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Si pensa locale! Parola di Puglia Pop Experience

07 Maggio 2019 ore 14:59

Un nuovo racconto in prima persona per la Comunità PIN!

A raccontarci con entusiasmo le loro esperienze straordinarie, oggi sono i ragazzi di Puglia Pop Experience che, ripercorrendo le tappe della loro storia, ci inviano un racconto scritto di pancia su tutto ciò che è stato… e sarà.

Dall’avvio al percorso, lasciamo la parola ai protagonisti. Buona lettura!

Si pensa locale! I primi Locals di PUGLIA POP EXPERIENCE

Se qualcuno si aspettava il primo articolo di Puglia Pop Experience con scenari folkloristici a colpi di tamburello probabilmente rimarrà deluso.

E’ vero che l’anteprima di Puglia Pop Experience, tra banda e luminarie, rimanda a una Puglia senza tempo, ma quello che si cela dietro la nostra idea di “stagione delle feste”, e che vogliamo approfondire in modalità “Pop”, non è esattamente un viaggio nel tempo, nè tantomeno un’esperienza creata nei soliti circuiti di promozione del territorio.

La premessa è che sé vogliamo che qualcosa venga fatto, lo dobbiamo chiedere innanzitutto a chi è più giovane di noi.
Puntiamo a chi è tra i 18 e 30 anni, considetti “Neet” sigla che non useremo mai, la generazione spesso dimenticata, che consuma enormi quantità di tempo tra le mura di casa, a coltivare solo un senso di sfiducia sia nei confronti delle istituzioni sia di future prospettive occupazionali. Noi partiamo con l’idea che abilità e talenti “addormentati” nella precarietà, possono diventare nelle nostre future attività elementi di azione e autoaffermazione sul territorio attraverso un percorso innovativo di crescita personale.

Da qualche parte si deve incominciare!

Abbiamo individuato 4 centri della Puglia dove avviare una call tra “quei” giovani-adulti, e proporre loro di prendersi per mano il proprio luogo di vita e ripensarsi “Local Promoter” , animatori locali per la promozione del territorio. La realizzazione del corso è legata al sostegno che le amminsitrazioni ci hanno rivolto aderendo all’iniziativa. Pronti, Pin –> via: l’esordio è nel Salento,  comune di Otranto. Nonostante si trattasse di un progetto inedito, l’approccio dell’ Amministrazione e in particolare dell’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Sociali non è cieco ma concreto, collaborativo e prezioso sin dai primi momenti, quando ancora ci si disperdeva in mille pdf.
L’idea è del tutto nuova ma ha le spalle forti: un team di progetto ha già al suo interno psicologia (Antonello) & turismo responsabile (Azzurra), e poi può contare nella garanzia di un partner come l’ente di formazione territoriale “Pmi italia” e una collaboratrice Stefania Trippetti, una miccia di estrosità nell’ambito della formazione, a dare un ulteriore sensazione che l’impatto sui territori è assicurato.

Al via, “Local Promoters: Otranto!”

Metà Marzo. Le tensione del viaggio di 160 km per Otranto, dove ci attende il primo Open Day, suona la musica appena sfornata dei Coma Cose:

“Che schifo avere vent’anni

Però quant’è bello avere paura

La strada è solo una riga di matita

Che trucca gli occhi alla pianura

Percorrerla tutta per andare lontano

E fammi fare i soldi come i rapper che poi dividiamo”

Ed era un dolce avvertimento. La strada con i giovani è tortuosa, a tratti incodificabile e per questo affascinante! All’Open Day si presentano in tanti, ci credono, e lavorano in cooperazione sin da subito. Finalmente i fogli pdf diventano pratica, i like diventano partecipazione, le attività di formazione esperienziale tutte …in progress.

Il gruppo dei giovani locali a Otranto è formato e confermato, la strada è tracciata con obiettivi più che nitidi. Al momento si lavora ad un’evento di fine corso dove  i giovani si sperimenteranno Local Promoter per le vie della città, che sappiamo essere solo una rappresentazione. E’ la riconquista del sè il miglior itinerario possibile per esprimersi nel proprio territorio.
Loro lo sanno, e un tag forte li unisce: #thinkLocal!

 

Copertina del post I martedì del Conditional Design: l’incontro tra Docus e Cozinha Noma

I martedì del Conditional Design: l’incontro tra Docus e Cozinha Nomade

19 Marzo 2019 ore 10:16

Ed ecco un nuovo racconto delle esperienze straordinarie della Comunità PIN!

Oggi parliamo di un vero e proprio #networking tra due giovani storie che, insieme, hanno creato una originale occasione di “progettazione”. Stiamo parlando di Docus e Cozinha Nomade che hanno iniziato a riunirsi ogni settimana per approfondire il tema del Conditional Design.

Di che si tratta? Lasciamo spazio allo storytelling dei protagonisti!

I martedì del Conditional Design

Cosa vuol dire progettare?

Vuol dire prendersi del tempo per tracciare percorsi, fare domande, cercare di comprendere, piuttosto che correre alla soluzione.

Da questa domanda è nato l’incontro tra due progetti PIN:

Docus, uno Studio di Comunicazione che utilizza azioni creative per realizzare prodotti visivi in grado di documentare una visione del mondo più coerente e consapevole;

Cozinha Nomade, un progetto di ricerca e di relazioni, una cucina di quartiere che mira alla partecipazione e progettazione empatica attraverso lo strumento del cibo.

Siamo due progettiste, Francesca Schioppo di Docus e Kedy Claudia Cellamare di Cozinha Nomade, ed insieme abbiamo deciso di dedicare parte del nostro tempo ad una formazione spontanea e condivisa, in cerca di risultati imprevedibili sperimentando le pratiche del Conditional Design.

Il Conditional Design è un approccio al disegno manuale che predilige il processo piuttosto che il risultato; tale processo deve avere luogo entro uno spazio definito da regole intelligibili, chiare. Sono i limiti che permettono l’esplorazione, prenderli a riferimento è un atto di consapevolezza e libertà progettuale.

Lo spunto ci è arrivato leggendo la storia degli ideatori del metodo, i graphic designer Luna Maurer, Jonathan Puckey, Roel Wouters, fondatori anche dello studio olandese ​Moniker​, che per primi hanno dato il via ai rituali incontri del martedì sera nella cucina di Luna, divertendosi sul suo tavolone a sperimentare con quattro pennarelli ed un enorme rotolo di carta bianca.

Dal desiderio di sperimentare i processi relazionali nella comunicazione, Docus, e dal desiderio di contaminare quotidianamente la cucina con nuovi metodi progettuali, Cozinha Nomade, è nata la proposta di dare il via ad un vero e proprio appuntamento fisso per sperimentare, progettare, risolvere, riflettere, attraverso il disegno libero.

Accanto a noi in questa avventura, due colleghi eccezionali:

Saverio Rociola, visual designer appassionato studioso di metodologie, docente di grafica presso l’istituto IISS Marconi-Mack di Bari e, con altri 3 colleghi, co-founder di M1M Collective, un collettivo di Design interdisciplinare per la comunicazione visiva. Con loro, cura la visual identity di Cozinha Nomade.

Claudio Nicola Biancofiore, architetto, fotografo documentarista, ricercatore dietro Opificio Biancofiore, un’esperienza laboratoriale di ricerca sullo spaziO Bianco, paradigma e chiave di lettura rivolta ad una urgente necessità di approfondimento delle tematiche di riuso e riciclo dei materiali umani e del paesaggio.

Abbiamo cominciato a riunirci un martedì al mese, a partire dal 13 febbraio 2019.
Ogni sessione comincia con un confronto delle proposte avanzate, seguito dalla scelta e dalla progettazione condivisa di regole e strumenti. Non ci sono gerarchie solo condizioni. Ogni esercizio è accompagnato da un momento di restituzione, che lascia spazio all’improvvisazione di ulteriori interazioni e alla discussione su come ci piacerebbe implementare tali pratiche nei nostri diversi contesti. Un vero e proprio momento di approfondimento ed esplorazione della propria professione, a più voci, nel luogo dell’immaginazione e del possibile.

L’obiettivo è stimolare il processo creativo, la soggettività, la capacità collaborativa, in un campo di azione circoscritto, per farne nel breve futuro strumento di progettazione per incontri più allargati, così come sviluppare nuove strategie di progettazione su misura.

In attesa della prossima data di aprile, ecco alcuni scatti di cosa è successo finora.

Copertina del post La Puglia sbarca in Russia con Let’s go Guides sulla rivista “I

La Puglia sbarca in Russia con Let’s go Guides sulla rivista “Italia”

15 Marzo 2019 ore 10:34

Riprendiamo con i racconti dei protagonisti delle giovani storie targate PIN!

Dopo l’esperienza al Buy Puglia Tour, ecco che arrivano i primi risultati: Let’s Go Guides, il portale per scoprire la Puglia in base ai propri interessi che ha partecipato al meeting di Mosca, è stato pubblicato sulla prestigiosa “Italia Made in Italy“, rivista dedicata alle eccellenze italiane. Dove? Ovviamente in Russia! Ce lo spiegano (e ce lo traducono) in questo racconto i protagonisti, Vito e Rita.

Buona lettura nell’attesa di scoprire tutti i risvolti e le occasioni che le attività di Accompagnamento offrono a tutta la Comunità PIN!

 

La Puglia sbarca in Russia. Un altro successo per l’Italia, un altro successo per la Regione, per le buone idee dei suoi giovani brillanti e capaci di enfatizzarne la cultura, l’arte e la storia attraverso l’innovazione. L’ultimo traguardo raggiunto, ma solo in ordine cronologico, si chiama “Let’s go guides”, il portale dedicato alle guide turistiche certificate e ai viaggiatori “fai da te” di tutto il mondo, che, però, non vogliono rinunciare alla qualità e alla sicurezza dei servizi.
L’idea di questo portale, una sorta di “bla-bla car” del turismo, ha conquistato l’interesse del Buy Puglia 2019 nelle due tappe di Francoforte e Mosca, in cui è stato protagonista per presentare l’innovativa idea. E ora è anche nero su bianco, anzi a colori nella importante vetrina che dalla Russia si apre sul Bel Paese: “Rivista Italia” il mensile russo dedicato al meglio del Made in Italy.
“Let’s go guides” è il portale che permette alle guide turistiche riconosciute dalla Regione Puglia, attraverso una semplice iscrizione gratuita, di mettere in condivisione tour e visite guidate, classiche ma, soprattutto, alternative, e dove i turisti possono, finalmente, trovare, o costruire insieme alla guida, il proprio itinerario preferito, così da non essere più costretti subirne di pre-confezionati.
La start up italiana è nata dall’idea di due amici, Vito Amodio, digital strategist, e Rita Piccinini, guida turistica. I due giovani, oltre a condividere la città di provenienza, Lecce, condividono la passione per l’innovazione e le buone pratiche: una chiacchierata davanti a un caffè, un’idea vincente e, soprattutto, la Regione Puglia che ha messo loro a disposizione gli strumenti giusti per concretizzarla.
I due ideatori del portale, infatti, hanno potuto dare gambe alla loro idea grazie al bando Pin 2018, di cui la start-up “Let’s go guides” è stata vincitrice. Attraverso l’iniziativa delle Politiche Giovanili della Regione Puglia, denominata “Bando PIN – Pugliesi Innovativi”, viene fornito tutto il supporto necessario a chi intende realizzare progetti imprenditoriali con buone prospettive di consolidamento e ad alto potenziale di sviluppo locale.

E “Let’s go guides” è l’esempio lampante di come da una buona idea, con le professionalità giuste e gli strumenti adeguati, possa diventare un’impresa in grado di moltiplicare il fattore attrattivo di un territorio.

Il progetto dedicato alla Puglia, a chi la sa raccontare con dedizione e capacità e a chi la vuole vivere in modo unico e irripetibile, ha conquistato il grande interesse del mercato russo, superando a pieni voti l’esame degli esperti del Made in Italy presenti alla fiera di Mosca.
E’ in occasione della tappa russa del Buy Puglia 2019, tenutosi a febbraio, che Nelly Yonkina, direttrice della “Rivista Italia”, mensile di informazione dedicato alle eccellenze del Bel Paese, ha scelto proprio “Let’s go guides”, tra tutte le start up presenti, come soggetto di un intero speciale di ben 6 pagine. La Puglia, ancora una volta, fa da vetrina all’Italia intera, affascinando un mercato, come quello del turismo russo, dalle impareggiabili ricadute.
Nella rivista che, inoltre, verrà a breve presentata durante un evento di portata nazionale a Mosca, si racconta la genesi, gli obiettivi e le prospettive future: quattro focus a partire da come i due giovani abbiamo costruito l’idea, per arrivare agli strumenti che la Regione ha messo loro a disposizione attraverso il Bando Pin, passando per la descrizione degli obiettivi del progetto e concludendo, infine, con un excursus sulle bellezze e le eccellenze della Puglia. Proprie quelle che le guide iscritte al portale mettono in condivisione con un turismo di qualità, che merita il meglio.
Il portale www.letsogoguide.com conta, in pochi mesi di attività, già tanti iscritti professionisti in tutte e 6 le province pugliesi, e i viaggiatori dimostrano grande apprezzamento per la semplicità di consultazione e le garanzie di sicurezza che la fruizione dei servizi offre.
Il turista diretto in Puglia può scegliere, con largo anticipo, il Cicerone più adatto ad accompagnarlo nel suo viaggio e può prenotare la migliore esperienza assistito da esperti. Anche chi non conosce ancora le bellezze che la regione Puglia ha da mostrare può, proprio attraverso il portale, navigare tra i tour già collaudati e recensiti dalle stesse guide, comodamente dal sofà di casa propria, a chilometri di distanza, immergendosi in viaggi virtuali e preparandosi, così, a vivere la migliore Puglia della sua vita.
In questo progetto di destinazione, il viaggiatore è certo di essere accompagnato da professionisti appassionati del proprio mestiere, e prima di ogni cosa, della propria terra.

Copertina del post Inaugurazione de I Giardini degli Artisti: il racconto dei protagonisti

Inaugurazione de I Giardini degli Artisti: il racconto dei protagonisti

11 Febbraio 2019 ore 10:26

Riprendiamo a pubblicare i racconti delle esperienze straordinarie della Comunità PIN!

Oggi è la volta de I Giardini degli Artisti, l’incubatore di talenti a Castellaneta (Taranto) fondato da due giovani del territorio, Valentina e Francesco, che tra le sue mille attività annovera iniziative di arte e rivalutazione del territorio destagionalizzato. I due hanno inaugurato da poco il loro spazio e ce lo raccontano attraverso questo racconto emozionale.

Non sveliamo altro: lasciamo la parola ai protagonisti per raccontarci il loro primo evento!

“Un atto di amore nei confronti di questa comunità” ha affermato il parroco, don Antonio Favale, dando il nome all’energia che ci ha spinto a restituire vita all’ex ENAOLI, struttura abbandonata da anni, le cui mura conservano ancora le storie di migliaia di bambini e giovani. Ha aggiunto “Questo sarà uno dei principali luoghi di aggregazione della comunità”.

Abbiamo avuto la possibilità di realizzare il progetto in un’altra città con meno difficoltà, minor dispendio di energie e di risorse ma il nostro cuore era qui, a Castellaneta Marina. Eravamo consapevoli di rischiare tutto.

Non ci aspettavamo tanta affluenza. È stata forte l’emozione per questa serata. Negli occhi i volti di chi è venuto a trovarci. Risuonano gli applausi, inaspettati. Le parole spezzate dalla commozione. La gioia di ritrovarsi dopo mesi di lavoro. Già questa è stata una missione ma siamo solo all’inizio.

Toccanti le parole di Antonio Lioi, direttore dell’ex ENAOLI, che ha commosso tutti con la sua testimonianza e il suo augurio: “spero che viviate le bellissime emozioni che  ho provato io in quarant’anni di lavoro con ragazzi che vivevano situazioni di disagio, ospiti della comunità educativa sita nella struttura.”

Cariche di profondità le parole del vescovo Claudio che hanno accompagnato la benedizione: “Per fare una follia, ci vogliono persone folli. È stato sicuramente uno Spirito che vi ha mosso. Una follia benedetta, nel nome del Signore..che porta a far rinascere le cose. Che può portare a realizzare grandi sogni. Il vostro sogno finalmente si vede. Un luogo di incontro, che serva. “

Responsabile l’augurio dell’assessore Giuseppe Angelillo, in rappresentanza dell’Amministrazione che ci ha concesso i locali “Questo sogno è bello se verrà condiviso anche da noi, dalla comunità, se ci saremo anche noi a frequentare questo luogo. Quando abbiamo visto lo stato di degrado in cui versava la struttura è stato un colpo al cuore per chi, come me, in quelle stanze ha vissuto giornate intere condividendo emozioni e sensazioni. Far rivivere questo posto è un segnale importante che speriamo venga colto da tutti nel modo migliore.”

Quanta energia vitale negli occhi della gente, meraviglia per una novità inaspettata. Tanta fatica trasformata in un’opera che lascia spazio alla creatività. Come quella di artisti e artigiani locali tra cui Maria Tanzarella, Antonella De Santis, Mariangela Annoscia, Paolo De Santis, Rocco Castellano, Nicola Curri, Cosmo Molfetta, Giulia Fuina che hanno dipinto e restaurato contribuendo a trasformare un luogo ospitato da rifiuti in una mostra permanente visitabile durante tutto l’anno.

Quanti momenti di condivisione. Conserviamo nel cuore le “carezze” della gente del luogo che ci ha portato da bere sotto il sole torrido, che ci ha donato del tempo, che ci ha aperto il cuore raccontandoci storie di vita, esistenze spezzate. Di coloro che ci hanno chiamato “pazzi” e poi si sono fatti carico di questa impresa. “A esattamente 15 anni dalla morte di mio padre, il Signore mi ha donato la presenza, l’aiuto, l’esperienza e il sostegno di tanti padri in questa avventura.” Racconta Valentina. Tra questi Carmine, Antonio, Vincenzo, Paolo e don Antonio.

Impressi i volti, i sorrisi e l’aiuto dei giovani che hanno alimentato la nostra speranza. In particolare di Francesco, Lisa, Anna, Piersalvatore, zio Nunzio, Piera, Luana, Irene, Alice, Ester, Roberta, Maria, Xhon, Giuseppe, Lorenzo, Desy, Fulvio, Carmen, Francesca, Roberto.

Segno che non dovevamo arrestare i nostri passi sono stati i doni ricevuti: blu Serena, Tonino Amatulli, Carmine Lozito, Annamaria e Pasquale Iacomino, Gabriella Delia, Iolanda Casulli, Roberto e Ninuccio Eramo, Annamaria Cavallo, suor Palmarita. L’affetto di Sandra Tarantino e il suo entusiasmo nei suoi articoli. La presenza della scuola De Amicis nella persona di Giulia Ciminelli. Infine le nostre famiglie, sostegno costante in questo progetto, si  sono ritrovate unite in questo luogo. Possiamo dire a circa un anno dall’inizio che la nostra famiglia si è allargata! Un grazie in particolare ad Alessandra e Salvatore!”