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Camminare a Sud-est per raccontare un territorio. L’esperienza di Map for Walking

03 Settembre 2021 ore 08:40

Avviare un’impresa significa molte cose: sperimentare un’idea, confrontarsi con i propri limiti, costruire reti e consolidare relazioni, darsi un obiettivo e fare i passi necessari per arrivarci.

Map for walking è un progetto che, a distanza ormai di oltre tre anni dal suo avvio, ha attraversato tutti questi aspetti e continua il suo cammino.
L’idea da cui sono partite Luciana Lettere e Beatrice Bambi è semplice, come semplice è la spinta a mettersi in cammino: la Puglia era in quel momento storico poco coperta da guide dedicate al viaggio lento e all’esplorazione a piedi. L’obiettivo è stato quindi quello di creare un punto di riferimento per tutti coloro desiderosi di scoprire passo dopo passo le strade e i sentieri più belli, ma anche dimenticati, della Puglia.

A spingere Luciana e Beatrice la voglia di trasformare, o meglio recuperare, il patrimonio condiviso la rete di percorsi tra i paesi del basso Salento attraverso un lungo lavoro di mappatura. Itinerari da percorrere lentamente, unendo allo spostamento anche la possibilità di scoprire storie locali e incontrare chi quei territori li abita.

In questa estate 2021 che ha definitivamente consacrato anche nella nostra Regione, il turismo lento a piedi, “Camminare a sud-est” la guida che raccoglie trekking nelle campagne tipiche salentine con numerose presenze di architetture rurali, muretti a secco, strittule e carrarecce, ci è sembrata un’esperienza particolarmente significativa da raccontare.

Quell’intuizione iniziale si è trasformata in una guida di 120 pagine che racconta ca. 450km di vie secondarie, escluse dalla circolazione veloce delle automobili ma ancora capaci di unire 62 comuni in 28 itinerari individuati con un occhio attento anche alla sostenibilità ambientale. Ogni percorso infatti parte e finisce con una stazione ferroviaria in modo da permettere ai camminatori di raggiungere i tanti borghi che compongono il Salento, in una fitta rete di collegamenti nell’entroterra, senza prendere l’automobile.

Proprio come scrive Robert Macfarlane nel suo Le antiche vie. Un elogio del camminare, “I sentieri sono le consuetudini di un paesaggio. Sono atti di creazione consensuale. È difficile realizzare un sentiero da soli. […] I sentieri uniscono. È la loro missione fondamentale, la ragione prima della loro esistenza. A rigor di termini uniscono luoghi, in senso lato persone.”

Ecco quindi che la guida al viaggio diventa un vero e proprio catalogo di storie, memorie collettive che rischiano di perdersi per sempre, e che invece possono essere ancora un patrimonio collettivo vivo. Camminare a Sud-est è un omaggio alla nostra terra, messo a disposizione dei viaggiatori che sapranno coglierne la bellezza camminando, ascoltando i passanti, approcciandosi con spirito di conoscenza e disponibilità e percorrendo quelle strade che una volta erano così piene di umanità.


L’atto stesso del camminare dunque diventa non solo occasione di scoperta ma una assunzione di responsabilità nei confronti dei luoghi da parte di tutti. Scrive sempre Robert Macfarlane che “i sentieri sono consensuali anche perché senza manutenzione collettiva e collettivo impiego spariscono: sommersi dalla vegetazione, oppure arati e coltivati o magari edificati (per quanto possano sopravvivere nella dimensione commemorativa del diritto terriero). Come i canali marini, che per restare tali vanno regolarmente drenati, i sentieri hanno bisogno di essere camminati.

Ecco quindi che conoscere il territorio, frequentarlo significa anche tutelarlo, prendersene cura. Nel loro lavoro le ragazze di Map for walking hanno scelto infatti di denunciare l’incuria e l’abbandono in cui versa il territorio, con l’obiettivo di spingere innanzitutto chi vive in quei posti a riappropriarsene, riallacciando una relazione che proprio il camminare, con la sua lentezza, rende possibile. Alla velocità e all’impatto delle macchine, contrapporre quindi la leggerezza dei propri passi.

Luciana di questo ne fa un’orgogliosa dichiarazione di intenti già nell’introduzione alla guida. Scrive infatti rivolgendosi direttamente ai lettori della guida che:

non ho nascosto la bruttezza, anzi l’ho valorizzata con gli itinerari qui proposti, perché grazie ad essa poi apprezzerete molto di più ciò che di bello incontrerete. Lungo gli itinerari potreste trovare anche delle piccole discariche a cielo aperto, enormi uliveti malati perché colpiti dal patogeno xylella, strade provinciali utilizzate da automobilisti imprudenti, monumenti poco valorizzati e chiusi al pubblico. Solo voi però, con i vostri passi, con i vostri respiri in questi luoghi, con il vostro profondo spirito d’esplorazione, potrete ridare senso e dignità a tutto questo scempio. Solo quando queste strade saranno di nuovo calpestate, e solo quando si ricomincerà a parlare di esse, ritorneranno a nuova vita.

Ci sono però almeno altri due aspetti che colpiscono in un progetto come Map for walking e che crediamo possano essere un utile esempio anche per chi si cimenta con il fare impresa, magari anche in settori molto diversi da quelli del turismo. Innanzitutto la capacità di collegare questa attività ad altre opportunità, le proposte sviluppate durante il periodo finanziato da PIN hanno dato la possibilità di differenziare ulteriormente le attività in una dimensione imprenditoriale: con la collaborazione di un tour operator gli itinerari sono diventati infatti dei pacchetti di viaggio pensati per chi magari ha voglia non solo di venire in Puglia per il mare.

Inoltre, dalla collaborazione con la Rete di Economia civile Consorzio Sale della terra, è stato implementato un progetto con persone migranti, coinvolte in laboratori di storia locale, mappatura di nuovi itinerari e creazione di mini proposte turistiche gestite direttamente dai beneficiari.


Tutte attività che confermano un’ulteriore possibilità di apprendimento per chi è al lavoro per sviluppare la propria idea imprenditoriale: l’investimento iniziale, che nel caso di Map for walking ha significa un lungo e dettagliato lavoro di mappatura, ha finito per rappresentare un patrimonio incredibile sul quale basare tutti gli sviluppi successivi.

Un grande lavoro iniziale unito alla capacità di utilizzare le disponibilità economiche messe a disposizione dai fondi ricevuti, che se gestito con cura e lungimiranza può rappresentare la possibilità di accumulare un vero e proprio tesoro di esperienze, competenze, dati su cui poter contare per dare sostenibilità alla propria iniziativa.

Copertina del post Reti internazionali, intraprendenza, adattabilità: intervista a Corpi Narra

Reti internazionali, intraprendenza, adattabilità: intervista a Corpi Narranti

24 Agosto 2021 ore 13:47

Corpi Narranti è un progetto vincitore dell’avviso PIN che ha completato le attività 3 anni fa.

In termini di competenze acquisite ed esperienze vissute hanno molto da raccontarci. Il loro percorso ha un respiro internazionale e si basa su attività costante di ricerca, produzioni video e organizzazione di eventi.

 

Quali sono i progetti su cui state lavorando e che a breve avvierete?

Stiamo realizzando un Festival di teatro danza e video danza site-specific ad Altamura dal titolo “Spazi in Movimento” che si svolgerà dal 17 settembre al 17 ottobre. Abbiamo preparato anche un breve e semplicissimo questionario (qui il link per la compilazione) per fare una ricerca sul rapporto che le persone hanno coi luoghi, ovvero sull’associazione fra un luogo della propria vita e l’emozione prevalente con cui lo si vive, o l’associazione fra l’idea del viaggio e di esplorare un luogo e il linguaggio artistico che si associa più facilmente…ci interessa raccogliere parole per costruire un vocabolario del rapporto coi luoghi che siano d’ispirazione per le narrazioni e creazioni del Festival e dei suoi contenuti.

 

 

Nel vostro percorso vi siete molto spesso misurati con bandi, a livello regionale e nazionale. Come fate ad intercettare queste opportunità?

Normalmente consultiamo le newsletters che arrivano regolarmente alle nostre mail, come la newsletter di Pin o del Distretto Puglia Creativa. Altre volte c’è un passaparola fra colleghi/e e amici/che o semplicemente segniamo e monitoriamo i bandi che sappiamo essere regolarmente programmati.

 

Secondo voi quali competenze bisogna acquisire per partecipare a bandi ed avvisi pubblici?

Bisogna certamente prepararsi da un punto di vista amministrativo/burocratico. Sono tanti i fattori da considerare in questo senso e molti di questi si imparano partecipando ai bandi stessi, ma vale la pena magari leggere bandi già scaduti e chiusi per capire come sono impostati e prepararsi per quelli nuovi. A volte certi requisiti sono acquisibili strada facendo se non si hanno già, ma serve un po’ di tempo. Inoltre bisogna prepararsi organizzativamente e avere sempre idee stimolanti con cui confrontarsi. È indispensabile anche essere flessibili e dotati di intraprendenza e immediatezza, essere cioè predisposti e pronti alla risoluzione pratica di problemi e a riadattamenti delle proprie idee iniziali perché non sempre (anzi quasi mai!) i piani vanno esattamente come li immagini in fase iniziale.

I Luoghi di te. Corpi Narranti di Angela Calia (foto di A. Indrio)

 

Vi siete mai misurati con bandi internazionali?

Non ancora, ma stiamo valutando alcune possibilità sempre sul fronte di quelle offerte a livello europeo.

 

Che strategia consigliate ad altre start up del settore turistico/creativo/culturale che vogliono aprirsi e affermarsi nel panorama internazionale? Come bisogna secondo voi agire per costruire efficaci reti di partner?

Sicuramente bisogna chiarire in maniera efficace la propria identità e i propri obiettivi e cercare partner che siano allo stesso tempo simili e diversi: simili per alcuni aspetti importanti e diversi per poter avere delle risorse da scambiarsi reciprocamente. Certamente è anche importante conoscere il più possibile i partner, magari anche frequentando le loro attività se possibile, perché una buona rete è fatta di persone che scambiano idee e azioni concrete e si misurano a livello pratico scoprendo di essere affini.

 

C’è una rete in particolare che avete creato e che si è dimostrata vincente nel tempo?

Quella con l’Accademia Teatro Dimitri _ Supsi in Svizzera, che è il nostro partner internazionale di riferimento per i rapporti creati nel tempo, e quella con il Festival dei Claustri di Altamura, che ha molte affinità con il nostro progetto e si trova nel nostro stesso territorio. Ce ne sono altre che stanno nascendo adesso e ne vedremo gli sviluppi.

Physical memories, produzione Corpi Narranti di Angela Calia (foto di N. Patella e V. Petronella)

 

Come conciliate da un punto di vista professionale la vostra indole artistica e creativa con la necessità di gestire sul piano organizzativo ed amministrativo l’azienda?

Cerchiamo di inquadrare bene le varie necessità di sviluppo del progetto, dividerci i compiti il più possibile, semplificando e puntando alla chiarezza delle varie progettualità. Allo stesso tempo è un aspetto molto difficile da gestire e speriamo nel tempo di poter crescere per avere ognuno il proprio ruolo e svolgere le proprie competenze in maniera regolare, pur prendendo sempre le decisioni in team.

 

Il vostro team dalla chiusura del progetto PIN si è ampliato? Quali nuove figure professionali avete coinvolto, che hanno secondo voi contribuito alla crescita e allo sviluppo dell’impresa?

Si è ampliato di figure saltuarie sia per l’organizzazione e la comunicazione che per alcuni aspetti artistici del progetto, ma non ancora in modo solido e costante.

Please, produzione Corpi Narranti di Angela Calia (foto di G. Cosmo)

 

State lavorando a nuovi servizi?

Stiamo lavorando e incrementando la possibilità di realizzare le nostre produzioni video e i nostri corsi di formazione non soltanto per le tematiche e i settori in cui abbiamo lavorato fino ad ora, come la cultura e il turismo, ma anche per interessati e aziende di altri settori.

S-Guardo, Corpi Narranti di Angela Calia (foto di A. Indrio)

 

Che tipo di collaborazione vi piacerebbe instaurare con altri vincitori PIN?

Certamente collaborazioni legate alla realizzazione di eventi culturali e di performance (festival, eventi, installazioni…) e collaborazioni legate alla produzione video e tutto ciò che concerne il mondo della produzione audiovisiva.

Copertina del post L’importanza delle radici e il viaggio di Raiz Italiana

L’importanza delle radici e il viaggio di Raiz Italiana

05 Agosto 2021 ore 09:31

Hanno fatto un percorso attraverso il mondo, con un’idea che ha col tempo ottenuto l’attenzione di prestigiose istituzioni nazionali e internazionali. Sono partiti nell’ottobre del 2017 con il progetto vincitore PIN “Raiz italiana”. Oggi hanno arricchito la loro offerta e si sono trasformati in un interlocutore cruciale in Italia per i viaggi delle radici. La loro storia può essere di ispirazione per le giovani imprese che hanno idee innovative e tanta voglia di mettersi in gioco. Scopriamo il loro percorso e cosa hanno in serbo per i prossimi mesi.

 

Vi occupate principalmente di organizzare itinerari delle radici. Come avete vissuto il lungo lockdown causato dalla pandemia da Covid-19 e come avete superato quel difficile momento?

Nei mesi precedenti la pandemia avevamo realizzato una missione in America Latina e, grazie al sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie (DGIT) del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), avevamo organizzato una serie di eventi in Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia e Paraguay che ci avevano dato molta visibilità sia sui social che sulla stampa nazionale di suddetti Paesi. In Argentina, in particolare, insieme a Pugliapromozione, Enit Buenos Aires, il Gobierno de la ciudad de Buenos Aires, l’associazione Puglia-Buenos Aires e altre istituzioni italiane, avevamo organizzato una serie di eventi dedicati alla Puglia che avevano visto la partecipazione anche dell’Orchestra popolare della Notte della Taranta. Inoltre, per il programma televisivo argentino “El Resto del Mundo” avevamo partecipato al viaggio delle radici della famosa attrice Emilia Attias che ci aveva permesso di far conoscere il nostro progetto al vasto pubblico latinoamericano. Per tutte queste ragioni, dal mese di novembre 2019 al mese di marzo 2020 avevamo ricevuto centinaia di richieste da parte di italodiscendenti che volevano organizzare il proprio viaggio delle radici in Italia e avevamo iniziato a programmare le diverse esperienze ma, con l’arrivo della pandemia da Covid-19, tutti i viaggi sono stati cancellati e la nostra attività si è ridotta notevolmente. Nonostante questo, gli italiani all’estero hanno continuato a scriverci perché hanno approfittato del tempo in casa per rintracciare informazioni utili alla ricerca delle proprie origini familiari. Quindi la nostra attività di supporto, anche attraverso il reperimento di documenti utili alla ricostruzione della storia degli antenati, non si è mai fermata.

Abbiamo anche realizzato una serie di incontri online chiamati “Raiz Incontra”, insieme al socio di Raiz Italiana e operatore culturale italo-argentino Maxi Manzo. A questi incontri hanno partecipato alcuni personaggi famosi, artisti, esponenti della collettività italiana tra cui Donato De Santis, cavaliere delle Repubblica Italiana, giudice nel programma MasterChef Argentina e personaggio iconico della collettività italiana di Buenos Aires che da sempre sostiene il progetto di Raiz Italiana.

Di seguito riportiamo il link al nostro blog con alcune riflessioni scritte nel periodo della pandemia: https://www.raizitaliana.it/turismo-delle-radici-e-scenari-post-covid19/?lang=it

Programma televisivo “El Resto del Mundo” – con la presentatrice e attrice Emilia Attias nel suo paese d’origine, Fontevivo in provincia di Parma.

 

Di recente avete presentato il secondo volume della “Guida alle radici italiane”: come è nata questa idea e come avete fatto a realizzarla?

Abbiamo utilizzato il periodo delle restrizioni per la pandemia anche per realizzare il secondo volume della “Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati” che include le regioni Sicilia, Calabria, Molise e Lombardia.

Il primo volume era stato pubblicato a settembre 2019 e includeva le regioni Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna. Questa è un’idea nata dalla collaborazione con la DGIT del MAECI nell’ambito del tavolo tecnico sul turismo delle radici, istituito nel 2018 e di cui siamo stati i fondatori insieme a suddetto ente. Il progetto è stato da loro finanziato e ha visto il coinvolgimento di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e delle regioni di cui si parla nei volumi. L’idea è quella di completare la collana, per questo in autunno ci metteremo a lavoro per i prossimi volumi. I due prodotti editoriali, nelle tre versioni italiano/inglese, italiano/spagnolo, italiano/portoghese possono essere scaricati al seguente link: https://www.raizitaliana.it/guida-alle-radici-italiane-v2/?lang=it.

 

In tutto il vostro percorso quali sono stati i momenti cruciali per lo sviluppo della vostra idea e della vostra impresa?

Sicuramente l’incontro con la DGIT del MAECI, per tutte le attività elencate precedentemente, è stata fondamentale e per noi motivo di grande orgoglio. Quando abbiamo incontrato per la prima volta il Direttore Generale Luigi Maria Vigliali, erano i giorni in cui stavamo per firmare l’atto di impegno con la Regione Puglia per il progetto PIN e ancora non potevamo immaginare cosa sarebbe successo nei mesi e negli anni a venire, ma l’interesse dimostrato da parte di un rappresentante di un’istituzione nazionale ci ha dato molto entusiasmo e la possibilità di credere che la nostra idea poteva essere vincente. Una persona che ci ha guidati in questo percorso di collaborazione con in MAECI, è stato il capufficio dell’Ufficio I della stessa direzione, il consigliere Giovanni Maria De Vita, fermo sostenitore dell’importanza dei viaggi delle radici per continuare a mantenere un legame con le comunità italiane all’estero e per la valorizzazione dei nostri borghi.

 

Quale è stata l’attività che vi ha dato maggiori soddisfazioni e che vi ha permesso di rendere riconoscibile il vostro progetto nel panorama internazionale?

Le attività più importanti sono quelle già elencate, quindi la realizzazione della Guida alle radici italiane, la missione di America Latina nel 2019, la partecipazione al viaggio di Emilia Attias attraverso il programma “El Resto del Mundo”, la rassegna di incontri online chiamati “Raiz Incontra”. Inoltre, nel 2018 abbiamo partecipato al bando “Educational tour” di Pugliapromozione e abbiamo avuto la possibilità di portare in Puglia un altro famoso attore italo-argentino, Mike Amigorena le cui origini sono a Bisceglie, città in cui nacque suo nonno. Un’altra iniziativa che ci ha dato molta visibilità è stata la pubblicazione di un articolo su di noi nel quotidiano “El País”, nel mese di ottobre 2019 ed è risultato l’articolo più letto della settimana in Uruguay. Da quel giorno sono arrivate centinaia di mail da parte di uruguaiani che volevano scoprire le proprie radici. Siamo stati invitati diverse volte al programma RAI “L’Italia con voi” trasmesso in tutto il mondo per gli italiani all’estero e abbiamo avuto la possibilità di parlare del nostro progetto in diversi contesti: convegni, fiere internazionali (tra cui Bit Milano, FIT Argentina e Expo Viajes Uruguay), programmi radio e stampa. Infine, abbiamo scritto di Raiz Italiana per il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, la pubblicazione più importante e riconosciuta tra chi studia la mobilità italiana e le comunità italiane all’estero.

Educational tour a Bisceglie con l’attore Mike Amigorena

 

Che esperienza avete avuto con le istituzioni pubbliche? È stato complesso instaurare un dialogo?

Nel nostro percorso siamo stati molto fortunati perché abbiamo sempre avuto il pieno sostegno da parte delle istituzioni che vedono nel turismo delle radici un’idea innovativa per far rivivere i piccoli borghi. A partire dalla Regione Puglia, poi ENIT Buenos Aires con la sua direttrice Veronica Morello che ci ha accompagnati fin dalla nascita della nostra idea e che ci ha sempre sostenuto attraverso la promozione delle nostre attività, e ancora la DGIT del MAECI di cui abbiamo già parlato e, infine, le regioni presenti nei due volumi della guida.

Evento Buenos Aires Celebra Italia

 

Come avete ampliato la vostra rete e la vostra offerta di servizi?

Se il progetto era partito con l’idea di offrire supporto ai discendenti italiani nel loro percorso di scoperta delle origini familiari e nell’organizzazione del viaggio delle radici in Italia, oggi alla nostra mission si è aggiunta la collaborazione con le istituzioni per la creazione di un prodotto turistico delle radici nei diversi territori italiani. A questo proposito, abbiamo partecipato all’istituzione di un master sul turismo delle radici con l’Università della Calabria e, oltre a curare l’offerta formativa insieme ai docenti del comitato scientifico e al Direttore del master, il prof. Tullio Romita, ci stiamo occupando della formazione degli studenti con un modulo dal titolo “Organizzare itinerari e viaggi delle radici”.

 

Avete instaurato collaborazioni con altri vincitori PIN?

Abbiamo mantenuto una collaborazione costante con Daria Toriello e Roberto Mazzarago di ImaginApulia, soprattutto per la realizzazione dei video di Raiz Italiana inclusi nel progetto della Guida e abbiamo altri progetti che speriamo di poter portare avanti.

 

Cosa consigliereste alle start up che adesso stanno avviando la propria attività? Quali sono le qualità che non devono mancare e quali sono le strategie vincenti per sviluppare la propria impresa?

Sicuramente consigliamo di lavorare molto sul networking: con i progetti PIN, con altre imprese e istituzioni. Consigliamo anche di seguire la attività e le iniziative che mette a disposizione lo Staff di PIN e che per noi in molti casi sono state fondamentali anche per confrontarci con altre realtà.

Infine, consigliamo di credere in quello che fanno e di perseverare: il progetto PIN è come una piccola pianta che per crescere ha bisogno di tanta cura, passione e pazienza. Gli ostacoli possono esserci, ma questi permettono di crescere meglio e di avere radici più forti. Buona fortuna a tutti!

 

Copertina del post Book Boat – Un’impresa che sa di salsedine e vento

Book Boat – Un’impresa che sa di salsedine e vento

20 Luglio 2021 ore 15:15

Unire competenze diverse per provare a fare qualcosa che ci appassiona: spesso le imprese nascono dalla combinazione di questi due ingredienti fondamentali. Se poi ci aggiungiamo la capacità di valorizzare le risorse che il territorio offre e quella di creare dei legami con la propria comunità, i risultati saranno sicuramente soddisfacenti. Molte delle imprese che compongono la comunità PIN prendono avvio infatti dal mettere a disposizione di un territorio il proprio talento e le proprie competenze, per promuovere servizi e prodotti innovativi. La partenza poi è uno dei momenti affascinanti, in cui quell’idea che magari da tempo frullava in testa inizia a diventare qualcosa di concreto. 
In questo articolo ci siamo fatti raccontare dalla voce di Grazia e Alessandro, fondatori della Book Boat sas azienda specializzata in servizi nautici ed educativi, come è nata questa avventura che sa di salsedine e vento, e che ci porta alla scoperta del mare e della costa del Gargano in compagnia di buoni libri.  E se capitate a Vieste quest’estate, non dimenticatevi di cercare in porto “Betta” e salpare con loro!

 

“Sin da quando è iniziato tutto, e quando dico tutto intendo dal giorno in cui abbiamo avviato la nostra pratica online, è partito quello che definiremmo “il fantastico viaggio di un’idea”… se non fossimo stati proprio noi, Grazia e Alessandro ad unirci per presentare questo progetto non sarebbe nata la Book boat. L’idea iniziale infatti è scaturita proprio dall’aver mixato le nostre competenze e dalla necessità di convogliarle sulla stessa rotta. Come unire me, Grazia, da sempre legata al mondo dell’infanzia e appassionata di albi illustrati, e Alessandro con la sua patente nautica conseguita e poi messa da parte?


Inizialmente un’idea che sembrava complessa da realizzare ma ci abbiamo creduto comunque!
Abbiamo creduto alla possibilità di far conoscere il territorio di Vieste mettendo a punto un’escursione che non fosse “la solita escursione”. Salire a bordo di una barca per condividere in famiglia attimi speciali tra le bellezze del Gargano, attività a bordo e le fantastiche storie custodite nel nostro forziere delle meraviglie. Leggere “ammesso” accanto al nostro progetto in quella lista messa online a seguito della valutazione dello Staff Pin è stata la prima vittoria.
I mesi successivi è partita la complicata ricerca della nostra compagna di viaggio d’eccellenza: la barca.
Non è stato semplice, in alcuni momenti ci è sembrato di cercare invano. Ne abbiamo viste tante, nessuna rispecchiava però le nostre aspettative. Tre i mari in cui abbiamo navigato prima di trovare la barca giusta per la Book boat: Adriatico, Ionio e Tirreno.
La prima destinazione è stata Santa Maria di Leuca, abbiamo percorso in una sola giornata il viaggio di andata e ritorno attraversando la nostra lunghissima Puglia, dallo Sperone d’Italia sino alla punta più estrema del tacco dello stivale. Partiti speranzosi … rientrati in giornata consapevoli che era solo l’inizio, la ricerca non si sarebbe conclusa tanto facilmente. Ma non ci siamo scoraggiati.Lei c’era e aspettava solo che noi la raggiungessimo nel mare che bagna l’Arcipelago delle cosiddette “sette sorelle”, le Isole Eolie. Ancora un altro lungo viaggio prima di arrivare da Betta. Abbiamo raggiunto la Sicilia due volte in un mese, per un totale di 2836 km tra terra e mare, per assistere all’esecuzione delle varie fasi della perizia navale. Tanti chilometri, tanti giorni di viaggio ma poca stanchezza perché erano le emozioni a prevalere su tutto.
Esito della perizia? BETTA ERA PERFETTA.

E allora hanno preso il via i contatti con ditte autotrasportatrici perché i suoi 9,40 m di lunghezza e 2,80 m di larghezza necessitavano di un “trasporto eccezionale”. La sera in cui ha fatto ingresso per la prima volta a Vieste pioveva… sarà perché, come solitamente si dice per le spose, “barca bagnata, barca fortunata”? Ce lo auguriamo!  Alessandro faceva strada con la macchina all’autotrasportatore, io e i nostri figli eravamo sul ciglio della strada per accogliere con entusiasmo il nostro destriero. Dopo il tempo necessario per le opere di rimessaggio e personalizzazione in cantiere, finalmente Betta ha iniziato a solcare il nostro mare garganico. Pronta lei e pronti noi dell’equipaggio per regalare emozionanti esperienze!

Come tutta la gente di mare che si rispetti occorreva anche a noi un porto sicuro in cui custodire la nostra collezione di albi illustrati, fornire informazioni sui servizi promossi dalla Book Boat e regalare emozioni ed esperienze anche sulla terra ferma. Non potevamo chiamarlo semplicemente ufficio, meritava un nome degno della nostra fantastica avventura: POSTAZIONE TERRESTRE, ci è sembrato perfetto!


Al suo interno cura e dettagli sono di casa: una fantastica libreria in legno costruita lettera per lettera dalle mani di un artigiano, un ramo portato dal mare, recuperato in una delle mie passeggiate invernali su una delle spiagge sabbiose di Vieste, la macchina da scrivere della mia mamma, una Olivetti Studio 45, che i nativi digitali abituati ad una tastiera utilizzano con curiosità e lentezza. La stessa lentezza che contraddistingue lo scrivere una lettera per noi, abituati ai messaggi WhatsApp, da imbucare nella POSTA DI BETTA perché arrivi davvero al destinatario.
Abbiamo fatto della nostra barca un vero e proprio personaggio e stiamo già procedendo affinché possa entrare a far parte dell’immaginario collettivo dei bambini che avranno il piacere di salirci a bordo diventando con le loro famiglie “amici di Betta”.

 

Durante la nostra prima uscita ci siamo letteralmente emozionati. Non ci sembrava vero, stavamo per fare nella realtà quello che fino ad allora avevamo solo immaginato. Un’emozione che ho cercato di trasmettere ai bambini e ai genitori a bordo esortandoli a credere sempre e comunque nelle loro idee, forza di volontà e determinazione sono ingredienti indispensabili… se poi ci si aggiunge, come nel nostro caso, il benestare della Regione Puglia allora si possono davvero spiegare le vele.
Siamo convinti che il fantastico viaggio della nostra idea, come quando si viaggia di porto in porto, ci porterà di volta in volta a salpare per entusiasmanti nuovi punti di partenza, nuove idee, nuove esperienze da vivere e condividere.”