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Copertina del post Quando la musica diventa impresa. Intervista a Sud Sonico

Quando la musica diventa impresa. Intervista a Sud Sonico

07 Ottobre 2022 ore 08:44

Sud Sonico è un’organizzazione culturale che ha sede nel Salento, ma opera in una rete sovranazionale, attraverso eventi, consulenze e attività formative. L’idea che ha dato vita all’associazione si è evoluta, si è adattata, si è sviluppata ampliandosi a nuove ricerche e progettualità e oggi si afferma a livello internazionale grazie ad un bando europeo.

Abbiamo ascoltato quello che Ludovico, Simone, Andrea, i fondatori di Sud Sonico, hanno da raccontarci e raccolto una serie di preziosi consigli per quanti si affacciano al mondo della cultura e della musica e in questi settori intendono fare impresa.

 

Cos’è oggi Sud Sonico?

Sud Sonico è stata fondata nel 2019 come piattaforma di cultura del suono e della musica multidisciplinare, con focus su più tipologie di attività, da festival e concerti ad attività di formazione e musicoterapia. In tre anni, abbiamo prodotto tre festival, numerosi concerti ed alcune mirate attività di sensibilizzazione e didattiche. Ad oggi, Sud Sonico continua ad operare nella medesima direzione, producendo iniziative diversificate, e rivolgendosi a pubblici eterogenei. Di recente, ci stiamo affacciando ad una progettazione ancora più ‘moderna’; progettazione intesa ed orientata alla valorizzazione del territorio in chiave green e digital, e all’empowerment di giovani ed operatori di settore, grazie ad un approccio tramite il quale suono, management, e scaling di idee progettuali convergono e dialogano costantemente.

Sagra Elettronica 2019, Masseria Ospitale, Lecce @ Atraz Emilia

 

Quali difficoltà avete incontrato nel vostro percorso?

La maggiore difficoltà strategica ed operativa è stata ricercare partner e risorse umane in loco che comprendessero la nostra progettualità, in quanto il nostro approccio al lavoro culturale è stato di difficile comprensione per cittadinanza, enti ed aziende. Dopo tre anni di duro lavoro, siamo riusciti ad abbattere numerose barriere percettive e culturali. In generale, il nostro paese fatica ad aprirsi a organizzazioni culturali che innovano tramite la cultura, e non potremo certamente cambiare tale paradigma individualmente. Ma lo sapevamo da principio e certamente c’è ancora margine di migliorare. La pandemia, poi, ha per forza di cose rallentato le nostre prospettive di crescita: svolgiamo attività con e per le persone, e non poter continuare a rimanere in contatto con i nostri sostenitori e pubblico ci ha frenato non poco. Al momento, stiamo lavorando per rafforzare e diversificare ancor più il nostro network di finanziatori, e le nostre competenze nel fundraising culturale e musicale a livello nazionale ed internazionale.

 

Quale bando europeo vi siete aggiudicati e quali attività state svolgendo e svolgerete?

Abbiamo vinto il nostro primo bando europeo, ‘MusicAIRE – An Innovative Recovery for Europe’ lo scorso giugno. È un bando diretto, creato e gestito – in collaborazione con European Music Council – direttamente da Europa Creativa, la sezione dedicata alla progettazione culturale. Questa misura di finanziamento ci ha permesso di creare un corso di formazione di management musicale moderno, dal nome ‘Avant Learn – Advanced Music XLR8R’, in cui si approfondiscono temi convenzionali e contemporanei di management grazie ad un programma di master class ed attività di praticantato. Il progetto è dedicato a studenti e freelance, che imparano da teoria e case histories su temi “comuni” – e neanche troppo – come music marketing, comunicazione, amministrazione, produzione eventi e pubblico spettacolo, ma anche tematiche attuali come digital project management, impatto ambientale, diritto d’autore e turismo musicale. Le otto lezioni in programma, e le attività pratiche svolte in collaborazione con AVANT Festival e MUNDI Festival sono state molto positive, ed al momento stiamo tracciando l’impatto ottenuto e preparandoci alla dissemination.

AVANT Learn 2022 – corso di formazione di management musicale, Castello Volante di Corigliano d’Otranto
Michela Gaffo, AVANT Learn 2022 – corso di formazione di management musicale, Castello Volante di Corigliano d’Otranto

 

Come avete fatto a individuare questo bando e in genere che strategie adottate per rimanere informati su opportunità aperte a livello locale, nazionale o internazionale?

Nella nostra organizzazione vi sono varie figure professionali. Ludovico in particolare si occupa di varie aree tra cui il fundraising, inteso come monitoraggio, progettazione e scrittura di opportunità di finanziamento. Sono numerosi i portali e newsletter nazionali ed europei per la progettazione culturale e di impresa, ed ovviamente è necessario acquisire dimestichezza nel saper cercare ed interpretare tali opportunità nella prospettiva strategica ed operativa del soggetto giuridico che si rappresenta. Ogni finanziamento persegue finalità che devono combaciare con le finalità generali e progettuali del soggetto giuridico che si candida al finanziamento, e, a nostro avviso, è importante saper tradurre una visione progettuale strategica ed operativa in chiave flessibile e funzionale. Tra gli aggregatori di bandi che possiamo consigliare ci sono Il Bando nella Matassa (https://www.excursusplus.it/ilbandonellamatassa/), Obiettivo Europa (https://www.obiettivoeuropa.com/), CSV (https://infobandi.csvnet.it/), Info Cooperazione (https://www.info-cooperazione.it/category/bandi/). Il settore del fundraising con privati è invece più delicato. Si può inoltre utilizzare Google Alerts per impostare notifiche automatiche su parole chiave e restringere la ricerca in adeguate aree tematiche (musica, cinema, beni culturali, servizi culturali) e/o geografiche (Puglia, Europa). A prescindere, è sempre opportuno condurre un’analisi dei finanziamenti disponibili rispetto alle caratteristiche dell’ente e dei progetti in cantiere.

 

Che altre occasioni di finanziamento siete stati in grado di cogliere che hanno favorito la sostenibilità economica del vostro progetto?

In ambito del progetto ‘Avant Learn – Advanced Music XLR8R’, abbiamo richiesto ulteriori finanziamenti ad aziende e fondazioni, ma sono state rigettate e per la quota di co-finanziamento a completamento del progetto, abbiamo attinto da risorse economiche “interne”. A nostro avviso, soprattutto per gli enti del terzo settore, oggi è fondamentale diversificare le fonti di entrate economiche, a prescindere dall’eventuale accesso a finanziamenti, bandi e sponsorizzazioni in progetti specifici. In generale, il nostro ente, in questi tre anni, è riuscito a sopravvivere grazie alla vincita di bandi regionali ed internazionali – i bandi nazionali hanno spesso requisiti di accesso/partecipazione troppo stringenti – e grazie a contributi di enti, ambasciate, fondazioni e/o aziende che hanno compreso la nostra visione progettuale.

 

Quale lavoro si cela dietro alla ricerca di finanziatori? 

Il lavoro del fundraising è molto minuzioso, e richiede a colui che se ne occupa una serie di competenze di progettazione strategica, operativa e tecnica. Ci riferiamo a competenze complementari e diversificate di management, marketing e comunicazione, ma anche analisi, budgeting, accounting e relazioni esterne. Significativo il percorso di studi e professionale di Ludovico, che gli ha permesso di acquisire man mano nuove competenze, e tutt’oggi continua a studiare ed aggiornarsi. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia del lavoro e del consumatore, ha iniziato un master in marketing e comunicazione digitale, e dal 2017 ha iniziato a specializzarsi in fundraising culturale e di impresa tramite corsi di studi di gruppo ed individuali. Il fundraising si distingue in tre principali categorie: fundraising con aziende, fundraising in ambito di bandi e misure di finanziamento pubbliche, e fundraising filantropico con fondazioni erogative. Le prospettive di approccio ed operative variano da settore a settore, e riuscire a diversificare significa anche riuscire ad immedesimarsi nei propri sostenitori.

Sagra Elettronica 2019, Masseria Ospitale, Lecce @ Atraz Emilia

 

Fare rete è una delle prerogative del vostro progetto: che azioni avete intrapreso in tal senso? Avete anche collaborato con altri progetti vincitori PIN? 

Fare rete è fondamentale per tutte le organizzazioni culturali che hanno la prerogativa di continuare a crescere e raggiungere impatti sempre maggiori, che è anche la prerogativa di numerosi finanziatori che vogliono sostenere lo sviluppo di enti non-profit da un lato, e di comunità e territori dall’altro. La sfida è riuscire a co-progettare in gruppo, gestendo in prima persona gli aspetti progettuali chiave, e collaborare con altre organizzazioni per appaltare loro moduli di progetto specifici. Abbiamo collaborato con altri progetti vincitori dell’avviso PIN, come LO.FT, Environ e Degenere. Tutti gli operatori pugliesi, incluso Sud Sonico, dovrebbero migliorare la propria predisposizione a collaborare, o per lo meno dialogare; fermo restando che le collaborazioni devono essere impostate verso una linea trasparente, efficiente e ben definita. Sud Sonico è inoltre iscritto al Distretto Puglia Creativa, associazione che unisce oltre cento imprese culturali pugliesi ed offre loro eventi di aggiornamento ed anticipazioni su bandi, agevolazioni e misure di finanziamento, ma di per sé non si occupa, come a nostro avviso dovrebbe e potrebbe, di favorire la cooperazione tra le stesse organizzazioni, e di conseguenza favorire la crescita del settore e il dialogo con amministrazioni e cittadinanza. D’altronde la maggior parte delle imprese culturali pugliesi ed italiane hanno già i loro problemi, fanno fatica a progettare a lungo termine, e questa è una colpa da distribuire equamente, anche tra i vertici politici. Spesso cooperare significa anche condividere asset, network, contatti e know-how, e molte organizzazioni sono mal-disposte per timore che terzi possano appropriarsi di quanto messo a disposizione; un timore legittimo, ma che di fatto non permette la crescita delle organizzazioni in primis, e dell’economia culturale in generale.

 

Quali sono gli aspetti vincenti del vostro team e della vostra impresa?

Il riuscire a progettare a livello innovativo da un lato, senza tralasciare una fruizione accessibile per più fasce di pubblici. Questo è sicuramente un fattore di differenziazione rispetto a moltissime organizzazioni culturali pugliesi. Il nostro è un approccio glocal, nel quale vogliamo dare priorità al nostro territorio e alla cittadinanza, senza mettere in secondo piano la nostra vocazione alla cultura internazionale, alla diffusione di visioni culturali europee inedite. Ciò è stato possibile grazie alle diverse competenze ed esperienze del team: riusciamo a lavorare in maniera allineata e coordinata, pur curando aspetti di progettazione ben diversi, sia a livello strategico che operativo. Spesso, poi, è necessario individuare consulenti esterni che abbiano la capacità di portare un boost su aspetti di sviluppo e di progetto, e continuare un percorso di crescita in più direzioni.

Grischa Lichtenberger, AVANT Festival 2021, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Atraz Emilia
Laura Agnusdei, AVANT Festival 2021, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Atraz Emilia

 

Alla luce del vostro percorso e delle esperienze e competenze acquisite cosa consigliereste a chi decide di fare impresa nel mondo della musica?

Ecco i nostri consigli:

  • acquisire competenze ed esperienze il più verticali possibile
  • osservare e monitorare il modus operandi di organizzazioni e progetti simili
  • cercare di comprendere e far proprie le dinamiche del mercato locale, nazionale ed europeo
  • continuare ad essere affamati di crescita e di desiderio di differenziarsi, rimanendo aperti a evoluzioni e cambiamenti di sviluppo della propria impresa anche imprevisti, o comunque non preventivati
  • saper dominare gli aspetti formali, amministrativi, previdenziali e legali della propria organizzazione e del settore musica in generale, che è tra i più difficili in assoluto
  • circondarsi di consulenti specializzati, senza affidarsi ciecamente ma monitorandone l’operatività da vicino – e quindi dominando, anche parzialmente, le loro aree di intervento.

Il settore del fundraising per la musica ha poi moltissimo potenziale, e alla luce della difficoltà di acquisizione di tante competenze diverse e specialistiche, l’ulteriore consiglio è inoltre di farsi supportare da freelance o agenzie esperte nella progettazione musicale nello specifico.

Zanca dj set, AVANT Festival 2022, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Giulio Palma e Eduardo De Matteis

 

Quali sono gli aspetti da non sottovalutare nell’organizzazione di un evento?

Tutti: sostenibilità, sicurezza, assunzioni, tecnica e organizzazione generale in primis, ma anche marketing, comunicazione, audience development e engagement, controllo qualità, organizzazione e supervisione generale. Una filiera funziona se è ben oleata e se scorre fluida nella sua complessità, se i rischi di progetto sono preventivamente individuati e se si è pronti a gestire quasi qualsiasi avvenimento. Nei contratti di collaborazione con i musicisti, gli imprevisti che precludono lo svolgimento dell’evento sono definiti ‘cause of God’, dal maltempo al danneggiamento di strumentazione, da un permesso di pubblico spettacolo all’annullamento di un volo aereo. È necessario adoperare misure di tutela adeguate a qualsiasi situazione compromettente, tenendo conto che il pubblico spettacolo presume l’assunzione di numerose responsabilità a cui si deve necessariamente rispondere, sia in prima persona, sia a livello del soggetto giuridico che organizza l’evento.

AVANT Festival 2022, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Giulio Palma e Eduardo De Matteis

 

Come si evolverà nei prossimi mesi Sud Sonico? Cosa avete in programma?

Il nostro obiettivo a breve termine è consolidare i nostri progetti di maggior successo come AVANT Festival e AVANT Learn, che hanno già generato impatti socio-culturali, occupazionali ed economici molto rilevanti. L’obiettivo a medio-lungo termine invece è acquisire maggiore costanza nel reperimento di finanziamenti, ed iniziare inoltre a operare con più continuità nella progettazione di iniziative di ricerca e comunicazione di tematiche territoriali ed ambientali legate al suono tramite la commistione di linguaggi artistici, scienza, tecnologia e dati. Siamo e rimaniamo ambiziosi, ma manteniamo i piedi per terra e ci diamo il giusto margine per capire la fattibilità e sostenibilità delle nostre idee.

 

In copertina Katharina Ernst, Xenomorph Sounds 2020, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Atraz Emilia

 

Copertina del post Sana: un’esperienza in fiera tra ispirazione e formazione

Sana: un’esperienza in fiera tra ispirazione e formazione

03 Ottobre 2022 ore 16:46

Sana, una delle più importanti fiere internazionali su alimentazione, green lifestyle, cosmesi naturale e biologica, giunta alla sua 34esima edizione, ha rappresentato per due giorni (8 – 9 settembre 2022) uno stimolante “palcoscenico” per 7 giovani imprenditori e imprenditrici in movimento, alla ricerca di nuovi clienti e fornitori, di contatti o di alternative strategie di marketing. Nei padiglioni del quartiere fieristico di Bologna, Alessia e Cristian di don’tBEEScared, Vicky e Giusiana di Alveare da Favola, Veronica e Claudio di Biolashina, Fabio e Domenico di Vegan Places, Monica di Ekostè Agrocosmetica, Marco di Agrinitaly, Martina di Tipiko, hanno vissuto un’esperienza di networking, si sono confrontati con le tantissime opportunità del contesto fieristico e, tra visite agli stand, appuntamenti con espositori ed eventi di settore, hanno studiato e poi strutturato le proprie strategie di business.

Oggi, ad esperienza conclusa, le parole che ricorrono tra i 7 partecipanti per racchiudere l’avventura in fiera sono: ispirazione, networking, entusiasmo, formazione, B2B.

Per la maggior parte la partecipazione a Sana ha significato incontrare e conoscere potenziali fornitori e agenti di vendita, analizzare imprese concorrenti dal punto di vista del loro posizionamento, ricercare novità aziendali, ricevere stimoli e cogliere occasioni di scambio e crescita, individuare nuovi prodotti, conoscere i trend del mercato. Vicky e Giusiana di Alveare da Favola hanno potuto “muovere i primi passi verso un’idea, che stiamo sviluppando da un po’, di ampliamento del business. Ci siamo organizzate con una tabella di marcia sugli stand da visitare”.

Vicky e Giusiana di Alveare da Favola in visita agli stand

 

Domenico e Fabio di Vegan Places hanno “strutturato un funnel per ricevere contatti tramite adesivi (con QR Code) e magliette col nostro marchio che ci hanno permesso di renderci facilmente riconoscibili”.

Domenico e Fabio di Vegan Places indossano t-shirt con QR Code

 

Alessia e Cristian di Don’tBEEScared sottolineano l’evoluzione e lo sviluppo del progetto presentato anche grazie alla partecipazione a diversi contesti fieristici: “siamo andati al Sana con l’intenzione di ricercare finanziamenti per l’APS presso le aziende interessate a progetti di social responsability, attraverso il progetto Bee2Bee – Adotta un alveare. Usciti dalla fiera Ecomondo di Rimini con tanta esperienza in più, abbiamo rivisto alcune cose che in quella sede proponemmo a livello di prototipo. In occasione del Sana abbiamo raffinato, modificato, aggiustato il progetto Adotta un alveare e lo abbiamo portato in forma più matura, anche da un punto di vista meramente di presentazione grafica”. Veronica e Claudio di Biolashina sottolineano invece l’importanza di visitare le fiere “poiché è possibile in alcune ore avere uno scorcio sul mercato di riferimento che nel nostro caso è molto polverizzato”.

Veronica e Claudio di Biolashina

 

In alcuni casi l’esperienza è andata oltre le aspettative: “abbiamo constatato che molte aziende della cosmetica hanno introdotto la nutraceutica, un segmento sul quale stiamo indirizzando i nostri sogni e progetti futuri” ci dice Monica di Ekostè. Martina di Tipiko ha “tratto spunti interessanti riguardo al packaging dei prodotti presenti in fiera per nostri progetti futuri su una linea private label”.

Come sempre la fiera ha rappresentato anche un’occasione di networking e di confronto tra i partecipanti.

Un momento di networking

 

Per Alveare da Favola “la condivisione è stata una parte fondamentale del processo. I tempi degli spostamenti, dei pasti e delle pause trascorsi con altri imprenditori sono una parte davvero molto preziosa. Consentono di capire meglio la percezione dell’esterno sul proprio progetto. Ascoltare un racconto informale dei diversi modi di operare nei processi di crescita, individuare nuovi punti di vista non banali, è assolutamente come una centrifuga che ti solletica la mente“.

Per Marco di Agrinitaly “è stata una bellissima esperienza perché ci ha dato la possibilità di conoscere altri ragazzi che come noi cercano, ognuno con la propria strategia, di far crescere la propria startup. Il confronto è stato stimolante e ci ha arricchito. Torniamo a casa con tanti spunti interessanti e qualche amico in più.

Marco di Agrinitaly

 

Significativa la prospettiva di Alessia e Cristian di Don’tBEEScared: “guardarsi intorno e vedere altri sguardi spaesati ma al tempo stesso determinati e appassionati è sintomo di empatia e stimolo rispetto a quello che stai facendo e magari nasce la consapevolezza che anche il tuo status può essere utile per gli altri, per capire cosa fare oppure anche cosa NON fare”.

La fiera non solo come luogo di networking ma anche come opportunità di “formazione”: cosa hanno imparato da questa esperienza i giovani imprenditori e le giovani imprenditrici partecipanti?

Alessia e Cristian di Don’tBEEScared ci dicono di aver “imparato molto sulla modalità di presentazione dei prodotti e del brand in generale; noi siamo una APS, dunque abbiamo una missione diversa alla base, però il modo di presentarsi è sempre importante e comunque alcuni prodotti li produciamo anche noi. Dunque osservare come si muovono aziende più affermate e più grosse da questo punto di vista è stato molto importante”.

Alessia e Cristian di don’tBEEScared

 

Per Vicky di Alveare da Favola “la presentazione personale, umana di un prodotto/servizio è una parte fondamentale per attrarre la tipologia di clienti che possa essere il target giusto“.

Anche se le fiere sono dispendiose in termini economici per chi vi partecipa come espositore – afferma Marco di Agrinitaly – sono sempre dei momenti di networking e di accrescimento delle conoscenze che difficilmente si possono replicare online”.

Monica di Ekostè grazie a questa occasione ha imparato “a gestire il tempo. Durante questi eventi la gestione del tempo, l’ottimizzazione degli incontri con i fornitori e i distributori è importante. Molto utile è stato poter trascorrere più di un giorno in fiera e aver avuto modo di programmare un’agenda”.

Monica di Ekostè Agrocosmetica

 

E adesso? Tutti sono in una fase di ricontatto, ma alcuni cominciano a raccogliere risultati concreti: Marco di Agrinitaly ci racconta che ad oggi hanno inserito sulla loro piattaforma 5 nuovi produttori conosciuti in fiera; Vicky e Giusiana di Alveare da Favola lavoreranno con i fornitori conosciuti in fiera per una proposta natalizia innovativa per quest’anno; Martina di Tipiko sta allacciando rapporti commerciali con tre dei contatti raccolti durante il Sana, relativi a prodotti dolciari e succhi di frutta, con un’apertura verso anche prodotti diversi come le candele, mantenendo sempre il filo conduttore con il food, e  aggiunge: “i dettagli e le novità saranno disponibili nei prossimi mesi sul nostro shop online”.

Martina di Tipiko

 

Domenico e Fabio di Vegan Places hanno invece stretto una collaborazione con una testata locale per una sponsorizzazione sul loro giornale fisico e hanno ricevuto contatti interessanti con fornitori di vegan food nazionali.

Sulla base di quanto vissuto non mancano preziosi consigli e linee guida di approccio per i giovani imprenditori e le giovani imprenditrici che intendono partecipare a questa tipologia di eventi, in modo da sfruttare al meglio le opportunità. Eccoli di seguito, da parte di ogni partecipante:

  • Scegliere a quali espositori far visita attraverso il web è limitante, incontrarli dal vivo è completamente diverso. Quindi non li escludete a prescindere.

  • Tornate per la seconda volta a parlare con i 3 che vi sono piaciuti di più, se avete abbastanza tempo.

  • Prendete appunti

                                                                       (Vicky e Giusiana)

  • Credeteci, cogliete ogni occasione come stimolo e conoscenza, come scambio e crescita (professionale e personale).

(Monica)

  • Selezionate le aziende interessanti prima della fiera.

  • Sfruttate il colloquio con i potenziali clienti per fare domande che possano migliorare il vostro prodotto/servizio.

  • Contattate telefonicamente e allacciate una comunicazione post fiera, meglio se entro la prima settimana.

(Marco)

  • Preparatevi bene, abbiate bene in mente che cosa state andando a fare, fatelo divertendovi.

(Alessia e Cristian)

  • Adoperate un po’ di sfacciataggine per cogliere l’opportunità della fiera senza rimandare.

  • Dovete avere voglia di scoprire le novità, tutti in queste occasioni presentano i propri fiori all’occhiello.

  • Decidete sulla strada del ritorno 2 o 3 cose specifiche da fare dal giorno dopo.

(Veronica e Claudio)

  • Guardate con attenzione i brand partecipanti alla fiera e il programma dei convegni, e selezionate quelli di maggiore interesse in modo da organizzare al meglio la giornata e non disperdere energie e tempo durante le giornate di fiera.

  • Munitevi di materiale per presentare il vostro brand e da distribuire per farvi conoscere da possibili delle aziende di vostro interesse.

  • Recuperate contatti per possibili future collaborazioni.

(Martina)

  • Partite con una strategia per raggiungere il vostro target.

  • Parlate il più possibile con tutti gli imprenditori presenti/ specialisti delle varie aziende, confrontatevi sulle vostre idee e proponete il vostro servizio.

  • Confrontatevi anche con i membri del team e supportatevi a vicenda.

(Domenico e Fabio)

Copertina del post Different State: la diversità è una risorsa

Different State: la diversità è una risorsa

28 Settembre 2022 ore 14:06

Erika, Carlo e Tore nel mese di luglio 2021 hanno dato vita ad un’impresa e ad un nuovo marchio di abbigliamento: Different State. I loro capi unici sono pensati per raccontare l’inclusione e la diversità in tutte le sue accezioni. Abbiamo voluto farci raccontare lo sviluppo della loro idea, i risultati raggiunti, gli ostacoli incontrati e gli obiettivi per il futuro.

Il vostro brand veicola messaggi a favore dell’inclusione e della diversità, intesa come risorsa da valorizzare. Come è nata la vostra idea? Cosa vi ha ispirato e cosa tuttora vi ispira?

L’idea nasce da Carlo: ha la vitiligine sin da piccolo e ciò è sempre stato motivo d’insulto.

“Sembri una mucca”, “Hai preso il sole con gli occhiali”, “Ti sei lavato con la candeggina”. Frasi insopportabili. Non ha mai potuto piangerci sopra, perché viviamo in una società in cui l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Siamo tutti esseri imperfetti per costituzione, ma la nostra fragilità è una risorsa, non una debolezza. Così abbiamo dato vita a Different State, con l’obiettivo di valorizzare la diversità: in una società sempre più consapevole e attenta ai diritti di tutte le categorie sociali, emerge il bisogno di rispettare e vedere celebrate tutte le sfumature di diversità, per abolire pregiudizi e discriminazione.

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Come sono suddivise le competenze e i ruoli all’interno del vostro team?

Carlo è il responsabile commerciale: public relation, commerciale, gestione economica, marketing offline, front-man.

Tore è l’ideatore creativo: font, grafica, sito e-commerce, sponsorizzate Meta (Facebook e Instagram).

Erika è rappresentante legale, responsabile commerciale e Social media Manager: social, rapporti influencer, rapporti fornitore/designer.

Cerchiamo comunque di collaborare e aiutarci per svolgere al meglio tutte le mansioni.

 

Dall’avvio della vostra impresa ad oggi quali ostacoli avete riscontrato e che strategie avete adottato per superarli?

Il mondo della moda è al giorno d’oggi complicato sotto tanti aspetti. Per la produzione abbiamo riscontrato un aumento dei costi e un rallentamento della produzione stessa dovuto alla mancanza di tessuti in Italia in seguito alla pandemia e alla guerra. Siamo stati costretti ad adattarci: la prima capsule l’abbiamo realizzata stampando su capi già predefiniti.

Alla seconda capsule, invece, abbiamo dedicato più mesi per riuscire nel nostro intento: produrre da zero il capo con l’aiuto di un designer. Questo ha avuto come conseguenza uno svantaggio sulle vendite: se solitamente una collezione viene presentata a marzo, noi siamo riusciti a presentarla online solamente a maggio, con conseguente ritardo del piano influencer.

Per l’aspetto commerciale abbiamo adottato un piano marketing che prevedeva: sponsorizzazioni social; influencer che spiegassero la nostra mission indossando un nostro capo; una collaborazione con un’agenzia di modelle imperfette e conseguente pubblicazione di comunicato stampa; l’attivazione di un sito e-commerce per la vendita online. Tutto questo però ha generato poche vendite. È difficile emergere fra i troppi brand presenti sul mercato. Ma non molliamo: per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con loro un rapporto di lavoro. Questo permetterà a noi di avere visibilità non solo online ma anche fisica (nei negozi).

Ultimo ostacolo, ma non meno importante: la registrazione del marchio. Abbiamo ricevuto due contestazioni!

Che tipo di collaborazioni professionali avete instaurato e quali sono risultate vincenti per lo sviluppo della vostra azienda?

La prima importante collaborazione è stata con Imperfetta Project, un’agenzia di modelle imperfette: abbiamo realizzato una capsule per diffondere un messaggio comune sulla diversità.

La seconda importante collaborazione è stata con un designer con cui abbiamo lavorato per la seconda capsule: ci ha insegnato come un’idea può diventare realtà. Grazie a lui saremo in grado di sviluppare la prossima capsule.

Inoltre, siamo in procinto di collaborare con una componente di un progetto vincitore dell’avviso PIN conosciuta al Web Marketing Festival per la realizzazione di alcuni disegni.

 

Come sta reagendo il pubblico alla condivisione dei messaggi legati al vostro brand?

In maniera abbastanza positiva. Essendo però un tema abbastanza “delicato” spesso alcune frasi vengono interpretate male e si sfocia in attacchi sui social di veri e propri haters! È successo anche in seguito alla pubblicazione del video in cui Carlo raccontava degli insulti subiti e della sua sofferenza repressa perché si sa (come dicevamo prima) che l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Quali sono le strategie di vendita che finora avete adottato? Cambieranno in futuro?

Come spiegato in precedenza abbiamo adottato un piano marketing. Per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con gli stessi un rapporto di lavoro!

Quindi l’obiettivo è far vendere il nostro brand nei negozi.

 

Lo scorso giugno avete partecipato al Web Marketing Festival. Quanto è stata importante questa esperienza? State pianificando la partecipazione ad altri eventi?

È stata una bella esperienza, durante la quale abbiamo imparato diverse novità sul mondo del marketing e recuperato diversi contatti con cui ci siamo interfacciati. Con alcuni ancora siamo in relazione. Un evento giovanile, dinamico e pieno di energia positiva. La cosa che più ci ha sorpreso è stata la facilità con cui si è creata coesione nel gruppo di noi giovani imprenditori. Sarà per la territorialità e il calore pugliese, sarà perché siamo giovani e desiderosi di conoscenze, ma grazie a questa missione imprenditoriale sono nate diverse amicizie. Aver regalato la maglietta del nostro brand ad Irama durante il concerto, può rientrare nelle cose inaspettate?! Sotto gli occhi di tutto il main stage siamo stati ringraziati in diretta dal cantante avendolo a pochi centimetri da noi!

A cosa state lavorando? Come si evolverà “Different state” nei prossimi mesi?

Stiamo lavorando contemporaneamente per l’uscita di drop (capi limitati ed unici) per i mesi invernali con messaggi sempre inclusivi, in attesa di rimetterci in sesto e presentare la nuova capsule estiva a gennaio. Includeremo nuove tematiche oltre alla vitiligine e al mondo LGBT e non vediamo l’ora!!!

 

Copertina del post Arredi modulari e personalizzati: il percorso di Modulab

Arredi modulari e personalizzati: il percorso di Modulab

16 Settembre 2022 ore 17:05

Modulab è una società cooperativa avviata a settembre 2021 e da allora in diverse occasioni abbiamo potuto incontrare Cristina, Gabriele e Nicola nel laboratorio di falegnameria che hanno allestito a Spazio 13. Tra macchinari e attrezzature, stampe serigrafiche, assi e pezzi di legno, nasce e si sviluppa l’idea di un giunto, realizzato con tecnologia di stampa 3D, che consente facilmente il montaggio e assemblaggio di mobili. I complementi di arredo realizzati possono essere successivamente personalizzati attraverso stampe serigrafiche. L’idea si arricchisce inoltre di un servizio di consulenza per l’arredo in grado di rispondere ad esigenze specifiche. Il team ci racconta l’evoluzione di Modulab, del prototipo di giunto e le strategie di acquisizione dei primi clienti.

Come procede il processo di prototipizzazione del giunto?

Abbiamo prototipato il giunto necessario a realizzare i complementi di arredo. Abbiamo raggiunto un livello di funzionalità ottimale. Lo sviluppo del progetto prevederebbe un upgrade sul design del prodotto e prove statiche di laboratorio. La fase successiva consisterebbe nel depositare il brevetto. Questi step richiederebbero ulteriori investimenti.

Come sono distribuiti i ruoli all’interno del team?

I ruoli nel progetto sono stati distribuiti in maniera equa, al fine di sfruttare al massimo le competenze dei singoli soci. Per avviare il progetto è stato fondamentale identificare le attitudini e le competenze di ciascuno dei membri per ottenere una diversificazione dei ruoli all’interno del team. Il bagaglio personale di ogni componente è stato implementato sfruttando i gettoni messi a disposizione dall’accompagnamento PIN. In particolare Nicola Strada si è occupato della prototipazione e della stampa dei giunti e, a seguito dell’accompagnamento con il consulente di comunicazione e strategie di marketing, ha pianificato la strategia da seguire sui social. Cristina Todisco si è occupata dell’apparato grafico, nonché della verniciatura e delle stampe serigrafiche sui mobili. A seguito dell’accompagnamento ha sviluppato competenze in gestione aziendale. Gabriele Stingi si è occupato del design dei mobili e della loro realizzazione.

Avete acquisito già dei clienti e che strategia avete adottato?

Abbiamo già acquisito dei clienti. Il processo di acquisizione si è fondato su dinamiche sociali sviluppatesi in modo organico grazie all’accompagnamento di realtà come Spazio 13 e grazie ad iniziative correlate all’avviso PIN e finalizzate a rafforzare interazione e scambio di competenze tra pari. In particolar modo abbiamo fornito un allestimento per un’azienda che gestisce BnB e un allestimento per Architettura di quartiere, progetto vincitore dell’avviso PIN, curato dall’associazione Urban Being composta da quattro architetti che si occupano di progettazione, consulenza e formazione per l’allestimento di spazi pubblici e privati, integrando realtà aumentata, green design e attivando il coinvolgimento dei cittadini. Il primo contatto è avvenuto grazie ad un incontro di networking organizzato da ARTI a Spazio 13, durante il quale i vari gruppi hanno esposto i propri progetti e lavori. A seguito delle presentazioni è iniziato un dialogo che ha poi portato ad una collaborazione lavorativa. I ragazzi di Urban Being avevano bisogno di realizzare un allestimento nello spazio del cinema Ex Post Moderno con oggetti artigianali modulari e facilmente replicabili. Questo ha portato alla realizzazione di strutture geometriche con più funzioni e assemblabili attraverso un semplice giunto.

Quanto l’essere stati accolti a Spazio 13 ha influito sullo sviluppo del vostro progetto?

La condivisione di spazi con realtà lavorative ed associative di vario tipo favorisce molti spunti e interazioni, contribuendo alla crescita del progetto. Ad esempio il graphic designer che ha sviluppato la veste grafica del progetto è una membership presso Spazio 13.

 

Come si evolveranno nei prossimi mesi i vostri progetti? Quali azioni avete in serbo per il follow up?

Gli arredi realizzati finora da Modulab sono di due tipi; arredi da interno per abitazioni e l’allestimento da esterno realizzato per Urban Being. Nella prima categoria rientrano scrivanie, guardaroba a giorno, librerie, comodini e tavolini. Le foto ad esempio mostrano una credenza modulabile composta da piani in abete, aste di pino e il giunto in resina. Per il futuro l’obiettivo è quello di sondare le necessità del mercato, in particolar modo orientando la produzione e il marketing verso le necessità di BnB e strutture ricettive, proponendo la nostra visione. In particolare vorremmo sviluppare il progetto della parete attrezzata e declinarlo in arredi smart e polifunzionali in modo di offrire a queste strutture degli strumenti realmente utili per far fronte ai più disparati bisogni.