali perché sono più assorbibili dalla nostra pelle, in quanto tali. Dove ci sono siliconi o petrolati, oltre ad essere nocivi per la pelle, formano un film idrolipidico che non fa totalmente assorbire la crema e quindi non va in profondità.

 

 

A questo punto, dopo aver preso bene nota dei loro consigli, possiamo partire con l’intervista a Laura e Monica!
Iniziamo scegliendo una parola che, secondo voi, spiega l’essenza di Ekostè.
Ne scegliamo due: BEAUTY FOOD, è questo infatti il concetto che ci piace associare ai nostri agrocosmetici Ekostè in virtù del motto aziendale “se non lo puoi mangiare, non lo puoi spalmare”. Così come siamo sempre più attenti alle etichette del food, attenti ai cibi sani, a km0, da filiera tracciata, così dobbiamo sapere cosa c’è in quel che spalmiamo sulla nostra pelle. Attraverso i prodotti agricoli pugliesi biologici abbiamo la sicurezza e la qualità degli agrocosmetici Ekosté che sono sinonimo di benessere, qualità e bontà.

Dicevamo che la vostra idea nasce da una combinazione di competenze ed esperienze personali. come siete riuscite a combinare insieme questi due aspetti?
L’idea nasce da un sogno e, al tempo stesso, da una esigenza di Laura: gran parte delle creme cosmetiche presenti sul mercato non erano utilizzabili per lei, in quanto le causano eruzioni cutanee, prurito. La causa principale di quella che si può considerare una vera e propria intolleranza è la presenza di agenti di sintesi.
A questo abbiamo aggiunto la voglia smisurata di voler diffondere la bellezza del nostro territorio, la natura, la campagna e la bontà dei prodotti agricoli, che qui si producono e si trasformano, abbiamo pensato di creare degli agrocosmetici: trasformare i prodotti agricoli pugliesi e utilizzarli per fare delle creme da spalmare sulla pelle, per idratarla, per nutrirla, per risvegliare con le profumazioni che scegliamo accuratamente quella memoria olfattiva insita in ognuno di noi.

C’è sempre nelle esperienze di avvio di un’impresa una situazione o un elemento inaspettato capace di sorprendere. è stato così anche per voi?
C’è un evento che ha caratterizzato il percorso di Ekostè, che ha dato un contraccolpo all’impresa ma più dal punto di vista morale, affettivo ed emotivo, mi riferisco al cambiamento della compagine societaria. La collaborazione del gruppo rende i processi di problem-solving più efficienti e veloci. La possibilità di confrontare idee, ricevere feedback e diversi punti di vista fa sì che le soluzioni ai problemi, le alternative, le correzioni vengano individuate e implementate molto più velocemente, ma non sempre è facile e/o immediato trovare i membri del proprio team, non sempre è facile volersi mettere in gioco, confrontarsi, essere allineati per competenze e professionalità, essere disposti all’ascolto.

A questo punto, se vi chiedessimo di scegliere un punto di forza e un aspetto di criticità della vostra attività, quali sarebbero?
Punto di forza: siamo i primi in Puglia a parlare di AGROCOSMETICA, trasformando prodotti agricoli unicamente pugliesi, raccontando e mostrando da dove proviene il cosmetico finale che il consumatore si spalmerà sulla sua pelle attingendo da consorzi ed enti certificati biologici, creando uno storytelling emozionale ed esperienziale.
Criticità: accesso ai canali di distribuzione (qualsiasi tipologia) perchè Ekostè è ancora molto piccola come dimensione aziendale (fatturato, quantitativi prodotti ecc).

Dicevamo anche in premessa che la relazione con il proprio territorio è uno degli aspetti che più vi caratterizza. Secondo voi che tipo di impatto possono avere e stanno già avendo attività come la vostra?
Studi di settore dimostrano che la pelle parla di emozioni, quindi stress, ansia, preoccupazioni si trasformano in eruzioni cutanee, dermatiti atopiche e seborroiche, psoriasi, eczemi ecc.
Trasformare i prodotti agricoli pugliesi che hanno delle qualità nutritive eccellenti renderà i nostri agroprodotti un beauty food dal punto di vista della qualità e creme sensoriali dal punto di vista emozionale. I dati dimostrano che la cosmetica naturale è un mercato in crescita, ed in crescita è il numero dei consumatori attenti all’etichetta, che cercano nei prodotti bio e vegani, sostenibilità e affidabilità. Prodotti che raccontano una storia di sostenibilità, una storia fatta di trasparenza, attenzione al mondo della produzione sin dall’approvvigionamento. Tra l’altro, da ottobre 2021 abbiamo iniziato una collaborazione (ancora in corso) con l’ ATS Tessere Daune, intrecci di donne e storie rurali, la prima rete pugliese di imprese femminili, costituita unicamente da imprenditrici donne, del settore agroalimentare e della trasformazione dei prodotti agricoli. L’obiettivo della rete è promuovere i prodotti, il territorio di Capitanata e della Puglia, attraverso attività di animazione culturale.

E nei prossimi mesi, quali attività vi aspettano?
A settembre, parteciperemo al SANA di Bologna, il principale palcoscenico del biologico e del naturale, e lo faremo con le attività di accompagnamento messe in campo da Arti e Regione Puglia, che ci supporteranno non solo nella copertura . Ci impegneremo nel cercare e sviluppare nuove relazioni commerciali, cercando buyer interessati alla distribuzione dei nostri agrocosmetici di Puglia, ma saremo li anche per analizzare i nuovi trend di mercato, per esempio dal punto di vista del packaging. L’anno scorso abbiamo partecipato al Sana come visitatori e come auditori ai diversi workshop, eravamo li anche nel 2019, è un luogo magico e stimolante per chi opera nel campo del naturale e della cosmetica. Questa volta ci andremo sicuramente con una consapevolezza e forti delle esperienze che derivano dall’impegno quotidiano che mettiamo nel far crescere la nostra azienda.

 

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In visita da… Una coda per due, esempio vincente di impresa sociale

03 Febbraio 2022 ore 13:16

Visitare il Parco di Ulisse ci ha permesso di scoprire dal vivo come il contributo dell’avviso PIN abbia potuto dare avvio ad un progetto in continua evoluzione. Anna e Barbara di Una coda per due, progetto partito nel 2018 e concluso ad agosto 2019, hanno superato diverse sfide e tante battaglie ma oggi questo sogno è realtà aperta a tutti, vivace polo di incontro e di accoglienza, in cui i protagonisti sono gli animali, la natura e tutti i valori ad essi collegati. A conclusione della visita abbiamo salutato il Parco pensando che ogni città avrebbe diritto ad un’oasi di tranquillità come questa. Dalle parole delle fondatrici si evince come il crederci, fino in fondo, possa poi portare a costruire bellezza. E se volete anche voi viverlo non vi resta che leggere questo articolo e poi andarci di persona!

Il Parco di Ulisse è oggi uno spazio dinamico e polifunzionale nato grazie alla tenacia e alle competenze vostre e di chi vi ha affiancato in questi anni. Come siete arrivati a questo punto? Come si è evoluto il progetto?

Il Parco di Ulisse originariamente era incentrato sulle attività cinofile e sugli Interventi Assistiti con gli animali. Infatti il nostro progetto “Una coda per due”, risultato tra i primi vincitori del bando PIN, aveva previsto la creazione di un Centro di pet therapy e centro cinofilo che valorizzassero la relazione uomo-animale-ambiente. Poi, in corso d’opera la nostra équipe multidisciplinare si è arricchita di nuove professionalità con prevalente esperienza nel campo educativo e rieducativo. Successivamente, l’essere diventati genitori ci ha permesso di sentire maggiormente i bisogni delle famiglie e della comunità educante ed è così che abbiamo voluto riservare una porzione del parco interamente ai bambini, con l’esclusiva area di “outdoor education”.

Questo è avvenuto prima dell’inizio della pandemia che ha reso ancora più preponderante il bisogno di riconquistare spazi all’aperto, di uscire “fuori” ed anche di riconquistare quel legame autentico ed innato con la natura. In ciò, probabilmente, abbiamo anticipato i tempi, perché laddove chiudevano scuole ed istituti, noi concedevamo a terzi i nostri spazi aperti, offrendo oltre ad un servizio specialistico, anche un setting unico e sicuro che è quello rurale. Il nostro punto di forza è stato, oltre la perseveranza e l’innovatività della nostra idea progettuale, anche il know how della nostra squadra variegata che oggi conta più di 20 professionisti. Ognuno di noi ha potuto metterci del suo ed ora il Parco è un centro multiservizi unico per il sud Italia che a breve si appresta anche ad ottenere il riconoscimento come Centro di Terapia Assistita con gli Animali, il primo della nostra regione, oltre ad essere centro tirocini per gli IAA a livello nazionale. Si sono concretizzati partenariati e collaborazioni con enti pubblici vari come scuole, comuni, Asl e a breve anche con alcune università, al fine di poter approfondire la ricerca nel nostro core business che sono gli Interventi Assistiti con gli Animali e l’educazione non formale.

Cosa c’è di voi e della vostra vita in questo spazio? 

Il Parco è stato progettato guardando il mondo con gli occhi di un bambino, ma con una particolare attenzione alla sostenibilità. Il concept, ideato dall’arch. Mariagrazia Giardinelli, di origini pugliesi, ricercatrice dell’università di Firenze, nasce dalla riproduzione in pianta della sagoma del cane, ripreso dal nostro logo, che avvolge le principali aree funzionali in geometrie curve con l’utilizzo di materiali naturali e della vegetazione locale, per consentire all’utente di fare esperienza percettiva e sensoriale totalizzante.

Abbiamo portato nel nostro fazzoletto di terra alcune cose belle che ci avevano entusiasmato durante i nostri viaggi come ad esempio la cupola geodetica, vista in alta quota sulle Dolomiti e che ad oggi è una delle strutture più sicure e ecosostenibili al mondo. I giochi che corredano l’area di “outdoor education” provengono dall’Inghilterra, dalla Polonia e dalla Finlandia e si ispirano ai primi asili del bosco scandinavi. Il nostro percorso sensoriale si è ispirato ai grandi parchi del nord Europa ma è composto da materie naturali a km 0 che vengono sostituiti periodicamente in base alle stagioni. La tenda stretch che offre ristoro durante la calura estiva proviene dal Sud Africa e si sposa perfettamente con i colori della nostra terra. Sono stati utilizzati materiali locali, come il tufo ed il legno, rinnovabili e riciclabili secondo l’approccio LCA (Life Cycle Assessment) e le piante e i fiori sono stati scelti con oculatezza, per sposarsi con il paesaggio costellato da ulivi secolari e dalla macchia mediterranea.

Quali difficoltà avete dovuto affrontare e come le avete superate?

Le difficoltà maggiori sono state di tipo burocratico. La nostra è un’attività assolutamente nuova per il nostro territorio ed oltre a non esserci un regolamento comunale inerente le attività cinofile, a livello regionale all’epoca mancava una regolamentazione che fissasse delle regole sugli interventi assistiti con gli animali e sui centri che erogano tali servizi. Anche a livello di inquadramento camerale non sono mancati problemi, perché tutt’ora manca un codice Ateco specifico per questa attività. Ma siamo riusciti a sciogliere tutti i vari “nodi” attraverso il nostro costante aggiornamento, la nostra determinazione ed avvalendoci di consulenti esperti. Possiamo affermare che a livello regionale e nel sud Italia siamo dei pionieri in questo settore e siamo onorati di aver contribuito alla stesura dell’attuale regolamento attuativo regionale in materia di IAA.

Avete candidato diversi progetti a bandi pubblici dopo aver vinto PIN. Cosa vi hanno permesso di realizzare?

L’essere risultati tra i primi vincitori del bando PIN, nel settore dell’innovazione sociale, ci ha permesso di concretizzare la prima parte del nostro progetto con la creazione del centro di pet therapy e di parte dell’area cinofila. L’iniziativa è stata per noi quel “la” che ci ha infuso la giusta dose di ottimismo per continuare a credere nei nostri sogni e poter concretizzare la restante parte del progetto.

Successivamente abbiamo partecipato a vari bandi nazionali, regionali e locali collocandoci tra gli idonei e vincendo l’Avviso pubblico per la realizzazione di interventi di animazione sociale negli istituti detentivi, grazie al quale abbiamo potuto avviare un progetto pilota di educazione assistita con gli animali rivolto agli internati della REMS di Carovigno in collaborazione con il CSM dell’ALS BR; in qualità di partner abbiamo vinto il Bando della Regione Puglia per la realizzazione di Impianti sportivi soggetti privati.

Grazie a quest’ultimo bando stiamo ampliando il nostro parco e durante questo nuovo anno inaugureremo un’area ludico-motoria per i più piccoli ed un’area sportiva inclusiva, entrambe “outdoor”, entrambe già approvate dal CONI che ha anche riconosciuto la nostra area sportiva attrezzata.

Nel 2021 siamo risultati vincitori del bando regionale indetto dalla Sezione Relazioni Internazionali con l’organizzazione del V^ edizione del Festival della Cooperazione Internazionale e, in qualità di partner, del bando della regione Puglia – Dipartimento Promozione della salute e del benessere animale – Sport per tutti, per l’avvio di sport inclusivo per varie fasce deboli. Grazie a dei bandi comunali, la Coda di Ulisse ha rivolto i suoi avviati campus estivi mattutini e pomeridiani a minori provenienti da nuclei vulnerabili e/o con disabilità certificata e sta continuando a realizzare laboratori educativi, artistici e ludico-ricreativi completamente gratuiti a minori del Comune di Massafra.

Il nostro progetto, per la sua portata innovativa, sarà presentato all’evento ARCH22 – the 5th Architecture Research Care and Health conference di Amsterdam, ove sarà valorizzato come esempio virtuoso e sarà analizzato il contributo che il centro apporta all’attrattività del territorio attraverso l’eliminazione del degrado, della sporcizia e dell’isolamento delle periferie.

Come si evolveranno ulteriormente il parco e il progetto nei prossimi mesi?

Come accennato prima, nel 2022, il nostro Centro di Pet therapy riconosciuto dalla Regione Puglia si appresta a diventare Centro di Terapia Assistita con gli Animali, previa nulla osta Asl. È un passo importante che qualificherà ancora meglio il lavoro che svolgiamo nell’ambito riabilitativo e che meglio identificherà il nostro Centro, che aveva già i prerequisiti igienico-strutturali e d’équipe per ottenere tale attestazione. Il Parco di Ulisse, oltre ad ospitare gli Interventi Assistiti con gli Animali, è sede di svolgimento di altre co-terapie e co-laboratori, come arte-terapia, musico-terapia, orto-terapia e teatro sociale, avvalendoci dei nostri esperti od in partenariato con professionisti e/o altri enti del settore.

È diventato un punto di riferimento per le strutture socio-sanitarie e le scuole del nostro territorio che ospitiamo per la realizzazione di varie attività. Il nostro Centro di Pet therapy, ufficialmente rientrerà tra i centri di formazione e tirocini della rete nazionale WE ANIMAL e stiamo lavorando per instaurare ulteriori collaborazioni con enti di ricerca ed Università. Strutturalmente, il Parco di Ulisse ad oggi è esteso su oltre 3.000 mq, di cui 2.000 di verde e si arricchirà dell’area sportiva inclusiva composta da zona fitness “outdoor” con attrezzi per persone con disabilità e l’esclusiva area equilibrio ed adventure per bambini e ragazzi, per una estensione di altre 3.000 mq. Abbiamo già altre idee che però custodiamo gelosamente per semplice scaramanzia e contiamo di estendere il parco di oltre 1 ettaro.

Quest’area sportiva andrà ad arricchire l’esistente ed avvalora ancora di più il concetto di parco multiservizi per un approccio integrato della “One Heath”, ovvero “Salute Unica”, dell’uomo, degli animali e dell’ambiente.

Ci sono delle persone in particolare nel vostro team il cui contributo è stato decisivo per lo sviluppo del progetto?

Il progetto ambizioso de La coda di Ulisse è il risultato di un grande lavoro di squadra. Siamo partite in due, io come veterinario esperto in Interventi Assistiti con gli Animali, appassionata di tematiche sociali e di educazione biocentrica e Barbara Leoni, biologa, educatore cinofilo e coadiutore cane per gli IAA. Sono poi saliti a bordo educatori professionali, psicologi, altri coadiutori animali, tutti esperti in IAA ma il progetto ha subito una sostanziale trasformazione grazie al coinvolgimento dell’avv. Tommaso Marazia, europrogettista che ci ha dato la possibilità di allargare i nostri orizzonti, di Venere Rotelli, animatrice sociale con esperienza ventennale che ha curato la comunicazione e molti dei laboratori per giovani ed adulti ed Anna Sisto, pedagogista esperta in IAA che ci ha fornito numerosi spunti nell’ambito educativo e rieducativo. La squadra si è arricchita, poi, di altre variegate professionalità di caratura che hanno reso possibile l’ampliamento dei nostri servizi rivolti a tutti, grandi, piccini ed animali.

Che cosa consigliereste ad altri vincitori PIN che intendono realizzare spazi finalizzati ad accogliere attività e servizi legati a temi sociali?

La nostra esperienza ci porta a consigliare agli altri vincitori PIN in primis di avvalersi dei consulenti giusti, in secundis di instaurare partenariati con enti locali, pubblici e privati al fine di poter sia ottenere in concessione e/o condividere spazi idonei, sia per rafforzare e completare le competenze messe in campo per l’attuazione del progetto. La nostra sede operativa rimane una nostra scelta personale ed opportunità che abbiamo voluto implementare, ma esistono svariate altre possibilità che renderebbero più agevole l’avvio di un’attività nel sociale. Mi sento di aggiungere che lavorare nel sociale, probabilmente, non da immediati riscontri perché, vendere un servizio “ultra specialistico” prevede una fase di attenta informazione ed anche di sensibilizzazione dei propri stakeholders. Rimane fondamentale il contatto diretto a più livelli, sia con i rappresentanti delle istituzioni che con le famiglie, perché non è possibile trasferire alcune nozioni e i propri valori solo attraverso sterili documenti o attraverso i canali social o il sito istituzionale. Chi come noi lavora nel sociale, mettendo al centro la relazione autentica, deve prevedere sempre la possibilità di incontri conoscitivi ed open day che possano aiutare a conoscere l’offerta di servizi.

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L’Accompagnamento PIN torna sul territorio!

19 Novembre 2021 ore 17:38

Per tutta la comunità PIN: segnate in agenda gli appuntamenti di novembre e dicembre!

Dopo tanti mesi di attività online lo Staff riprende la presenza sul territorio con un programma di networking territoriali per rafforzare le Comunità PIN locali, facilitare l’incontro fra PIN “senior” e PIN “junior” – e in generale l’incontro tra PIN e altrǝ giovanǝ del territorio interessatǝ a conoscervi – e per dialogare con voi sulle vostre esigenze di supporto e accompagnamento.

Tutti gli incontri di networking territoriale saranno informali (pensate ad un pre-serata fra amici) e hanno l’obiettivo principale di ascoltarvi e di riprendere il livello di contatto diretto e personale con il territorio che nel passato è sempre stato parte integrante di PIN. Il primo appuntamento è per il 27 Novembre  a San Nicando Garganico, per proseguire poi il 9 dicembre ad Andria il 9 dicembre e, ad anno nuovo, con altri incontri in tutta la Puglia.

Anche gli incontri settoriali sono tornati in presenza ed è già partito l’invito a tutti i vincitori del settore Agrofood a partecipare ad un incontro di networking con le startup selezionate nel percorso di accelerazione di Bravo Innovation Hub. L’incontro si svolgerà il 1° dicembre presso Palazzo Guerrieri a Brindisi. “Bravo Innovation Hub Agrifood” è il programma di accelerazione realizzato da Invitalia in collaborazione con Tree, Future Food, Talent Garden Milano, Sud Speed Up e CETMA rivolto alle imprese che offrono soluzioni innovative nella filiera agro-alimentare. L’incontro di networking ha come obiettivo quello di creare delle possibili collaborazioni tra le startup incubate che operano su scala nazionale e i progetti PIN del settore di riferimento.

Ma lo staff non sparisce dai canali digitali! Il nuovo programma di Accompagnamento PIN include anche l’incontro più richiesto in forma digitale: il 14 dicembre potrete rivolgervi allo Staff in videoconferenza per approfondire specifiche domande e dubbi legati ai temi della corretta gestione e rendicontazione delle spese progettuali.

Vi ricordiamo che per tutti gli eventi è necessario registrarsi! Trovate i link per la registrazione in questo riassunto del programma completo:

Sabato 27/11/2021, ore 16.00:

Networking Territoriale San Nicandro Garganico

Mercoledì 01/12/2021, ore 17.00:

Networking Bravo Innovation Hub – PIN del Settore Agrifood

Giovedì 09/12/2021, ore 18.00:

Networking Territoriale Andria

Martedì 14/12/2021, ore 16.00:

Q&A con lo Staff: Rendicontazione e gestione delle Spese progettuali

A dicembre continuano inoltre le azioni di Accompagnamento PIN per l’inserimento nel mercato, già ripartite ad ottobre con missioni alla VIEW Conference a Torino e a Ecomondo a Rimini. In questi giorni quattro vincitori PIN si stanno preparando per Più Libri Più Liberi – Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. La missione imprenditoriale a Roma è in programma dal 5 all’8 dicembre.