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Different State: la diversità è una risorsa

28 Settembre 2022 ore 14:06

Erika, Carlo e Tore nel mese di luglio 2021 hanno dato vita ad un’impresa e ad un nuovo marchio di abbigliamento: Different State. I loro capi unici sono pensati per raccontare l’inclusione e la diversità in tutte le sue accezioni. Abbiamo voluto farci raccontare lo sviluppo della loro idea, i risultati raggiunti, gli ostacoli incontrati e gli obiettivi per il futuro.

Il vostro brand veicola messaggi a favore dell’inclusione e della diversità, intesa come risorsa da valorizzare. Come è nata la vostra idea? Cosa vi ha ispirato e cosa tuttora vi ispira?

L’idea nasce da Carlo: ha la vitiligine sin da piccolo e ciò è sempre stato motivo d’insulto.

“Sembri una mucca”, “Hai preso il sole con gli occhiali”, “Ti sei lavato con la candeggina”. Frasi insopportabili. Non ha mai potuto piangerci sopra, perché viviamo in una società in cui l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Siamo tutti esseri imperfetti per costituzione, ma la nostra fragilità è una risorsa, non una debolezza. Così abbiamo dato vita a Different State, con l’obiettivo di valorizzare la diversità: in una società sempre più consapevole e attenta ai diritti di tutte le categorie sociali, emerge il bisogno di rispettare e vedere celebrate tutte le sfumature di diversità, per abolire pregiudizi e discriminazione.

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Come sono suddivise le competenze e i ruoli all’interno del vostro team?

Carlo è il responsabile commerciale: public relation, commerciale, gestione economica, marketing offline, front-man.

Tore è l’ideatore creativo: font, grafica, sito e-commerce, sponsorizzate Meta (Facebook e Instagram).

Erika è rappresentante legale, responsabile commerciale e Social media Manager: social, rapporti influencer, rapporti fornitore/designer.

Cerchiamo comunque di collaborare e aiutarci per svolgere al meglio tutte le mansioni.

 

Dall’avvio della vostra impresa ad oggi quali ostacoli avete riscontrato e che strategie avete adottato per superarli?

Il mondo della moda è al giorno d’oggi complicato sotto tanti aspetti. Per la produzione abbiamo riscontrato un aumento dei costi e un rallentamento della produzione stessa dovuto alla mancanza di tessuti in Italia in seguito alla pandemia e alla guerra. Siamo stati costretti ad adattarci: la prima capsule l’abbiamo realizzata stampando su capi già predefiniti.

Alla seconda capsule, invece, abbiamo dedicato più mesi per riuscire nel nostro intento: produrre da zero il capo con l’aiuto di un designer. Questo ha avuto come conseguenza uno svantaggio sulle vendite: se solitamente una collezione viene presentata a marzo, noi siamo riusciti a presentarla online solamente a maggio, con conseguente ritardo del piano influencer.

Per l’aspetto commerciale abbiamo adottato un piano marketing che prevedeva: sponsorizzazioni social; influencer che spiegassero la nostra mission indossando un nostro capo; una collaborazione con un’agenzia di modelle imperfette e conseguente pubblicazione di comunicato stampa; l’attivazione di un sito e-commerce per la vendita online. Tutto questo però ha generato poche vendite. È difficile emergere fra i troppi brand presenti sul mercato. Ma non molliamo: per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con loro un rapporto di lavoro. Questo permetterà a noi di avere visibilità non solo online ma anche fisica (nei negozi).

Ultimo ostacolo, ma non meno importante: la registrazione del marchio. Abbiamo ricevuto due contestazioni!

Che tipo di collaborazioni professionali avete instaurato e quali sono risultate vincenti per lo sviluppo della vostra azienda?

La prima importante collaborazione è stata con Imperfetta Project, un’agenzia di modelle imperfette: abbiamo realizzato una capsule per diffondere un messaggio comune sulla diversità.

La seconda importante collaborazione è stata con un designer con cui abbiamo lavorato per la seconda capsule: ci ha insegnato come un’idea può diventare realtà. Grazie a lui saremo in grado di sviluppare la prossima capsule.

Inoltre, siamo in procinto di collaborare con una componente di un progetto vincitore dell’avviso PIN conosciuta al Web Marketing Festival per la realizzazione di alcuni disegni.

 

Come sta reagendo il pubblico alla condivisione dei messaggi legati al vostro brand?

In maniera abbastanza positiva. Essendo però un tema abbastanza “delicato” spesso alcune frasi vengono interpretate male e si sfocia in attacchi sui social di veri e propri haters! È successo anche in seguito alla pubblicazione del video in cui Carlo raccontava degli insulti subiti e della sua sofferenza repressa perché si sa (come dicevamo prima) che l’uomo deve soffocare lacrime, paure ed insicurezze.

Quali sono le strategie di vendita che finora avete adottato? Cambieranno in futuro?

Come spiegato in precedenza abbiamo adottato un piano marketing. Per cercare di far conoscere il brand e la nostra mission abbiamo deciso di lavorare già sulla collezione estiva prossima per far sì che sia pronta a gennaio per poterla presentare ai negozi e instaurare con gli stessi un rapporto di lavoro!

Quindi l’obiettivo è far vendere il nostro brand nei negozi.

 

Lo scorso giugno avete partecipato al Web Marketing Festival. Quanto è stata importante questa esperienza? State pianificando la partecipazione ad altri eventi?

È stata una bella esperienza, durante la quale abbiamo imparato diverse novità sul mondo del marketing e recuperato diversi contatti con cui ci siamo interfacciati. Con alcuni ancora siamo in relazione. Un evento giovanile, dinamico e pieno di energia positiva. La cosa che più ci ha sorpreso è stata la facilità con cui si è creata coesione nel gruppo di noi giovani imprenditori. Sarà per la territorialità e il calore pugliese, sarà perché siamo giovani e desiderosi di conoscenze, ma grazie a questa missione imprenditoriale sono nate diverse amicizie. Aver regalato la maglietta del nostro brand ad Irama durante il concerto, può rientrare nelle cose inaspettate?! Sotto gli occhi di tutto il main stage siamo stati ringraziati in diretta dal cantante avendolo a pochi centimetri da noi!

A cosa state lavorando? Come si evolverà “Different state” nei prossimi mesi?

Stiamo lavorando contemporaneamente per l’uscita di drop (capi limitati ed unici) per i mesi invernali con messaggi sempre inclusivi, in attesa di rimetterci in sesto e presentare la nuova capsule estiva a gennaio. Includeremo nuove tematiche oltre alla vitiligine e al mondo LGBT e non vediamo l’ora!!!

 

Copertina del post “Dalla Puglia al Veneto, andata e ritorno con l’olio extravergine di oliva”

“Dalla Puglia al Veneto, andata e ritorno con l’olio extravergine di oliva”

28 Giugno 2021 ore 16:13

La scuola non è soltanto fatta di lezioni, libri e compiti, soprattutto è luogo in cui creare occasioni di incontro e di scoperta. La conoscenza si realizza in maniera significativa anche attraverso la creazione di connessioni tra realtà diverse, a volte anche in maniera inaspettata, e la capacità di generare relazioni con l’esterno.
Di quest’anno scolastico che si è appena concluso, un anno fatto anche di tante modalità inedite di apprendimento e in cui anche grazie alla tecnologia alcune distanze si sono accorciate, vogliamo condividere il racconto in prima persona di Antonio e Lucia, fondatori di Adopt me, impresa PIN attiva nella promozione dell’agricoltura pugliese.

Antonio e Lucia infatti, da veri e propri ambasciatori della Puglia, si occupano hanno strutturato la loro impresa sulla commercializzazione dell’olio extravergine attraverso un’interessante meccanismo di adozione di alberi di ulivo secolari, così da offrire alle aziende agricole pugliesi un ulteriore canale di vendita del loro prodotto. La sfida infatti, oltre che sulla qualità del prodotto, anche e soprattutto sulla possibilità di intercettare nuovi clienti. Ma cosa c’entra tutto questo con la scuola?
Lasciamo loro la parola per farci raccontare, in prima persona, come è andata un’esperienza particolarmente significativa e che inizia con la lettera di una maestra di una scuola di un piccolo paese del Veneto.

“Cari Antonio e Lucia,
vi scrivo di getto, con ancora l’emozione, fresca fresca, vissuta stamattina con la consegna delle bottigliette d’olio, poi con calma scriverò un articolo per il sito della scuola, e vi manderò anche quello.
Ho conosciuto Adopt me Italy tramite un articolo pubblicato su una rivista cui sono abbonata, Città Nuova: l’idea mi è piaciuta, e con la mia famiglia abbiamo subito adottato un ulivo, chiamato Oceano.
In seguito, ho pensato di proporre questa iniziativa nella scuola dove insegno, nelle due classi quarte della Primaria di Torrebelvicino.
Inizialmente, pensavamo con le colleghe di inserire l’adozione in un progetto sulle emozioni, attuato nelle due classi in seguito ad un evento triste, in quanto l’albero di per sé è un concentrato di significati simbolici importanti: collega cielo e terra, tiene le radici ben salde per slanciarsi in alto, si fa custode della natura e scrigno di saggezza. Poi ci siamo rese conto che il progetto poteva avere risvolti ben più ampi, coinvolgendo in maniera trasversale diverse discipline: geografia, per individuare dove si trovano gli ulivi, immaginare il percorso per raggiungerli, conoscere una regione con climi e paesaggi diversi; scienze e tecnologia, per sapere come si coltiva un ulivo, come si raccolgono le olive e come si ottiene l’olio, quali tecniche innovative si possono utilizzare per un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dell’uomo, come combattere problemi legati ai parassiti e ai cambiamenti climatici; educazione civica, nell’individuare comportamenti rispettosi e un modo etico di fare economia…un discorso importante riguarda la sana alimentazione, di cui l’olio extravergine è uno dei capisaldi…. E così via, l’adozione di un ulivo ci poteva aprire mondi infiniti di discussione e conoscenza.

Una volta preso contatto con voi, e presentata l’idea ai rappresentanti dei genitori, abbiamo coinvolto i bambini, che si sono impegnati a portare ognuno qualche piccolo risparmio, in modo da “responsabilizzarli”.
La cifra raccolta bastava ad adottare due alberelli di taglia piccola… è stata una sorpresa quando ci avete presentato i nostri “giganti”!! Hermione e Salvalbero, come hanno deciso di chiamarli i bambini, due grandi e maestosi alberi secolari, davvero solenni!!
Il giorno dell’adozione è stato emozionante. I bambini, in classe, si sono collegati con i compagni dell’altra sezione (in tempi di restrizioni, anche vedere i propri amici in questo modo è stato suggestivo!) e con voi, Antonio dal campo, Lucia dall’ufficio. Magie della tecnologia, che può annullare (quasi) qualsiasi distanza.

 
Antonio sei stato bravissimo a spiegare in modo chiaro e semplice molte cose sulla vita degli ulivi, e a rispondere alle domande che i bambini non finivano più di fare. Lucia, li hai incantati con il racconto dell’oliva perduta…hai sentito che applauso ti hanno dedicato!
Ci siamo lasciati con l’entusiasmo di un cammino appena iniziato, la prima puntata di una serie interessantissima. I bambini quel giorno sono usciti da scuola con in mano il Certificato di Adozione al grido di “Andiamo in Puglia!!”
Intanto, ci avete preparato appositamente una quantità di piccole-grandi bottiglie di prezioso olio, con tanto di etichetta stampata appositamente, giusto giusto in tempo per consegnarlo l’ultimo giorno di scuola. I bambini hanno aspettato con impazienza l’arrivo del “loro” olio, e sono stati felicissimi!! Siete stati troppo bravi, perché la somma che vi abbiamo inviato davvero non bastava a coprire le spese! Però avete toccato il cuore dei nostri bimbi e, di riflesso, delle loro famiglie.
Qualcuno ha addirittura programmato di venirvi a trovare durante le vacanze…di sicuro ci si rivedrà presto, magari al momento di portare le olive al frantoio, il prossimo anno scolastico.
Anche le mie colleghe sono state contente dell’iniziativa, e vi ringraziano per il dono dell’olio.
State facendo una cosa importante, e la state facendo nel migliore dei modi. Spero che possiate lavorare con molte altre scuole, perché è nei nostri bambini che possiamo coltivare un mondo più bello e giusto.
A presto!!”

Antonio: Questa lettera della maestra Giovanna ci ha riempito di felicità e soddisfazione, perchè ci ha fatto toccare con mano che i sapori della nostra Puglia sono arrivati intensi fino in Veneto, a Torrebelvicino, piccola cittadina in provincia di Vicenza. L’energia positiva della condivisione ha prodotto un’onda carica di curiosità e meraviglia. Sapete perché? Bene, perché oggi in Puglia ci sono Hermione e Salvalbero, i due ulivi adottati dai bambini di Torrebelvicino, nell’agro di Corato presso una delle aziende agricole che fanno parte del progetto.
Lucia: È stato per noi un traguardo importante e significativo, toccare con mano la sensibilità delle insegnanti, faro educativo, per i bambini di oggi che saranno uomini e donne consapevoli domani, arricchiti da un’esperienza nuova, disarmante, ricca di scoperta e di ammirazione. Abbiamo avuto l’occasione di raccontare il nostro lavoro agli alunni e, seppur attraverso uno schermo, permesso loro non solo di immaginare, ma più semplicemente di condividere e far conoscere la vita di in un campo di ulivi, l’emozione della fioritura, l’evoluzione del fogliame, delle tecniche di lavorazione. Non solo immaginare ma concedersi l’opportunità di scegliere e scoprire. Oggi ogni singolo alunno ha con se una bottiglia di olio, prodotto dai due ulivi adottati, ma tanto più un sogno vestito da promessa, venire qui in Puglia a visitarci e ad abbracciare i due piccoli ulivi. Noi li aspettiamo a braccia aperte.

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Mammachilegge: Professione libraia 2.0

15 Febbraio 2021 ore 09:02

A chi le chiede che cosa fa di lavoro, Laura Capra, fondatrice di Mammachilegge, risponde convinta: la libraia 2.0!

Laura Capra

 

E poi ti spiega che significa quello che potrebbe sembrare solo un modo di dire per definire chi vende libri oggi, in un’epoca in cui il digitale è parte integrante del presente di ciascuno.
Ascoltandola capisci dopo un po’ che non di semplice ammodernamento semantico si tratta ma di un modo nuovo di intendere il lavoro di chi promuove la lettura e lo fa cercando di integrare al massimo le possibilità e gli strumenti del digitale, con la consapevolezza che o si innova questo mestiere così importante per il contributo che può dare alla società o si rischia di non sopravvivere a lungo. E questa indicazione valeva già prima che anche l’editoria subisse gli scossoni provocati dalla pandemia.

 

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Innanzitutto quindi Mammachilegge è una libreria online specializzata in editoria indipendente per bambini. Ed è uno dei primissimi progetti finanziati con PIN nel 2017.
Ascoltando il racconto della sua ideatrice Laura Capra si capisce bene come il finanziamento di Pin abbia davvero rappresentato un’occasione, uno starter. Innanzitutto perché ha permesso di strutturare delle precedenti esperienze lavorative, Laura infatti nel suo curriculum annoverava sia esperienze di lavoro in una libreria di catena, sia innumerevoli esperienze di educazione e attività creative con i bambini.

“Ho iniziato ad occuparmi di divulgazione innanzitutto facendo esperienza sul campo, con la progettazione di laboratori e provando ad immaginare i bisogni e le curiosità dei bambini nei confronti del mondo che li circonda.
Successivamente nel mio percorso professionale sono arrivati gli albi illustrati, ad offrirmi supporto, aiuto, e diventando veicolo che alla concretezza delle esperienze manuali aggiungono la possibilità di prendere il volo. Un albo infatti ci può portare in un attimo dalla foresta amazzonica al polo nord o ancora negli abissi più profondi alla scoperta di ecosistemi tanto diversi dai nostri.”

Mammachilegge era già infatti partito come progetto di promozione della lettura ad alta voce: chiamava a raccolta adulti e bambini che, dandosi appuntamento in un luogo pubblico (parchi, spiagge, piazze), leggevano insieme e a turno il proprio libro e condividevano la merenda.

“L’albo illustrato è come un biglietto aereo, ecco lo definirei così!
Partire dai bisogni e dalla curiosità e lasciarsi ispirare da una storia, far nascere un dialogo un dibattito, mettere in moto non solo le mani ma anche la mente. Questo ci aiutano a fare gli albi illustrati ben fatti, con pochissime risposte e moltissime domande, generano molto spesso risposte raffinate o curiosità che possono rimanere anche insoddisfatte.
Un albo infatti ci può portare in un attimo dalla foresta amazzonica al polo nord o ancora negli abissi più profondi alla scoperta di ecosistemi tanto diversi dai nostri.”

L’editoria per bambini e bambine si presenta come un mondo molto variegato, in continua evoluzione e che, anche in Italia, conta numeri interessanti sia in termini di vendite sia di autori e autrici . L’Italia ospita non solo numerosissime case editrici e brillanti illustratori e illustratrici, ma anche una delle principali fiere di settore, la Children’s book Fair di Bologna.

Ma avere uno store online, come accennavamo all’inizio, non è l’unica condizione per definirsi librai 2.0; piuttosto quello che contribuisce a dare corpo a questa definizione è l’approccio che Laura ha scelto, integrando strumenti diversi, dal blog con rubriche specializzate (Nella cartella della maestra) alla produzione di podcast di divulgazione (Appuntamenti) e suggerimenti di letture (Alta fedeltà)(Storie nel Barattolo), il tutto supportato da un costante lavoro di promozione attraverso i social, e Instagram in particolare.

Sicuramente tra queste opzioni, lo strumento più interessante e innovativo è quello dei podcast che, in questo momento, rappresentano una inedita piattaforma di condivisione di contenuti originali e creazione di una community di appassionati. I numeri degli ascoltatori e delle produzioni di podcast in Italia crescono ormai a doppia cifra e, proprio nell’integrazione con le piattaforme social, rappresentano un’occasione di conoscenza e promozione davvero interessante. Nel mese di dicembre avevamo tra l’altro ragionato di questi temi in un incontro di networking con i vincitori PIN che operano nell’ambito editoriale. Anche quell’occasione aveva, su piccola scala, restituito un panorama complesso e variegato di chi prova a costruire risposte adeguate ad un settore in pieno movimento.
Laura presenta così il suo lavoro con i podcast

“L’ultima strada da me esplorata è l’utilizzo dei podcast per fare divulgazione: da un inizio sul campo, estremamente concreto e materico, mi sono quindi ritrovata a confrontarmi con una materia impalpabile come sono i suoni e le parole . Scoprendo che il percorso di apprendimento e conoscenza può passare proprio attraverso l’ascolto delle biografie di grandi scienziati e letterati.”

Ascolta “Trailer_Appuntamenti” su Spreaker.

“Ho realizzato così un podcast che si occupa appunto di divulgazione, giunto alla seconda stagione. l’ho chiamato APPUNTAMENTI e l’ho fatto diventare l’occasione per raccogliere e condividere storie e racconti intorno ai libri. Nella prima stagione ho deciso di intervistare autrici e autori, pedagogiste ed esperte nell’educazione e nella letteratura per l’infanzia. Nella seconda invece attraverso la voce di scienziati, educatori, esperti e autori, parlo di ambiente, educazione, divulgazione scientifica e comunicazione.”

Ascolta “Alta_Fedeltà_Poesia_Ep4” su Spreaker.

Nel lavoro della libraia 2.0 non mancano però aspetti che potremmo definire analogici, come la cura nell’impacchettare e timbrare ogni singolo libro. Anche se la vendita avviene per il tramite uno smartphone o un pc, si tratta infatti pur sempre di  un oggetto fisico che arriva a casa, e che finendo nelle mani di giovani lettori e lettrici contribuisce a far vivere un’esperienza più ampia.

 

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La sfida principale per un’impresa come questa resta, in fondo, proprio quella di riuscire a dare valore alle differenze tra i piccoli negozi online e i colossi dell’e-commerce, piuttosto che sulla rincorsa a sconti e capacità logistiche irraggiungibili, Laura ha capito che a fare la differenza è la capacità di creare una relazione tra persone, tra chi vende e chi acquista. E vendere libri, in questo senso, aiuta a costruire legami, anche attraverso un pacchetto consegnato da un corriere.

 

 

Copertina del post Online i primi Vincitori del 2021!

Online i primi Vincitori del 2021!

19 Gennaio 2021 ore 09:23

L’elenco dei nuovi progetti ammessi a finanziamento PIN è online!

Con Atto Dirigenziale n. 6 del 18/01/2020, sono stati approvati gli esiti dei progetti inoltrati dal primo settembre al 30 novembre 2020.

L’iter è sempre lo stesso:nelle prossime ore i referenti dei progetti valutati riceveranno una comunicazione contenente l’esito, il punteggio dettagliato e le indicazioni per i successivi step necessari alla realizzazione del progetto. I gruppi non finanziati, invece, riceveranno la comunicazione di esito negativo tramite email dall’indirizzo ufficiale dell’iniziativa e, in seguito, potranno comunque presentare una nuova candidatura. Tutti i colloqui verranno svolti in modalità digitale.

Se leggete il nome del vostro progetto nell’elenco allegato e non doveste ricevere alcun tipo di comunicazione nei prossimi giorni, non esitate a contattarci attraverso i nostri recapiti.

Scarica l’elenco dei progetti qui.

In bocca al lupo ai vincitori!