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Nuovi PIN: concludiamo così il 2019!

20 Dicembre 2019 ore 10:12

Prima di salutarci per la pausa natalizia, vi presentiamo i nuovi membri Comunità PIN: da settembre ad oggi, sono 22 i nuovi progetti che hanno avviato le loro attività in tutte le province pugliesi e ambiti di intervento!

Ed eccoli qui i Vincitori PIN freschi freschi di firma dell’Atto d’Impegno: Feniculi, PAFMusic, TipikoMyCoach, Fole, Take Your Time, InnoPAAnimaeWoosic – Falegnameria Sociale Musicale, 3D CITY P.L.U.S.: Play with Land and Urban Scraps, Vivo, Lupantox, Cresco, Apulia Cocktail ExperienceMusica per TuttiLucio, Laboratorio Tecnologico Cyber Security, Coltiva, Extreme Music Lab, Generation Y e Motus.

Dopo tutti questi sorrisi, ci vediamo nel 2020 per nuovi progetti, attività e ovviamente iniziative. Se non trovate la vostra foto in questa gallery e volete integrare, non esitate ad inviarci la vostra immagine.

Buone Feste: che sia un nuovo anno pieno di giovani idee innovative!

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Una nuova tornata di Vincitori PIN!

20 Novembre 2019 ore 10:16

Ancora nuovi progetti ammessi al finanziamento PIN!

Gli esiti dei progetti inoltrati dal primo agosto al 30 settembre 2019 , infatti, sono stati approvati oggi dalla Dirigente della Sezione Politiche Giovanili e Innovazione Sociale, con Atto Dirigenziale 110 del 20/11/2019.

Come di consueto, nelle prossime ore i referenti dei progetti valutati riceveranno una comunicazione contenente l’esito, il punteggio dettagliato e le indicazioni per i successivi step necessari per la realizzazione del progetto. I gruppi non finanziati, invece, riceveranno la comunicazione di esito negativo tramite email dall’indirizzo ufficiale dell’iniziativa e, in seguito, potranno comunque presentare una nuova candidatura.

Se leggete il nome del vostro progetto negli elenchi allegati e, nei prossimi giorni, non doveste ricevere alcun tipo di comunicazione, non esitate a contattarci attraverso i nostri recapiti.

In bocca al lupo ai vincitori!

Scarica l’elenco dei progetti valutati

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Cara mamma PIN: Fervere al Kombucha Summit si racconta

11 Novembre 2019 ore 09:48

Riceviamo e condividiamo questa emozionante letterina scritta di pancia da Daniele, co-fondatore del laboratorio di Kombucha Fervere, in occasione della sua partecipazione al Kombucha Summit di Berlino. Destinatario? Mamma PIN!

Ciao mamma PIN,

è da un po’ che non mi faccio sentire, lo so. Da quando si è chiuso il progetto siamo stati presi dalla rendicontazione e da tante altre belle cose che stanno succedendo qui a Fervere.

Per fortuna –anche se la fortuna poco centra e credo sia stato molto più importante l’impegno messo in questi 18 mesi – quello che è iniziato come un gioco sta diventando un progetto sempre più impegnativo, faticoso e divertente, che ci regala il brivido di dover affrontare costantemente nuove sfide.

Le novità sarebbero tante e non basterebbe una lettera per scriverle tutte, e per questo che oggi voglio raccontarti come è andata a Berlino in questi giorni appena trascorsi. Ricordi, ti avevo scritto su WhatsApp che saremmo andati al Kombucha Summit, il primo evento dedicato ai produttori di kombucha – e se ti sei scordata cosa sia il kombucha, eccoti la nostra guida sul kombucha in Europa.

È stata senza ombra di dubbio di un’esperienza molto positiva, che ci ha permesso di accrescere la nostra consapevolezza sul mondo del kombucha: dalla produzione, al consumo, al mercato. Erano infatti presenti un centinaio di altri produttori provenienti da tutta Europa, dal Portogallo alla Lituania, e appassionati ed esperti da Stati Uniti, Canada, Sud America e Australia.

In 48 ore di conferenza abbiamo potuto conoscere, assaggiare e stringere relazioni con chi come noi, prima o dopo, ha avviato la propria produzione di kombucha.

Questo è importante perchè finora non abbiamo mai avuto modo di confrontarci realmente con nulla, rischiando di essere autoreferenziali e poco realistici. Lo scenario che ne è venuto fuori è infatti stato differente da quello che avevamo immaginato in questi mesi. E ci deve spingere a fare delle riflessioni su ciò che Fervere è e vuole diventare, affinchè possa continuare a essere un progetto in crescita, che ci dia soddisfazioni e ci permetta di divertirci facendo del buon kombucha.

Ma facciamo un passo indietro. Innanzitutto l’evento è stato davvero ben organizzato e l’affluenza è stata importante. C’erano infatti oltre 250 partecipanti tra produttori e appassionati da tutto il mondo (prevalentemente Europa). Uno dei primi talk ha fatto luce sullo stato del mercato del kombucha in Europa, ponendo l’accento su quanto questo trend sia in crescita e su come in alcune nazioni (Inghilterra in primis) la concorrenza cominci a essere forte. Grandi aziende americane, come GT’s Kombucha, si sono affacciate al mercato europeo e alcune realtà europee stanno crescendo in maniera molto rapida.

Questo ci ha permesso di capire che in Europa ci sono tante realtà che da piccola produzione artigianale stanno diventando vere e proprie industrie con decine di migliaia di litri di kombucha prodotti ogni mese. Parallelamente al Kombucha Summit sono però emerse realtà più simili alla nostra, cara mamma PIN, che hanno obiettivi diversi e che vogliono puntare su un kombucha artigianale, tradizionale e di qualità. Che oltre ad essere buono abbia proprietà benefiche per il nostro organismo.

Ci è sembrato quindi evidente che si stia creando uno spaccato tra queste due maniere di concepire il kombucha.

Durante il summit abbiamo potuto anche degustare decine di kombucha diversi portati dai tanti produttori. Purtroppo i nostri non sono mai arrivati e quindi non abbiamo potuto avere feedback.

Ne è emersa una varietà di gusti, bottiglie, colori, e tipologie veramente molto vasta. Ma molti (almeno l’80% di quelli provati) accomunati da un gusto abbastanza dolce e con evidente addizione di co2. Probabilmente per intercettare il gusto del mercato, già abituato a bevande molto gasate e zuccherine.

È stato per noi importante vedere susseguirsi sul palco del Kombucha Summit produttori, spesso nostri coetanei, che hanno raccontato la loro esperienza, ponendo l’accendo su come siano riusciti a scalare la produzione e sui canali adottati per promuovere i propri prodotti.

Altri interessanti spunti sono relativi al confezionamento: molti stanno virando verso le lattine (per questioni di costo e facilità di approvvigionamento rispetto al vetro) e in tanti hanno iniziato il confezionamento nei fusti (come quelli della birra).

Oltre i talk e i momenti di confronto con altri produttori o aspiranti tali abbiamo poi potuto visitare due “kombucherie”. La prima è stata ManuTee, un’azienda che commercializza tè e che da qualche anno ha iniziato la produzione di kombucha. Ora ne producono oltre 10.000 litri al mese in un impianto semi-industriale che non abbiamo visitato. La seconda è stata Barbucha.

La differenza tra le due realtà era abissale, così come quella raccontata nella prima parte di questa lettera.

La prima è ormai una kombucheria industriale, che produce un kombucha di qualità media, dolce e con aggiunta di co2, presente in supermercati e tanti locali. La seconda una piccolissima realtà che realizza kombucha di grande qualità – sicuramente i più buoni provati per i nostri gusti – che vende solo ai clienti del proprio bar.

Insomma, cara mamma PIN, è stato davvero importante per noi partecipare a questo evento. Mentre vedevo avvicendarsi sul palco i relatori spesso venivi preso da un senso di sballottolamento. Non immaginavo che in Europa ci fossero realtà così “avanti”.

Sarà importantissimo nel prossimo futuro capire che direzione vuole prendere Fervere alla luce di questa epifania.

Spero di essere riuscito a farti rivivere un po’ questo Kombucha Summit e il fermento in cui sguazziamo.

Un abbraccio forte,

il tuo Daniele Pignone, co-fondatore di Fervere.

 

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Semplice-Mente @ Rehacare: il racconto dei protagonisti

01 Ottobre 2019 ore 10:42

Rehacare è una delle più importanti exhibition al mondo sui temi healthcare, inclusione, riabilitazione ed attrezzature/ausili per disabili, si tiene a Düsseldorf e l’edizione 2019 si è svolta dal 18 al 21 settembre. Occasione ghiotta per molti PIN che operano negli ambiti cardine di questa interessante expo, così Semplice-Mente non solo ha deciso di parteciparvi con le proprie forze, ma soprattutto di raccontarci nel dettaglio come è andata questa esperienza! Ed ecco che passiamo la parola ai protagonisti: un racconto, una galleria fotografica e un video.

Proattività, confronto e crescita: questi sono i motori che spingono un’azienda, ancor di più se una start-up innovativa come la nostra Semplice-Mente, a partecipare ad una exhibition di settore.

Affacciandoci in un mercato costellato di realtà affermate, di colossi con alle spalle tanti anni di operatività ed esperienza specifica, con modestia ma determinazione, siamo partiti alla volta di Düsseldorf, per prendere parte a Rehacare, una delle più importanti exhibition al mondo negli ambiti della riabilitazione, dell’inclusione e dell’healthcare.

Ci sono bastati pochi minuti per capire che, in realtà, Rehacare non fosse solo un’expo di prodotti innovativi, ma fosse un luogo ricco di professionisti animati da una mission reale, vera, di quelle che ti senti dentro e che è difficile spiegare. E’ per questo che ci siamo sentiti subito a nostro agio; abbiamo visto negli occhi di tutti, la stessa passione che anima il nostro progetto: aiutare, supportare, includere, proporre soluzioni semplici per risolvere difficoltà complesse.

Abbiamo, così, avuto la possibilità di confrontarci di persona con diversi fornitori, fino ad allora conosciuti solo virtualmente, nonché incontrarne di nuovi, su scala globale. Allo stesso tempo, abbiamo potuto interagire con le ultime novità hi-tech (e non) del settore, avendo una conferma che francamente ci aspettavamo; un concetto che, infatti,  stiamo sperimentando quotidianamente durante il design del nostro “concept”: in questi settori, la tecnologia è fondamentale, ma solo se mantiene semplice il risultato finale, la soluzione. Qui si bada alla praticità più che all’estetica, al risultato effettivo piuttosto che al “fascino” del prodotto in sé o del processo che permette di raggiungerlo. Questo ci ha dato ulteriore carica: se l’idea è vincente, se risolve davvero “semplicemente” un problema, non serve complicarla, perché questo non aiuta l’utente finale.

Rehacare ci ha dimostrato di essere unica nel suo genere anche per un altro motivo. Infatti, non è solo un’esposizione “B2B”, ma è anche direttamente un punto di riferimento per le persone con disabilità, che erano presenti in gran numero, da sole o accompagnate dai propri familiari, accanto e assieme a noi che vi operiamo.

 

L’arricchimento ricevuto in questo settore, che tocchiamo con mano quotidianamente lavorando al nostro progetto, viene dall’impegno costante verso l’immedesimazione reale e concreta nelle condizioni delle persone di cui vogliamo prenderci cura con i nostri prodotti. E’ davvero difficile riuscirci, ma Rehacare si proponeva anche questo nella sua mission, permettendo alle aziende di conoscere di persona i “clienti” e, in parallelo, facendo “simulare” agli ospiti ed agli operatori le condizioni di disabilità. Perché è solo comprendendo le vere necessità, vivendole e sentendole, che si possono identificare le esigenze disattese… puntando a soddisfarle.

Del resto, tornando indietro nel tempo, è così che è nata l’idea del prodotto che noi di Semplice-Mente stiamo sviluppando. Ed è qui che si è “chiuso il cerchio” di questa incredibile esperienza.

Siamo, così, rientrati in Italia con ulteriore forza, energia e motivazione. Senza sosta e con più veemenza di prima, stiamo lavorando al fine di raggiungere il momento, oramai sempre più vicino, del completamento della fase di design del nostro concept.

Il prossimo step sarà fondamentale, determinante…a tal proposito, rivolgiamo un invito aperto a partecipare al nostro “gruppo di lavoro”, creato qualche mese fa e composto da persone con disabilità, da chi è loro vicino e le assiste quotidianamente, nonché da operatori sanitari e da residenze dedicate all’assistenza per persone anziane.

Ci piacerebbe, infatti, condividere assieme a loro i prossimi passi ed il concept che stiamo sviluppando, dandoci la reciproca opportunità di vivere attivamente la fase di testing, essere “i primi” a vedere ed usare il nostro prodotto, poterne valutare i punti di forza e di debolezza, prendendo parte ad una fase determinante della vita della nostra piccola realtà…“Semplice-Mente”.