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Snap, ovvero come affrontare l’ultimo miglio con il mezzo giusto!

21 Gennaio 2022 ore 15:38

Avete mai sentito parlare di ultimo miglio?
Probabilmente il primo riferimento per alcuni sarà cinematografico (state pensando al celebre “Il miglio verde”?) o piuttosto sportivo o magari legato al mondo delle regate.
In questo caso però la risposta ha a che fare con i processi aziendali, con la logistica e, secondo molti analisti, su questo aspetto si condensa un fattore a volte determinante in termini non solo economici, ma anche di impatto ambientale. Stando alle definizioni dunque, per ultimo miglio si intende la parte finale del percorso che una determinata merce compie da un hub logistico alla sua destinazione ultima, passaggio che spesso è quello meno efficiente perché genera alti costi e spreco di risorse.

Se collegate questa definizione all’esplosione del commercio online (e quindi a tutta la catena distributiva) e al fatto che dal momento in cui ordiniamo qualcosa online ci aspettiamo che, a poco prezzo, quello che acquistiamo giunga a noi nel minor tempo possibile, si capisce bene come il tema sia di assoluta attualità. Come migliorare quindi questo fondamentale passaggio? Spesso le idee più interessanti sono quelle che, al di là di aspetti tecnici complessi, offrono risposte semplici a problemi che impattano non solo sull’organizzazione aziendale ma capaci di generare ricadute interessanti anche sul cliente finale e sulla comunità in generale.

Francesco e Sergio, che con PIN hanno fondato la Snap s.r.l., hanno prototipato la loro personale risposta, frutto di un lungo processo di studio, che ha trovato una sua forma: un quadriciclo a pedalata assistita capace di coniugare una city car con una e-bike cargo a pedalata assistita, Snap appunto. Un veicolo da trasporto capace di percorrere 60 km senza ricariche e che grazie ad un ampio bagagliaio può efficacemente essere utilizzato per percorrere quell’ultimo miglio del trasporto di merci in sicurezza, abbattendo ogni tipo di problema legato alla mobilità urbana, come inquinamento, costi, traffico, tempo e sicurezza. La conformazione è pensata per muoversi agilmente e silenziosamente nel traffico, nelle ZTL e aree ciclabili comprese, consentendo spostamenti rapidi e a costi bassi.

La visione dei creatori, il designer Sergio D’argento e l’ingegnere Francesco Passarella, è poter conquistare le città del futuro con un’autovettura dal peso contenuto. In tema di sostenibilità ambientale il veicolo è stato poi progettato per ridurre la quantità di inquinanti presenti nelle città, grazie alle sue componenti sicure, silenziose ed elettriche.

Come ci racconta Francesco infatti: “L’idea è nata perché mi sono reso conto di quanto la mobilità urbana stesse diventando sempre più importante per ridurre l’inquinamento e, soprattutto, che non ci fosse ancora un veicolo capace di soddisfare queste richieste ecologiche, garantendo al contempo la sicurezza in caso di impatto e la protezione dagli eventi atmosferici. Il percorso nel settore automotive, maturato da entrambi presso grandi aziende automobilistiche, ci ha permesso di sviluppare forti competenze e analizzare non solo le esigenze degli utenti ma anche dell’attuale mercato, che incentiva giustamente una vita urbana sostenibile”.

Le caratteristiche vincenti di SNAP sono la riduzione delle emissioni di CO2, il peso contenuto, l’eliminazione dei costi del carburante e, nella versione da 0,25kW, l’assenza di targa e di relativi costi associati. Francesco e Sergio hanno delineato un mezzo che ben combina tecnologia ed ecologia per le sue peculiarità che superano il modello delle e-bike a pedalata assistita, finora condizionato dall’impossibilità di proteggere gli occupanti e le merci dagli agenti atmosferici, oltre che da palesi limiti di sicurezza esistenti nell’interazione tra una comune bicicletta e il traffico urbano.

E quando si chiede ai due di definire con una parola chiave la loro impresa, è Francesco a rispondere così: “Non c’è alcun bisogno di scegliere una parola che rappresenti la nostra azienda, se non il nome stesso: ‘snap!’, lo schiocco delle dita. E questo nome ha un senso ben preciso per noi, che vogliamo palesare sin da subito, agli occhi di chi ci vorrà scegliere, il suo significato, ovvero la facilità, pari a uno schiocco delle dita, con cui è possibile ripensare la mobilità urbana e diffondere le nostre idee anche al di fuori del contesto territoriale in cui viviamo”.

Attualmente il veicolo è operativo per essere testato presso un’azienda vinicola, le Cantine Coppi di Turi, che ha saputo offrire l’occasione per mettere alla prova questo veicolo con l’intento di trasformare gli sforzi dell’azienda in soluzioni semplici, ecologiche e migliori di quelle presenti. Perché, come racconta ancora Francesco “Snap ha molti punti di forza e ci riferiamo alle peculiarità innovative e sostenibili del nostro veicolo: leggero, agile nel traffico, semplice e  ̶  tenendo a mente le parole di Henry Ford ‘quello che non c’è non si rompe’ – dotato di pochi pezzi. L’unica criticità è l’attuale carenza normativa europea e nazionale specifica per le cargo bike a quattro ruote. Infatti al momento la normativa di riferimento per le e-bike, la EN15194, non prevede in maniera esplicita veicoli che siano riconducibili ad e-bike, a più di due ruote. Inoltre il limite di potenza di 250W è leggermente limitante nel caso di un veicolo cargo a pedalata assistita”.

E il futuro? Dopo questa fase di test sul campo, l’obiettivo su cui lavora la Snap s.r.l. è quello di esportare il progetto, riuscire ad avviare la produzione e la commercializzazione, perché a giugno prossimo è infatti previsto l’avvio della prevendita dei veicoli. In bocca al lupo, ragazzi!

 

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Posted by SNAP on Friday, December 17, 2021

Copertina del post Più Libri Più liberi 2021 – Affrontare le sfide insieme (anche in Fie

Più Libri Più liberi 2021 – Affrontare le sfide insieme (anche in Fiera)

19 Gennaio 2022 ore 17:43

C’è una costante che si ripete in tutti i racconti di chi partecipa ad una fiera con l’accompagnamento PIN: pur trattandosi di eventi ai quali è possibile partecipare liberamente e che, pandemia a parte, si ripetono ogni anno, quando la visita avviene con un gruppo di giovani colleghi offre decisamente una possibilità in più. A fare la differenza è l’approccio a questo tipo di eventi, a cui i vincitori PIN si relazionano in gruppo, dopo un percorso di preparazione, pronti ad incontrare possibili futuri partner o a rafforzare dal vivo contatti già avviati in precedenza. Il percorso messo in campo dall’accompagnamento di ARTI infatti prevede, nelle settimane prima della partenza, la definizione di un’agenda di lavoro sulla base del programma della fiera, in cui mettere a punto l’elenco degli appuntamenti e degli incontri da seguire. Inoltre viene realizzato almeno un incontro di orientamento e preparazione subito prima della partenza, per avviare la relazione tra i partecipanti, perchè una volta arrivati in Fiera poi il gruppo dovrà riunirsi nel corso delle giornate di lavoro per condividere le esperienze appena fatte, consigli e approcci e rafforzare la conoscenza reciproca.

 

Anche l’occasione offerta da Più libri Più liberi 2021 a Roma dunque ha confermato questa possibilità di collaborazione che rende particolarmente significativa l’esperienza di “andare in fiera” nel ruolo di neo imprenditori.  Ad inizio di dicembre i referenti di Almanacco, Gaia media- Il Club dei Cerca-Cose e Pufa Editore si sono avventurati tra i corridoi di quella che, con i suoi 530 stand e quasi 1200 ospiti italiani e stranieri, è considerata la principale vetrina per il mondo della piccola e media editoria italiana. In 5 giorni, le realtà editoriali che rappresentano quasi la metà delle pubblicazioni in Italia, presentano infatti i propri cataloghi e le novità ad un pubblico variegato che va dai librai agli autori, dal mondo della scuola a quello della promozione e distribuzione.

Per condividere il racconto della missione imprenditoriale diamo direttamente la parola ai protagonisti di questa importante momento di crescita professionale, che ci aiutano a definire ulteriormente quelli che sono gli aspetti più significativi di un’occasione di apprendimento sul campo offerta dalla partecipazione ad una fiera di settore così importante.

 

Partiamo da un aspetto legato a quella che potremmo definire una sorta di ispirazione:  confrontarsi con realtà più strutturate che in fiera mettono “in vetrina” il loro lavoro può fornire un ottimo esempio da seguire e, come ci raccontano Mariateresa, Benny e Marco di Almanacco Press, rappresentare una possibilità di riflessione anche sul proprio percorso:

Ci siamo mossi in lungo e in largo nei vari padiglioni con le idee chiare su cosa vedere, cercando di non perdere tempo e di creare contatti il più possibile. È stato bello scoprire tante altre realtà simili alla nostra, sebbene più consolidate, e conoscerne la storia e la crescita, perché ci siamo resi conto che quello a cui ambiamo non è poi così lontano da quello che siamo oggi e che, tutto sommato, seppure all’inizio e con ancora pochi mezzi, siamo sulla strada giusta.”



Un altro aspetto importantissimo è quello di entrare in relazione diretta con quei contatti professionali che magari si sono sviluppati nel frattempo esclusivamente in una dimensione online. 

Roberta di Gaia Media – Il Club dei Cerca-Cose, cooperativa nata per realizzare speciali progetti editoriali per bambine e bambini sui temi della sostenibilità ci racconta che:

In queste giornate abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con i professionisti del settore e tessere nuove relazioni e contatti. E questo aspetto, per una piccola casa editrice come la nostra, nata durante i mesi del lockdown, significa poter aprire una finestra sul mondo. Anche se di fatto gli espositori sono nostri competitor, ispirarsi al lavoro degli altri, a come lo realizzano, ma anche disseminare quelle che sono le nostre proposte significa seminare per il prossimo futuro


Insomma potrà sembrare ovvio, ma come abbiamo imparato in questi ultimi due anni, niente è scontato, per cui parlarsi dal vivo, guardandosi negli occhi, si conferma non solo la modalità migliore per stringere relazioni ma anche per arricchirsi di una buona dose di fiducia nelle proprie attività.

Nel gruppo non è mancato anche l’apporto della presenza di Angelo, un vero e proprio “veterano”, che ha partecipato in quanto referente della Casa editrice Pufa, uno tra i primi progetti vincitori del bando PIN e che in questi anni si è dedicata alla pubblicazione e promozione di tanti autori pugliesi.

Più libri Più liberi è innanzitutto il posto in cui ogni lettore appassionato dovrebbe andare, per respirare l’atmosfera di vitalità che il mondo dell’editoria trasmette in queste occasioni. Per noi come casa editrice poi è in un certo senso rincuorante vedere quanta attenzione, quanto bisogno esprimono le persone che abbiamo incontrato a Roma. Siamo anche contenti che, pur avendo chiuso il periodo di finanziamento di PIN nel 2019, l’accompagnamento e le occasioni che ci vengono offerte continuino ancora

Tra appuntamenti professionali e incontri di formazione, una dimensione centrale si conferma senz’altro quella dell’incontro diretto con potenziali partner, così come raccontano i ragazzi di Almanacco: “Ci sono stati incontri molto importanti da questo punto di vista, come quello con la casa editrice La grande illusion, il cui editore ci ha dedicato molto tempo, essendo interessato al nostro lavoro, in particolare alla nostra tecnica di stampa, così come anche le case editrici Cliquot e Hacca, con le quali abbiamo preso accordi per eventuali collaborazioni. Oltre a realtà editoriali importanti e consolidate, abbiamo conosciuto collettivi che si occupano di autoproduzione e letture accessibili e che stampano come noi in risografia, con cui è stato bello confrontarci ad esempio con  i ragazzi di Ultrablu.

 

Anche l’appuntamento di Roma ha confermato, al di là delle specifiche occasioni e degli sviluppi imprenditoriali che ciascuna azienda affronterà nel proprio futuro immediato, che fronteggiare le sfide in gruppo, significa essere più forti e competitivi. E che vale la pena allenarsi ad approcciare il proprio ambito di riferimento sempre in una logica di condivisione e di rete.

Torniamo a casa quindi tutt* un po’ più consapevoli che i legami che si costruiscono e rafforzano nel percorso di avvio e gestione della propria attività, contano quanto la capacità di immaginare proposte creative e  interessanti per il mercato e sono un bagaglio prezioso per quello che succederà nel futuro. 

 

 

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Il valore aggiunto delle esperienze condivise – PIN@Ecomondo 2021

13 Gennaio 2022 ore 17:43

Dal 2017 ad oggi le attività di Accompagnamento PIN si sono continuamente estese ed evolute, grazie anche agli input e suggerimenti della comunità dei vincitori. Uno degli sviluppi più belli ed interessanti è l’incontro, all’interno di questa comunità, di PIN “junior” (progettualità partite da pochi mesi) e “senior” (aziende che hanno concluso il periodo finanziato con PIN e operative sul mercato da 1-2 anni).

Con la ripresa delle attività di accompagnamento a fiere ed eventi B2B lo scorso ottobre, dopo tanti mesi senza missioni collettive in presenza, abbiamo per la prima volta sperimentato il valore aggiunto dell’insieme di “junior” e “senior” anche in questi contesti e siamo rimasti entusiasti delle sinergie e dello scambio di esperienze e know-how che abbiamo potuto osservare durante ogni missione. Così, la dimensione dell’Accompagnamento PIN si estende ancora, rendendone protagonista la comunità stessa che ormai presenta un livello intrinseco di formazione fra pari e l’accrescimento di competenze.

Dopo la bellissima sinergia nata fra Kabum e Duomondo durante la missione imprenditoriale formativa alla VIEW conference a Torino, siamo partiti per Rimini con 8 giovani imprese per partecipare ad Ecomondo 2021. La missione è stata arricchita da una collaborazione con AQP e AGER che ha permesso ai partecipanti di contare su uno spazio d’appoggio presso lo stand istituzionale e che ha aumentato la visibilità dei nostri grazie all’opportunità di potersi raccontare su Archè, la TV della Sostenibilità di AQP.

Anche la missione imprenditoriale ad Ecomondo 2021 ha più che confermato il valore che l’incontro fra “junior” e “senior” può aggiungere durante la partecipazione ad eventi fieristici. Stay Green, Sagelio, Pin Bike, Minox, don’tBEEScared, Cargo|tech|ture³, Adopt Me e Bloodylicious hanno esplorato l’evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa, a volte in autonomia, a volte in gruppo, nei giorni 27 e 28 ottobre 2021. Oltre a confermarci l’importanza dell’evento e dei contatti presi per la propria organizzazione, tutti i partecipanti hanno sottolineato il valore della presenza dei compagni di missione durante i giorni di lavoro.

Condividere momenti di partecipazione alla fiera con altri PIN di settore, diversi ma tutti collegati all’ecologia e all’ambiente, tema cardine di questa fiera, mi ha dato l’entusiasmo giusto ma soprattutto la carica giusta per affrontare nuove sfide di fiere ed eventi simili. Perché durante questi momenti si impara dall’altro come proporre un’idea o un prodotto ad un’altra azienda. Fare rete è importante e capire come presentarsi in fiera da un’altra giovane startup è formazione che parte dal basso” (Antonio, Adopt Me).

È bene specificare che lo scambio di competenze e know-how fra le giovani imprese non è mai a senso unico da “senior” a “junior”. Imparare fra pari significa anche imparare grazie al contatto, l’esperienza si arricchisce di tutte le competenze ed esperienze presenti nella comunità. Così, anche chi ha concluso il percorso finanziato con PIN da quasi tre anni, accresce le proprie competenze grazie al gruppo: “Sono stato contento di aver condiviso l’evento con altri PIN, da cui ho imparato molto – e in alcuni casi ho sentito di poter anche contribuire con consigli sulle fasi iniziali. Mi sono sentito riconoscente verso lo Staff PIN per aver creato questa opportunità e coinvolto anche Sagelio, nonostante fosse un PIN ‘anziano’ “ (Giancarlo, Sagelio).

Anche durante Ecomondo 2021 le fitte agende dei partecipanti prevedevano momenti di workshop e formazione per conoscere nuovi trend e sviluppi dei settori di interesse. “Il momento che ritengo più importante è stato il convegno sugli stati generali della green economy, necessario per capire ed apprendere la dimensione economica e sociale nella quale il nostro progetto nasce e vuole crescere” (Vincenzo, Stay Green). “Occupandoci noi di apicoltura didattica urbana, il convegno Life Urbangreen – Strategie e azioni per la città del futuro ci ha dato diversi spunti e prospettive future su come le città e gli ambiti urbani si stanno muovendo rispetto alle tematiche ambientali” (Cristian e Alessia, DontBeeScared).

Vivere l’esperienza di una fiera in gruppo è sicuramente un punto di forza grazie alle occasioni di confronto e le riflessioni comuni. Ma anche in gruppo la conquista della fiera, il raggiungimento dei propri obiettivi di partecipazione, è un duro lavoro per il quale le 8 giovani imprese si erano preparate da ben prima dell’arrivo a Rimini. Anche per chi era alle prime armi, gli obiettivi erano chiari e gli espositori chiave identificati dall’inizio, e così è stato possibile affrontare con successo la sfida della prima partecipazione ad un evento grande come Ecomondo: “E’ stata un’esperienza densa, ci siamo sentiti inizialmente svuotati di energie – ma dopo ispirati a proporre in modo più completo e preciso l’idea di Bee2Bee, portata alla fiera a mo’ di prototipo, proprio per saggiarne i feedback da parte delle aziende presenti” (Cristian e Alessia, DontBeeScared). E anche dopo la conclusione dell’evento il lavoro non si è fermato: “Nel viaggio di ritorno mi sono imposto di mettere già in ordine i contatti e programmare i follow-up, e questo è stato utilissimo per cominciare ‘a molla’ dalla settimana successiva a ricontattare tutti” (Giancarlo, Sagelio).

I contatti presi sono stati tanti con primi risultati immediati. Dalla chiusura di un accordo di fornitura di infrastrutture di ricarica per Sagelio alla scoperta di tecnologie utilizzabili all’interno del progetto di Cargo|tech|ture³, dalla visibilità per Pin Bike durante la finale del “Premio startup per il clima” e il loro incontro con il Cluster per Smart City alle trattative di DontBeeScared con un’azienda di smaltimento rifiuti del Nord Italia interessata ad adottare un’arnia e a regalare del miele ai propri dipendenti per Natale e le nuove partnership strette di Minox per lo sviluppo del proprio sistema. Siamo molto orgogliosi dei nostri e dei tanti obiettivi raggiunti ma nell’ottica dell’apprendimento alternativo e dello scambio di esperienze, che sono il fulcro di ogni azione di Accompagnamento PIN, siamo rimasti particolarmente colpiti da un risultato raggiunto da AdoptMe al di fuori dell’evento espositivo che pensiamo possa essere d’esempio e d’ispirazione per altri giovani imprenditori: “Sono riuscito a raccontare del mio progetto alla titolare dell’hotel dove pernottavamo. Lei ha adottato un ulivo per il suo ristorante e spedito dell’olio ai suoi fratelli. Ci stiamo accordando per portare bottiglie di olio in hotel in estate” (Antonio, Adopt Me).

Le occasioni per crescere possono essere davvero ovunque!

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Avanzare per obiettivi e testare tutti i canali: la strategia vincente di Olivante

22 Dicembre 2021 ore 11:49

Mario e Marco Morrone hanno avviato nel luglio 2019 il progetto vincitore PIN Olivante, prima piattaforma digitale in Italia specializzata sul mercato dell’olio extravergine d’oliva che permette a tutti i ristoratori di ordinare l’olio più adatto alla propria cucina direttamente dai piccoli produttori e frantoi d’Italia. Hanno affrontato il primo lockdown proprio mentre veniva lanciata la piattaforma, ma nonostante questo, grazie ad una strategia vincente, sono riusciti in modo efficace a far parlare di sé e della propria idea, raggiungendo obiettivi significativi che adesso gli permetteranno di crescere ancora e sperimentare nuove strade.

Abbiamo chiesto loro di raccontarci come l’impresa avviata con il bando PIN sta evolvendo dopo la chiusura del periodo di finanziamento e come stanno cercando di cogliere le opportunità offerte dalle principali tendenze nel settore dell’agrifood in questo momento.

 

Come state gestendo la fase di follow up? Ci sono opportunità che siete riusciti a cogliere e che vi hanno permesso di far crescere il vostro progetto?

Si, siamo partiti subito con le application per nuovi fondi e percorsi dedicati alle startup innovative come la nostra e ad agosto 2021 siamo stati selezionati da Invitalia, tra le prime 10 startup del Sud Italia, per partecipare al secondo programma di accelerazione di Bravo Innovation Hub dedicato al mondo Agrifood. Grazie a questo percorso, oltre a nuovi fondi, abbiamo ampliato enormemente il nostro network di possibili stakeholder con i quali stiamo lavorando ad importanti partnership sia istituzionali che commerciali.

 

I periodi di lockdown dovuti al diffondersi dell’emergenza sanitaria, che hanno travolto il vostro progetto e tanti altri nel pieno delle attività, quanto hanno inciso sulle vostre azioni e scelte? Come avete reagito a quei momenti di difficoltà?

Abbiamo lanciato la nostra piattaforma a dicembre 2019 e da lì a tre mesi è iniziato il primo lockdown colpendo soprattutto il mondo della ristorazione e quindi, indirettamente, anche noi. Nonostante ciò, abbiamo trovato proprio in quei mesi la nostra “killer app” spostando l’attenzione sulla grande biodiversità che esiste nel mondo dell’olio extravergine d’oliva e creando una vera e propria guida all’abbinamento per gli chef.

 

Nel vostro progetto è stato centrale l’investimento nell’ambito comunicazione: in cosa è consistito e che risultati vi ha permesso di ottenere concretamente? Che consigli dareste in tal senso ad altre imprese giovanili?

La nostra è una startup “execution driven” ovvero concentriamo le nostre grandi potenzialità maggiormente nel modello di business e meno nella tecnologia. Dopo aver fatto molti test sul nostro mvp, bisognava capire quali canali utilizzare per raggiungere i nostri target e come far sì che si fidassero di noi. Tra i vari esperimenti, quelli che ci hanno soddisfatti maggiormente sono stati Facebook e le PR: con il primo canale generiamo lead sia a pagamento che tramite contenuti targettizzati; col secondo abbiamo lavorato più ad alto livello sull’awareness e sulla reputation e abbiamo ottenuto circa 50 pubblicazioni sulle più importanti testate nazionali come Sky TG 24, Ansa, Il Sole 24 ore, Millionaire e Forbes.

Il consiglio è quello di fare esperimenti sin da subito su tutto, partendo dal problema/soluzione con pochi early adopter per poi capire attraverso quale canale riuscire a raggiungere il customer segment, testando tutti i canali senza escluderne nessuno.

 

Il vostro team si è ampliato? Ci sono collaboratori che hanno influito positivamente sull’andamento delle attività?

Siamo partiti solo in due, io e mio fratello Marco, e ad oggi abbiamo un nuovo CTO e collaborazioni stabili con agenzie e freelance principalmente in ambito commerciale e marketing, tutti coinvolti perché credono in ciò che facciamo e nella scalabilità del nostro progetto.

 

Ci sono nuove opportunità all’orizzonte che pensate di cogliere? Come vi state orientando?

Probabilmente avvieremo la ricerca di nuovi fondi con l’inizio del nuovo anno che ci consentiranno di lanciare la nuova piattaforma con il nostro “algoritmo di raccomandazione” ed espandere la rete commerciale così da imporci come leader nel mercato b2b dell’olio extravergine entro la fine del 2022.

 

Cosa vi aspettate nei prossimi mesi? Su cosa state lavorando? A quali obiettivi state puntando?

Emergenza sanitaria permettendo, ci aspettiamo di recuperare i lunghi mesi persi in questi due anni lavorando principalmente con la ristorazione per poi lanciare un servizio dedicato per il consumatore finale.

 

C’è qualcosa in particolare che, sulla base della vostra esperienza, vorreste suggerire a chi oggi si appresta ad avviare un’impresa giovanile?

Oggi gli strumenti, finanziari e formativi, per fare startup sono ovunque per cui chiunque voglia davvero fare impresa ne ha la possibilità.

Inoltre, la maggior parte dei progetti che vedo fallire hanno in comune un problema di fondo: sono soluzioni che non risolvono alcun problema. Così si perdono tante risorse, tempo incluso, per sviluppare cose che nessuno userà mai.

“Fare startup” ha regole ben precise e, a questo proposito, è importantissimo non bruciare le tappe, avanzare per obiettivi e testare ogni cosa. Solo dopo aver creato un prodotto/servizio che sia davvero in linea con i bisogni del proprio target, si può iniziare ad investire nello sviluppo e nell’acquisition.