Quando la musica diventa impresa. Intervista a Sud Sonico
Sud Sonico è un’organizzazione culturale che ha sede nel Salento, ma opera in una rete sovranazionale, attraverso eventi, consulenze e attività formative. L’idea che ha dato vita all’associazione si è evoluta, si è adattata, si è sviluppata ampliandosi a nuove ricerche e progettualità e oggi si afferma a livello internazionale grazie ad un bando europeo.
Abbiamo ascoltato quello che Ludovico, Simone, Andrea, i fondatori di Sud Sonico, hanno da raccontarci e raccolto una serie di preziosi consigli per quanti si affacciano al mondo della cultura e della musica e in questi settori intendono fare impresa.
Cos’è oggi Sud Sonico?
Sud Sonico è stata fondata nel 2019 come piattaforma di cultura del suono e della musica multidisciplinare, con focus su più tipologie di attività, da festival e concerti ad attività di formazione e musicoterapia. In tre anni, abbiamo prodotto tre festival, numerosi concerti ed alcune mirate attività di sensibilizzazione e didattiche. Ad oggi, Sud Sonico continua ad operare nella medesima direzione, producendo iniziative diversificate, e rivolgendosi a pubblici eterogenei. Di recente, ci stiamo affacciando ad una progettazione ancora più ‘moderna’; progettazione intesa ed orientata alla valorizzazione del territorio in chiave green e digital, e all’empowerment di giovani ed operatori di settore, grazie ad un approccio tramite il quale suono, management, e scaling di idee progettuali convergono e dialogano costantemente.
Quali difficoltà avete incontrato nel vostro percorso?
La maggiore difficoltà strategica ed operativa è stata ricercare partner e risorse umane in loco che comprendessero la nostra progettualità, in quanto il nostro approccio al lavoro culturale è stato di difficile comprensione per cittadinanza, enti ed aziende. Dopo tre anni di duro lavoro, siamo riusciti ad abbattere numerose barriere percettive e culturali. In generale, il nostro paese fatica ad aprirsi a organizzazioni culturali che innovano tramite la cultura, e non potremo certamente cambiare tale paradigma individualmente. Ma lo sapevamo da principio e certamente c’è ancora margine di migliorare. La pandemia, poi, ha per forza di cose rallentato le nostre prospettive di crescita: svolgiamo attività con e per le persone, e non poter continuare a rimanere in contatto con i nostri sostenitori e pubblico ci ha frenato non poco. Al momento, stiamo lavorando per rafforzare e diversificare ancor più il nostro network di finanziatori, e le nostre competenze nel fundraising culturale e musicale a livello nazionale ed internazionale.
Quale bando europeo vi siete aggiudicati e quali attività state svolgendo e svolgerete?
Abbiamo vinto il nostro primo bando europeo, ‘MusicAIRE – An Innovative Recovery for Europe’ lo scorso giugno. È un bando diretto, creato e gestito – in collaborazione con European Music Council – direttamente da Europa Creativa, la sezione dedicata alla progettazione culturale. Questa misura di finanziamento ci ha permesso di creare un corso di formazione di management musicale moderno, dal nome ‘Avant Learn – Advanced Music XLR8R’, in cui si approfondiscono temi convenzionali e contemporanei di management grazie ad un programma di master class ed attività di praticantato. Il progetto è dedicato a studenti e freelance, che imparano da teoria e case histories su temi “comuni” – e neanche troppo – come music marketing, comunicazione, amministrazione, produzione eventi e pubblico spettacolo, ma anche tematiche attuali come digital project management, impatto ambientale, diritto d’autore e turismo musicale. Le otto lezioni in programma, e le attività pratiche svolte in collaborazione con AVANT Festival e MUNDI Festival sono state molto positive, ed al momento stiamo tracciando l’impatto ottenuto e preparandoci alla dissemination.
Come avete fatto a individuare questo bando e in genere che strategie adottate per rimanere informati su opportunità aperte a livello locale, nazionale o internazionale?
Nella nostra organizzazione vi sono varie figure professionali. Ludovico in particolare si occupa di varie aree tra cui il fundraising, inteso come monitoraggio, progettazione e scrittura di opportunità di finanziamento. Sono numerosi i portali e newsletter nazionali ed europei per la progettazione culturale e di impresa, ed ovviamente è necessario acquisire dimestichezza nel saper cercare ed interpretare tali opportunità nella prospettiva strategica ed operativa del soggetto giuridico che si rappresenta. Ogni finanziamento persegue finalità che devono combaciare con le finalità generali e progettuali del soggetto giuridico che si candida al finanziamento, e, a nostro avviso, è importante saper tradurre una visione progettuale strategica ed operativa in chiave flessibile e funzionale. Tra gli aggregatori di bandi che possiamo consigliare ci sono Il Bando nella Matassa (https://www.excursusplus.it/ilbandonellamatassa/), Obiettivo Europa (https://www.obiettivoeuropa.com/), CSV (https://infobandi.csvnet.it/), Info Cooperazione (https://www.info-cooperazione.it/category/bandi/). Il settore del fundraising con privati è invece più delicato. Si può inoltre utilizzare Google Alerts per impostare notifiche automatiche su parole chiave e restringere la ricerca in adeguate aree tematiche (musica, cinema, beni culturali, servizi culturali) e/o geografiche (Puglia, Europa). A prescindere, è sempre opportuno condurre un’analisi dei finanziamenti disponibili rispetto alle caratteristiche dell’ente e dei progetti in cantiere.
Che altre occasioni di finanziamento siete stati in grado di cogliere che hanno favorito la sostenibilità economica del vostro progetto?
In ambito del progetto ‘Avant Learn – Advanced Music XLR8R’, abbiamo richiesto ulteriori finanziamenti ad aziende e fondazioni, ma sono state rigettate e per la quota di co-finanziamento a completamento del progetto, abbiamo attinto da risorse economiche “interne”. A nostro avviso, soprattutto per gli enti del terzo settore, oggi è fondamentale diversificare le fonti di entrate economiche, a prescindere dall’eventuale accesso a finanziamenti, bandi e sponsorizzazioni in progetti specifici. In generale, il nostro ente, in questi tre anni, è riuscito a sopravvivere grazie alla vincita di bandi regionali ed internazionali – i bandi nazionali hanno spesso requisiti di accesso/partecipazione troppo stringenti – e grazie a contributi di enti, ambasciate, fondazioni e/o aziende che hanno compreso la nostra visione progettuale.
Quale lavoro si cela dietro alla ricerca di finanziatori?
Il lavoro del fundraising è molto minuzioso, e richiede a colui che se ne occupa una serie di competenze di progettazione strategica, operativa e tecnica. Ci riferiamo a competenze complementari e diversificate di management, marketing e comunicazione, ma anche analisi, budgeting, accounting e relazioni esterne. Significativo il percorso di studi e professionale di Ludovico, che gli ha permesso di acquisire man mano nuove competenze, e tutt’oggi continua a studiare ed aggiornarsi. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia del lavoro e del consumatore, ha iniziato un master in marketing e comunicazione digitale, e dal 2017 ha iniziato a specializzarsi in fundraising culturale e di impresa tramite corsi di studi di gruppo ed individuali. Il fundraising si distingue in tre principali categorie: fundraising con aziende, fundraising in ambito di bandi e misure di finanziamento pubbliche, e fundraising filantropico con fondazioni erogative. Le prospettive di approccio ed operative variano da settore a settore, e riuscire a diversificare significa anche riuscire ad immedesimarsi nei propri sostenitori.
Fare rete è una delle prerogative del vostro progetto: che azioni avete intrapreso in tal senso? Avete anche collaborato con altri progetti vincitori PIN?
Fare rete è fondamentale per tutte le organizzazioni culturali che hanno la prerogativa di continuare a crescere e raggiungere impatti sempre maggiori, che è anche la prerogativa di numerosi finanziatori che vogliono sostenere lo sviluppo di enti non-profit da un lato, e di comunità e territori dall’altro. La sfida è riuscire a co-progettare in gruppo, gestendo in prima persona gli aspetti progettuali chiave, e collaborare con altre organizzazioni per appaltare loro moduli di progetto specifici. Abbiamo collaborato con altri progetti vincitori dell’avviso PIN, come LO.FT, Environ e Degenere. Tutti gli operatori pugliesi, incluso Sud Sonico, dovrebbero migliorare la propria predisposizione a collaborare, o per lo meno dialogare; fermo restando che le collaborazioni devono essere impostate verso una linea trasparente, efficiente e ben definita. Sud Sonico è inoltre iscritto al Distretto Puglia Creativa, associazione che unisce oltre cento imprese culturali pugliesi ed offre loro eventi di aggiornamento ed anticipazioni su bandi, agevolazioni e misure di finanziamento, ma di per sé non si occupa, come a nostro avviso dovrebbe e potrebbe, di favorire la cooperazione tra le stesse organizzazioni, e di conseguenza favorire la crescita del settore e il dialogo con amministrazioni e cittadinanza. D’altronde la maggior parte delle imprese culturali pugliesi ed italiane hanno già i loro problemi, fanno fatica a progettare a lungo termine, e questa è una colpa da distribuire equamente, anche tra i vertici politici. Spesso cooperare significa anche condividere asset, network, contatti e know-how, e molte organizzazioni sono mal-disposte per timore che terzi possano appropriarsi di quanto messo a disposizione; un timore legittimo, ma che di fatto non permette la crescita delle organizzazioni in primis, e dell’economia culturale in generale.
Quali sono gli aspetti vincenti del vostro team e della vostra impresa?
Il riuscire a progettare a livello innovativo da un lato, senza tralasciare una fruizione accessibile per più fasce di pubblici. Questo è sicuramente un fattore di differenziazione rispetto a moltissime organizzazioni culturali pugliesi. Il nostro è un approccio glocal, nel quale vogliamo dare priorità al nostro territorio e alla cittadinanza, senza mettere in secondo piano la nostra vocazione alla cultura internazionale, alla diffusione di visioni culturali europee inedite. Ciò è stato possibile grazie alle diverse competenze ed esperienze del team: riusciamo a lavorare in maniera allineata e coordinata, pur curando aspetti di progettazione ben diversi, sia a livello strategico che operativo. Spesso, poi, è necessario individuare consulenti esterni che abbiano la capacità di portare un boost su aspetti di sviluppo e di progetto, e continuare un percorso di crescita in più direzioni.
Alla luce del vostro percorso e delle esperienze e competenze acquisite cosa consigliereste a chi decide di fare impresa nel mondo della musica?
Ecco i nostri consigli:
- acquisire competenze ed esperienze il più verticali possibile
- osservare e monitorare il modus operandi di organizzazioni e progetti simili
- cercare di comprendere e far proprie le dinamiche del mercato locale, nazionale ed europeo
- continuare ad essere affamati di crescita e di desiderio di differenziarsi, rimanendo aperti a evoluzioni e cambiamenti di sviluppo della propria impresa anche imprevisti, o comunque non preventivati
- saper dominare gli aspetti formali, amministrativi, previdenziali e legali della propria organizzazione e del settore musica in generale, che è tra i più difficili in assoluto
- circondarsi di consulenti specializzati, senza affidarsi ciecamente ma monitorandone l’operatività da vicino – e quindi dominando, anche parzialmente, le loro aree di intervento.
Il settore del fundraising per la musica ha poi moltissimo potenziale, e alla luce della difficoltà di acquisizione di tante competenze diverse e specialistiche, l’ulteriore consiglio è inoltre di farsi supportare da freelance o agenzie esperte nella progettazione musicale nello specifico.
Quali sono gli aspetti da non sottovalutare nell’organizzazione di un evento?
Tutti: sostenibilità, sicurezza, assunzioni, tecnica e organizzazione generale in primis, ma anche marketing, comunicazione, audience development e engagement, controllo qualità, organizzazione e supervisione generale. Una filiera funziona se è ben oleata e se scorre fluida nella sua complessità, se i rischi di progetto sono preventivamente individuati e se si è pronti a gestire quasi qualsiasi avvenimento. Nei contratti di collaborazione con i musicisti, gli imprevisti che precludono lo svolgimento dell’evento sono definiti ‘cause of God’, dal maltempo al danneggiamento di strumentazione, da un permesso di pubblico spettacolo all’annullamento di un volo aereo. È necessario adoperare misure di tutela adeguate a qualsiasi situazione compromettente, tenendo conto che il pubblico spettacolo presume l’assunzione di numerose responsabilità a cui si deve necessariamente rispondere, sia in prima persona, sia a livello del soggetto giuridico che organizza l’evento.
Come si evolverà nei prossimi mesi Sud Sonico? Cosa avete in programma?
Il nostro obiettivo a breve termine è consolidare i nostri progetti di maggior successo come AVANT Festival e AVANT Learn, che hanno già generato impatti socio-culturali, occupazionali ed economici molto rilevanti. L’obiettivo a medio-lungo termine invece è acquisire maggiore costanza nel reperimento di finanziamenti, ed iniziare inoltre a operare con più continuità nella progettazione di iniziative di ricerca e comunicazione di tematiche territoriali ed ambientali legate al suono tramite la commistione di linguaggi artistici, scienza, tecnologia e dati. Siamo e rimaniamo ambiziosi, ma manteniamo i piedi per terra e ci diamo il giusto margine per capire la fattibilità e sostenibilità delle nostre idee.
In copertina Katharina Ernst, Xenomorph Sounds 2020, Castello Volante di Corigliano d’Otranto @ Atraz Emilia