Scambio, contaminazione, formazione continua: i pilastri di CO-LABORY
Uno spazio di coworking non è solo quattro mura, un pavimento e un soffitto. Può essere fucina di idee e di collaborazioni, una base di partenza per sentirsi cittadini europei, un contenitore per la creatività e l’innovazione, per la sperimentazione e l’applicazione di modelli vincenti. È quello che si percepisce conoscendo Fabiola e Savino di Co-Labory ed entrando anche virtualmente nel loro spazio – nato con PIN 3 anni fa – che oggi prende il volo per direzioni nuove e lontane dalla Puglia, per poi ritornare qui e coltivare il rapporto con il territorio e le sue realtà giovanili.
Il vostro spazio per le regole imposte dalla diffusione del Coronavirus è stato ed è tuttora chiuso. A cosa state lavorando durante questo tempo sospeso?
Co-Labory nasceva dal desiderio di creare sul nostro territorio un ecosistema facilitante che attraverso la condivisione di competenze, spazi e strumenti, potesse diventare un luogo di apprendimento continuo, per chi vede nella condivisione un’occasione di crescita.
Sin dalla nostra apertura abbiamo cercato di focalizzarci sulla nostra mission, facendo in modo che il nostro spazio venisse identificato come un luogo di scambio e riattivazione. La situazione attuale, non ha cambiato la nostra visione, ma ci ha costretti a ripensare ad un nuovo modo di condividere e scambiare, che da fisico è diventato virtuale.
Attualmente stiamo sperimentando anche noi la didattica a distanza, grazie ad un percorso di alternanza scuola-lavoro che stiamo realizzando per una scuola del nostro territorio, e siamo impegnati nella gestione di altri progetti in cui siamo coinvolti.
Durante il vostro percorso vi siete trasformati da vincitori PIN a vincitori di bandi europei. È stato difficile misurarvi con un diverso modo di progettare? Che consigli dareste a chi ci vuole provare in questo ambito?
Per noi, progettare non è altro che trasferire su un foglio un’idea che ci frulla in testa, e di idee ne abbiamo sempre tante!
Dopo aver vinto il bando PIN, e aver aperto il nostro spazio, è stato naturale andare alla ricerca di nuovi bandi e nuove opportunità che potessero permetterci di continuare a perseguire la nostra mission. Misurarci con un modo differente di progettare, è stato impegnativo, e lo è tutt’ora, ma la dimensione europea non deve spaventare.
Quando abbiamo partecipato al nostro primo incontro di progetto internazionale, eravamo terrorizzati, non conoscevamo bene l’inglese, e non conoscevamo le persone con cui ci saremmo confrontati. Eravamo attorno ad un tavolo con ciprioti, bulgari, greci e scozzesi, il nostro unico supporto era Google Traduttore! Riteniamo che la nostra capacità di farci comprendere con i gesti ci abbia aiutato!
Fortunatamente ora la situazione è migliorata… e ci siamo resi conto di quanto la formazione continua sia importante per perseguire i propri obiettivi.
Quindi il nostro consiglio è: “Se avete una buona idea e riuscite a raccontarla nella maniera più chiara possibile, si riesce anche a vincere bandi europei. E se si conosce l’inglese meglio di noi, è fatta!“.
Ci sono azioni messe in campo grazie ai bandi internazionali che più di altre hanno lasciato il segno su Co-Labory e sul territorio?
Il programma che più ci sta a cuore e che ci impegna quotidianamente è sicuramente il programma “Erasmus+“. Ci ha dato la possibilità di sentirci pienamente cittadini europei ed è il luogo ideale per chi come noi è sempre alla ricerca di scambi e contaminazioni. Uno dei progetti che ha lasciato il segno è stato “Digital Wood Artisan”. È stato per noi il primo progetto vinto da Co-Labory, ed è sicuramente quello più importante perché ci ha dato la possibilità di crearci una rete a livello internazionale, ma al tempo stesso ci ha dato la possibilità di consolidare la nostra rete locale, soprattutto con alcuni colleghi PIN. Nella sezione blog del nostro progetto sono presenti tante testimonianze di progetti PIN che hanno deciso di condividere la loro esperienza e avere una vetrina internazionale. Solo per avere un’idea ecco alcuni dei progetti: Bottegaunopuntozero, WOOSIC Falegnameria sociale musicale, LEGNO DI PUGLIA , MesoLab.
Entrare in contatto con partner europei cosa vi ha permesso di migliorare nel vostro team o nella vostra strategia imprenditoriale?
Avere degli scambi internazionali ti permette di conoscere e scoprire nuove culture, nuovi modi di approcciarsi al lavoro, nuovi modi di comunicare, e questo inevitabilmente condiziona e modifica il tuo modo di pensare e di agire.
Ci siamo trovati diverse volte dinnanzi a persone molto rigide e poco flessibili, con cui avevamo difficoltà a relazionarci, e altre volte dinnanzi a persone più superficiali. Non è stato facile capire da subito come affrontare determinate situazioni, ma pian piano il continuo processo di scambio, ha fatto sì che maturassimo maggiore esperienza nella gestione delle relazioni sociali e per il nostro lavoro è fondamentale.
Inoltre visitare luoghi di lavoro differenti, ci ha dato l’opportunità di conoscere approcci e pratiche innovative, che potrebbero arricchire il nostro spazio, qualora riuscissimo a mutuarle.
Spesso pensiamo all’innovazione come all’introduzione di qualcosa di nuovo, anche nel team di lavoro. Tuttavia, alcune delle innovazioni più efficaci derivano dal cambiare il modo in cui facciamo qualcosa che stiamo già facendo.
Avete da sempre investito nelle relazioni: oggi cosa potete dire di aver acquisito grazie a reti e collaborazioni costruite nel tempo? Quanto in questo ha avuto un ruolo l’avviso PIN?
Per noi le relazioni sociali sono fondamentali, ci aiutano a crescere, a stimolare la nostra creatività, ad innovare i nostri servizi e ci aiutano a rendere il nostro spazio un luogo in grado di accogliere tutti. Il PIN ha avuto per noi un ruolo importantissimo nella costruzione del nostro networking. Sin da subito ci siamo sentiti parte integrante della “Comunità PIN”, e ancora oggi ci sentiamo orgogliosi di farne parte.
Nonostante il nostro spazio non sia di grandi dimensioni, in questi anni è stato in grado di accogliere tante persone, seppur per brevi periodi, e al suo interno sono nate collaborazioni vincenti.
Scambiare e costruire reti non sono cose semplici da realizzare, possono essere fatte solo se all’interno di un ambiente favorevole, e per noi la comunità PIN è stato questo, un ambiente fertile dove portare la nostra esperienza, con la certezza di trovare tante altre persone mosse dagli stessi buoni propositi con cui condividere nuove idee.
Quali strumenti secondo voi sono indispensabili per favorire la partecipazione e il coinvolgimento nel territorio?
Considerata la nostra esperienza, per favorire la partecipazione e il coinvolgimento del territorio, riteniamo sia necessario scendere in campo e partecipare ad eventi o situazioni che possano favorire lo scambio e la costruzione di reti sociali. Trovare il tempo per partecipare ad eventi promossi da altre organizzazioni, non è superfluo, è vitale. Sicuramente una buona comunicazione attraverso i canali social può aiutare, ma noi preferiamo il contatto umano, e ogni volta che abbiamo partecipato ad eventi simili, abbiamo sempre portato a Co-Labory qualcosa in più.
Avete detto spesso che per voi i vincitori PIN sono “di ispirazione”: perché?
I progetti ai quali partecipiamo sono tendenzialmente progetti culturali e sociali, non lavoriamo su bandi che finanziano imprese. La creatività gioca un ruolo importantissimo in tal senso, e spesso le nostre idee nascono dalla curiosità e dal desiderio di mettere in atto iniziative che possano portare un beneficio concreto al nostro territorio. Questa curiosità è alimentata da letture, informazioni su determinate tematiche, ma soprattutto da uno sguardo attento alla realtà che ci circonda. Dal nostro punto di vista la realtà più creativa e dinamica che abbiamo avuto la fortuna di conoscere è proprio la comunità PIN. Per noi PIN è un contenitore inesauribile di idee geniali, nuovi modi di vedere, pensare e fare le cose. Spesso un nuovo progetto candidato nasce da un dettaglio o da un’esigenza particolare che abbiamo ritrovato in un progetto e spesso coinvolgiamo i nostri colleghi in alcune delle attività che realizziamo.