Esistono luoghi con un’atmosfera speciale, che fin dal momento in cui ci si mette piede si dimostrano luoghi capaci di accogliere e far sentire quasi a casa. Sono luoghi capaci di raccontarsi attraverso i colori, gli odori, la luce, le persone che li vivono – e i sorrisi di chi gli ha dato vita.
La storia di Marilù e Giovanna inizia il 1° maggio 2020 ed è una storia che a loro piace e che a noi sembra l’incipit perfetto per conoscere le protagoniste e il loro progetto. Perché inizia con un’idea che, come tutto il loro percorso, fanno nascere insieme. Quel giorno, sul terrazzino di un palazzo del centro di Lecce, mentre le due amiche-coinquiline si interrogano sul proprio futuro, hanno un’intuizione: e se il futuro fosse da ricercare nel passato? E perchè non nel proprio passato, quello più intimo e familiare, nei ricordi dei pranzi in famiglia, nei ricordi delle mani delle nonne che con abilità e tante idee trasformavano un piatto semplice e autentico della tradizione salentina in qualcosa di speciale ogni volta.
E così, al grido quasi epico di “Polpette! Cucineremo polpette!”, siglano quel momento speciale che avrebbe cambiato la loro vita professionale.
Se volete condividere poi, un altro momento speciale potete visitare il profilo Facebook di Cocula e godervi il breve video del momento in cui Marilù e Giovanna hanno scoperto di essere vincitrici PIN. Chi lo vede si rende conto che le parole “è cambiata la nostra vita” non sono esagerate. L’idea è nata in pieno lockdown mentre entrambe erano in cassa integrazione e le riflessioni fatte insieme sul terrazzino quel 1° maggio 2020 partivano dal voler trovare un risvolto positivo della pandemia.
Azione, invece di attesa. E così che è nata la candidatura di quell’idea al bando PIN, la vittoria e, a distanza di neanche 12 mesi, la nascita della loro azienda la M.M.P.G. Srls e l’avvio delle attività. Cocula, la prima polpetteria artigianale nel centro storico di Lecce (Via Matteotti angolo Via Saponea) ha aperto a luglio di quest’anno.
La nostra visita, in un venerdì di fine estate, ci ha offerto l’opportunità di vivere Cocula durante l’operatività. Durante le due ore di apertura all’ora di pranzo, Giovanna e Marilù erano in continuo movimento per seguire gli avventori della polpetteria, da quelli capitati lì per caso, attirati dall’idea innovativa della polpetteria, ai clienti fissi, da chi attendeva davanti all’ingresso ancora prima dell’apertura a chi, con passo veloce entrava solo poco prima della chiusura per chiedere il solito cuoppo. Ad ogni ordine preso in carico poi, le nostre sanno aggiungere sempre un sorriso e la capacità di farvi sentire accolti.
Cocula è un locale piccolo e ha al suo interno solo alcune sedute per il consumo al banco. Le amiche, ora imprenditrici, lavorano molto con i servizi Take Away e Delivery e in questo contesto, il viavai veloce di clienti e rider potrebbe risultare in un’atmosfera frenetica o da “fast food”. Ma Cocula riesce ad essere l’opposto. Nei pochi mesi passati dall’inaugurazione, il locale di Marilù e Giovanna è diventato un riferimento per il vicinato, riuscendo a fidelizzare diversi clienti che ormai fanno tappa fissa lì. E così l’attesa per un cuoppo o un panino diventa un modo per passare del tempo in compagnia di una comunità vivace e accogliente che ormai si è creata intorno alle ragazze e al loro locale.
Abbiamo capito velocemente che ci sono numerosi motivi per tornare da Cocula, fra cui contiamo anche il menù in continuo aggiornamento. La creatività con la quale Marilù e Giovanna estendono e rinnovano il loro menù sembra a volte esponenziale e ogni visita offre al cliente l’opportunità di assaggiare polpette nuove.
Sin dall’inaugurazione e l’avvio dell’attività con piatti più conosciuti come la classica polpetta al sugo o la polpetta al polpo, le ragazze hanno subito introdotto anche una grande varietà di polpette seguendo idee e ricette proprie nate dalla loro creatività. E non si fermano qui! Dall’inizio dell’autunno puntano sempre di più alla contaminazione culinaria internazionale per arricchire il menù e l’esperienza dei propri clienti. Fra eventi a tema e l’introduzione di sapori di altre culture portano la polpetta e i propri clienti fuori dalla tradizione italiana e creano un ponte verso il mondo.
Da un terrazzino nel centro di Lecce al mondo. La storia di Giovanna e Marilù è una storia di amicizia, coraggio e tanta creatività e continueremo a seguirla con grande interesse.
Ascoltare Nico Capogna di Pin Bike e il racconto di come il progetto vincitore PIN sia cresciuto e sia sempre in evoluzione, significa subito percepire la passione e l’etica che si celano in questo lavoro. Ogni conquista, ogni collaborazione attivata, ogni nuovo cliente, ogni bando vinto è il risultato di una visione mai scontata, intraprendente e molto dinamica. Questa intervista merita una dose di attenzione in più, soprattutto per i giovani imprenditori che si affacciano adesso sul mercato, perché è possibile trarne davvero ispirazione e insegnamento. E poi il team di Pin Bike è alla ricerca di un nuovo collaboratore!
Sono passati quasi 4 anni dall’avvio del vostro progetto e avete partecipato a numerosi bandi sia a livello nazionale che a livello internazionale. Quali tra tutti hanno rappresentato una risorsa preziosa che ha permesso alla vostra impresa di crescere?
Pin Bike (http://www.pinbike.it/) sin dalla sua nascita, e per sua natura, è un servizio che si rivolge a realtà che accedono a finanziamenti pubblici per incentivare la mobilità sostenibile, in particolare quella collegata alle tratte casa/scuola e casa/lavoro.
Di conseguenza il team si è sempre applicato nelle partecipazioni a numerosi bandi pubblici, sia direttamente collegati alla startup, sia prestando il contributo a procedure pubbliche non direttamente collegate a Pin Bike, assistendo enti pubblici e aziende nella compilazione e partecipazione a queste procedure.
Questo ha permesso un accrescimento delle competenze di project management, competenze che stanno diventando sempre più fondamentali con la crescita dell’attività. In particolare siamo orgogliosi di aver avuto accesso a un cospicuo finanziamento di Invitalia, nell’ambito della misura Brevetti+, pari a €140k, grazie a cui stiamo riscrivendo il software Pin Bike e sviluppando un nuovo device hardware.
Inoltre siamo molto lieti di annunciare che dalla primavera dell’anno prossimo Pin Bike supererà i confini nazionali. Abbiamo vinto il bando dell’EIT for Urban Mobility (l’Istituto Europeo per l’Innovazione Tecnologica, sezione dedicata alla mobilità urbana sostenibile). Il fondo permetterà l’attivazione del sistema Pin Bike (per il rilascio di incentivi economici a cittadini al bike to work e al bike to school, tramite voucher che verranno spesi esclusivamente in qualsiasi attività commerciale della città) in ben due capitali europee, Istanbul e Tallin e nella città di Braga in Portogallo.
Il bando è stato vinto in un partenariato che ha coinvolto sei nazioni europee, includendo, oltre ai Comuni che ospiteranno il progetto, due centri di ricerca universitari, il KTH di Stoccolma e il CERTH greco. Al partenariato ha partecipato anche Nextome srl, la software house di Conversano con cui adesso stiamo collaborando per la versione Pin Bike 2.0.
C’è molta attenzione attualmente su temi quali la mobilità sostenibile. Ci sono nuove sfide a cui adesso state lavorando?
Quando si dice “non tutti i mali vengono per nuocere”, credo che la pandemia abbia mobilitato maggiormente le coscienze dei governi verso tematiche collegate alla sostenibilità ambientale.
A parte i fondi dedicati al tema del PNRR, stiamo vedendo sempre più iniziative governative con obiettivi ben precisi. Fra queste le ultime a cui abbiamo lavorato sono due: una dedicata agli istituti scolastici e una per le imprese private.
È la prima volta, almeno da quando esiste Pin Bike che il Governo destina dei fondi ad hoc, per le aziende private e le scuole, dedicati alla smart mobility e quindi alla mobilità sostenibile.
Il bando RiGenerazione Scuola destina agli istituti italiani un fondo fino a €25.000 per attivare progetti di educazione alla sostenibilità ambientale. Per l’occasione abbiamo candidato al bando ben 28 istituti in tutta Italia. Speriamo che i risultati vengano resi pubblici il prima possibile, così da poter attivare i progetti per la primavera 2022.
Ogni scuola avrà la possibilità di dotarsi di rastrelliere per biciclette da esterni e corsi di ciclomeccanica e sicurezza stradale organizzati in collaborazione con FIAB, che è nostro partner, ma anche di attivare Pin Bike per gli studenti e lavoratori dell’Istituto, mettendo a disposizione un fondo per i premi pari a €10.000.
Per quanto riguarda le imprese invece è epocale la novità introdotta con il Decreto Sostegni BIS.
Il Decreto sancisce come obbligatoria la figura del Mobility Manager aziendale e destina un fondo (50 milioni di euro) alle imprese per attivare progetti di mobilità smart in azienda.
Il Decreto obbliga le aziende inoltre alla redazione del PSCL (Piano Spostamenti Casa Lavoro), quel documento di analisi della mobilità aziendale, programmatico, con cui si identificano le attività da compiere negli anni successivi per ottimizzare, in chiave sostenibile (cioè riducendo l’utilizzo dell’auto privata), l’afflusso quotidiano dei lavoratori.
Per l’occasione quindi abbiamo composto un team dedicato alla redazione e all’aggiornamento dei PSCL. È stato un lavoro che ci ha permesso di offrire un pacchetto di servizi ai nostri clienti più completo. Adesso andiamo a fare programmazione e analisi dei flussi e nello stesso tempo proponiamo una valida soluzione, che sta dimostrando nei contesti più svariati la sua efficacia.
Questo nuovo servizio ci ha permesso di acquisire nuovi clienti, anche molto importanti, come A2A.
Quali strategie state adottando per consolidare la vostra azienda e facilitarne la sostenibilità nel futuro?
Pin Bike è un sistema giovane che cresce e sta facendo parlare di sé, ma è in continua evoluzione. Abbiamo all’orizzonte diverse nuove direzioni da percorrere.
Stiamo lavorando con alcuni governi più piccoli come Cipro per collegare il sistema degli incentivi al bike to work con la fiscalità: in breve, un cittadino che possiede l’auto paga le tasse collegate al possesso, il governo può monitorare con Pin Bike se utilizza la bici per andare al lavoro al posto dell’auto e in cambio, piuttosto che una somma economica, gli offre una detrazione sulle tasse.
Stiamo inoltre costituendo un partenariato per la partecipazione a un bando Horizon dedicato alla mobilità che si aprirà ad aprile.
L’obiettivo è offrire ai committenti un sistema che copra e certifichi in maniera antifrode, tutta l’intermodalità urbana sostenibile, fra cui bici e carpooling (feature già offerte in Pin Bike) e il Trasporto pubblico locale (ci stiamo lavorando).
In quali Comuni siete riusciti a portare il progetto PIN BIKE?
Il sistema tecnologico attualmente è attivo nel Comune di Bari e negli 11 Comuni del Patto della zona Ovest nell’Area Metropolitana di Torino, permettendo ai cittadini di ricevere fra i 20 e i 25 centesimi per km nelle tratte casa/scuola e casa/lavoro e fino a 4 centesimi nelle tratte generiche effettuate all’interno del perimetro urbano (per evitare il rimborso anche delle attività agonistiche in bicicletta fuori città è stato impostato un perimetro urbano al cui interno è possibile guadagnare l’incentivo).
Da luglio 2020 il sistema è attivo nella città di Pescara e nel Comune di Bergamo.
Dall’1 marzo il progetto è partito nel Liceo Formiggini di Sassuolo, configurandosi così come il primo progetto di incentivi al bike to school in Italia.
Da aprile il sistema è stato implementato per i lavoratori delle oltre 50 sedi ospedaliere della AUSL di Bologna.
Da maggio il progetto è partito nel comune di Foggia.
Le prossime attivazioni programmate sono nei Comuni di Taranto, Brindisi e Napoli.
Nel 2022 il progetto sarà implementato tramite un bando devoluto dall’EIT for Urban Mobility nei comuni di Istanbul, Tallinn e Braga.
Da Dicembre 2021 Pin Bike partirà per i cittadini del Comune di San Giorgio a Cremano.
I risultati sono tangibili e soprattutto misurabili: dall’attivazione del sistema si è raggiunta una media fino a 6 km (urbani) al giorno a persona!
L’Amministrazione comunale di Bari (il primo progetto attivato, da maggio 2019) vedendo gli importanti risultati del programma MUVT in bici, ha deciso da novembre 2020 di estendere il sistema a un numero indefinito di cittadini con un accordo triennale, rendendo la misura non più sperimentale ma sistematica. Ne approfitto per lanciare un invito ai lettori: se siete residenti nel Comune di Bari, o ci lavorate e/o studiate, potete fare richiesta per il kit Pin Bike così da ricevere gli incentivi economici offerti dal comune che verranno corrisposti direttamente sul Conto Corrente bancario comunicato al Comune. Per iscriversi basta compilare il form a questa pagina http://www.tiny.cc/MUVT
Quale strategia adottate per entrare in contatto con le Amministrazioni Comunali e fare sì che sposino la vostra idea?
Ci mettiamo prima di tutta tantissima passione nella presentazione del progetto, partecipiamo ad incontri tematici dove possiamo conoscere i dirigenti, tecnici e assessori collegati all’ambiente e all’urbanistica e successivamente monitoriamo tutte le iniziative pubbliche per proporre a loro la partecipazione con il programma Pin Bike.
C’è stato un momento dall’inizio del vostro percorso in cui avete avuto timore per il futuro? Come l’avete gestito?
Si decisamente all’inizio, dopo i primi 5 mesi circa dalla costituzione sono terminati i €30k di Pin e quindi siamo stati costretti ad attivare un finanziamento in banca.
Da quel momento ho cominciato ad avere notti insonni, mi chiedevo quando avremmo mai recuperato tutti quei soldi. Come ho risolto? Con i sonniferi! (Scherzo!) Ho cominciato a fare yoga e meditazione!
Quella fase del percorso la ricorderò credo per sempre, perché è proprio in quei mesi che c’è stato lo switch, da un progetto appassionato ma ancora giocoso, a un lavoro serio.
Credo che le competenze che si acquisiscono nel portare avanti startup tecnologiche siano inestimabili e si possono imparare solo sul campo. Questo è quello che mi sono detto anche nei periodi di “crisi”, se Pin Bike chiudesse resterebbero competenze e know how che rimarranno impresse per tutto il resto della vita, e torneranno sicuramente utili, nei più svariati campi.
Oggi Pin Bike è in espansione, stiamo cercando nuovo personale e ho invitato l’ARTI ad attivare un’iniziativa di matchmaking fra i Pin così da scambiarsi competenze e magari scoprire nuove figure. È ad esempio il caso di Vincenzo De Laurentiis, a capo anche lui di un progetto Pin, adesso collaboratore nel team a tempo pieno. Figura validissima e che sta dando un contributo importante nell’evoluzione, soprattutto all’estero, del progetto.
Abbiamo una posizione lavorativa aperta che è stata pubblicata sulla newsletter PIN in questi giorni. Cerchiamo una figura flessibile, smart, che voglia crescere e mettersi in gioco. Sarà focalizzata sulla gestione dei processi di comunicazione, fra social, stampa, organizzazione di eventi. La conoscenza dell’inglese è fondamentale, così come una discreta digitalizzazione. Ma uno dei requisiti più importanti è avere passione per la bici urbana o per lo meno essere sensibile alle tematiche ambientali. L’etica alla base di questo progetto è fondamentale, è quella che ti fa brillare gli occhi e ti permette di considerare questa attività non solo come un lavoro per guadagnare, ma come una mission. Questo è il momento di cambiare, non ce ne saranno altri. Pin Bike vuole accelerare questa transizione e ci crediamo così tanto che, anche se sta andando discretamente bene, continuiamo a non dormirci la notte!
Per tutta la comunità PIN: segnate in agenda gli appuntamenti di novembre e dicembre!
Dopo tanti mesi di attività online lo Staff riprende la presenza sul territorio con un programma di networking territoriali per rafforzare le Comunità PIN locali, facilitare l’incontro fra PIN “senior” e PIN “junior” – e in generale l’incontro tra PIN e altrǝ giovanǝ del territorio interessatǝ a conoscervi – e per dialogare con voi sulle vostre esigenze di supporto e accompagnamento.
Tutti gli incontri di networking territoriale saranno informali (pensate ad un pre-serata fra amici) e hanno l’obiettivo principale di ascoltarvi e di riprendere il livello di contatto diretto e personale con il territorio che nel passato è sempre stato parte integrante di PIN. Il primo appuntamento è per il 27 Novembre a San Nicando Garganico, per proseguire poi il 9 dicembre ad Andria il 9 dicembre e, ad anno nuovo, con altri incontri in tutta la Puglia.
Anche gli incontri settoriali sono tornati in presenza ed è già partito l’invito a tutti i vincitori del settore Agrofood a partecipare ad un incontro di networking con le startup selezionate nel percorso di accelerazione di Bravo Innovation Hub. L’incontro si svolgerà il 1° dicembre presso Palazzo Guerrieri a Brindisi. “Bravo Innovation Hub Agrifood” è il programma di accelerazione realizzato da Invitalia in collaborazione con Tree, Future Food, Talent Garden Milano, Sud Speed Up e CETMA rivolto alle imprese che offrono soluzioni innovative nella filiera agro-alimentare. L’incontro di networking ha come obiettivo quello di creare delle possibili collaborazioni tra le startup incubate che operano su scala nazionale e i progetti PIN del settore di riferimento.
Ma lo staff non sparisce dai canali digitali! Il nuovo programma di Accompagnamento PIN include anche l’incontro più richiesto in forma digitale: il 14 dicembre potrete rivolgervi allo Staff in videoconferenzaper approfondire specifiche domande e dubbi legati ai temi della corretta gestione e rendicontazione delle spese progettuali.
Vi ricordiamo che per tutti gli eventi è necessario registrarsi! Trovate i link per la registrazione in questo riassunto del programma completo:
A dicembre continuano inoltre le azioni di Accompagnamento PIN per l’inserimento nel mercato, già ripartite ad ottobre con missioni alla VIEW Conference a Torino e a Ecomondo a Rimini. In questi giorni quattro vincitori PIN si stanno preparando per Più Libri Più Liberi – Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. La missione imprenditoriale a Roma è in programma dal 5 all’8 dicembre.
Materiali (e strategie) intelligenti per fare innovazione tecnologica.
Come rendere intelligenti i materiali da costruzione facendo si che siano essi stessi a comunicare un problema di staticità di un edificio? Come gestire in maniera smart un magazzino con sistema di tracciamento automatico della merce?
Spesso le imprese ad alto contenuto tecnologico hanno sempre una sorta di dualismo, da un lato l’idea (in particolare quelle vincenti) è spesso di una semplicità che contrasta con le competenze e risorse economiche necessarie a realizzarla.
Il caso del progetto IOM e dell’azienda Bricksensitive srl costituita da Giammichele Morgante e Nicola Di Battista affronta queste sfide ad ampio raggio proponendo soluzioni che spaziano dall’industria 4.0 alle nuove Smart Cities, dallo Machine Learning all’Intelligenza Artificiale. Ma, ad oltre due anni dalla vittoria di PIN, la loro impresa può dimostrare che anche con un finanziamento iniziale contenuto è possibile avviare un processo aziendale virtuoso. La vera sfida quindi è quella di reperire ulteriori risorse economiche che permettano ad un prototipo di andare sul mercato, non prima di aver costruito collaborazioni con altre imprese e Università, ed aver allargato il proprio team.
-Da cosa è nata l’idea che avete candidato a pin? Come siete riusciti a combinare insieme competenze ed esperienze personali?
Siamo nati come gruppo di ricerca indipendendente nel 2016. Le nostra formazione e le nostre competenze erano e sono tutt’ora trasversali. L’intenzione è sempre stata quella di innovare e sentirci protagonisti nella definizione del futuro del nostro territorio: una volontà pura e una voglia di fare disinteressata da particolari dinamiche. Quando dico che è iniziato tutto “per gioco” non scherzo affatto: abbiamo intercettato alcune necessità, unito le nostre skills e dato vita a diverse idee, le quali si sono concretizzate nel progetto “IOM – Internet of Materials”.
-Scegliete una parola che, secondo voi, spiega l’essenza di BrickSensitive.
Ne scelgo 2: “Materiali intelligenti“. Il nostro focus è sul monitoraggio delle opere edili, infrastrutturali e non, pubbliche e private. Dalle nostre ricerche di settore e validazioni con diversi player, abbiamo avuto modo di constatare quanto sia stato, per lungo tempo, fermo su tecnologie e vecchi modelli decisionali, i quali hanno portato ad una serie di eventi (anche fatali) e ad una stagnazione del mercato. Noi siamo entrati in gamba tesa all’interno di questo comparto portando una visione “disruptive” ed una alternativa alle normali operazioni: la necessità di monitoraggio e tracciamento cresceva in maniera direttamente proporzionale alla necessità di sicurezza da parte delle persone, i diretti utilizzatori di queste opere. La nostra Mission è quindi quella di “Rendere i materiali intelligenti” e di “Lasciar parlare i materiali”: chi meglio di loro può comunicarci il proprio stato! Come lo facciamo? Inserendo sensoristica direttamente nella fase di produzione o ristrutturazione e rielaborando i dati con un particolare sistema Cloud basato su Rete Neurale Artificiale, fornendo un servizio di prevenzione e manutenzione predittiva! Perché lo facciamo? Affinchè determinati eventi non accadano più!
Nel percorso di PIN non abbiamo avuto situazioni particolari degne di nota, complice l’elevata sensibilità sull’argomento “sicurezza e monitoraggio” da parte degli enti e della società. Per raccontare un piccolo aneddoto (aggiungerei “tristemente fatale”) che ha confermato il percorso che avevamo intrapreso, dobbiamo fare un passo indietro a circa un anno prima di PIN, nel Luglio 2018.
Come gruppo di ricerca indipendente stavamo facendo le nostre ricerche di mercato e ci stavamo interfacciando con diversi professionisti ed imprese, al fine di reperire informazioni e materiali utili alla definizione di quello che sarebbe poi diventato il progetto IOM. Quel giorno eravamo in visita da un professionista che, dopo aver ascoltato le peculiarità del nostro progetto esordì con “il monitoraggio sta diventando importante ma io mi affaccerei a queste tecnologie fra un paio di anni magari..”
Ahimè, 14 Agosto 2018, squilla il telefono: “Ehm, ragazzi, possiamo riparlarne?..”
Non sarebbe stato meglio avere un atteggiamento di “prevenzione” piuttosto che di “cura”?
-Scegliete almeno un punto di forza della vostra attività e almeno un aspetto di criticità.
Punto di forza? Scalabilità e modularità
Punto di criticità? Normative ancora poco chiare e tutt’ora in fase di definizione.
-Chi sono le persone attualmente impegnate nella vostra attività?
Il nostro Team è composto da 5 interni operativi (amministratore, ingegnere dei materiali, ingegnere civile strutturale, ingegnere elettronico e project manager) e da una serie di professionisti senior che ci seguono in altri aspetti della vita di Startup: dal metodo Lean, sino ad arrivare al supporto e gestione finanziaria. Stiamo stringendo, inoltre, accordi e partnership con Università pugliesi e non, dalle quali abbiamo riscosso particolare attenzione e sensibilità sugli argomenti trattati. Perchè? Necessita un immediato cambio di paradigma di gestione in un settore particolarmente bisognoso di innovazione.
-Quali saranno i prossimi passi?
Abbiamo creato e brevettato il sistema “IoM (Internet of Materials)”, un kit composto da sensori annegati e centraline di controllo che ha lo scopo di rendere intelligenti i materiali. Dopo il deposito della domanda di brevetto avvenuta ad Agosto 2020, puntiamo ad ottimizzare e terminare il processo di sviluppo della nostra tecnologia, in modo tale da poter immetterla sul mercato tra il 2022 e il 2023. Per far questo, stiamo procedendo con il reperire nuovi investimenti, con i quali ingrandire il team con nuove figure chiave e di supporto, e completare gli asset aziendali con strumentazione e macchinari necessari alla creazione del prodotto Go-to-market.
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